Concetti Chiave
- Il linguaggio del corpo è una forma di comunicazione non verbale che trasmette messaggi anche involontariamente, influenzando il giudizio dell'interlocutore.
- Le espressioni facciali e lo sguardo sono mezzi potenti per comunicare emozioni e stati d'animo, spesso rivelando sentimenti reali oltre le parole.
- I gesti delle mani e i cenni del capo accompagnano e rafforzano la comunicazione verbale, mentre la postura e la prossemica esprimono stati emotivi e regolano le interazioni sociali.
- I gesti inconsci, come mordersi le labbra o tamburellare le dita, rivelano stati emotivi e atteggiamenti personali, mostrando tratti autentici della personalità.
- Il mimo rappresenta l'arte di comunicare attraverso gesti e movimenti, esprimendo emozioni e storie senza parole, richiedendo abilità di sintesi e creatività.
Comunicare significa stabilire un rapporto. Per entrare in relazione i soggetti della comunicazione devono usare un linguaggio che possa essere compreso sia da chi emette il messaggio sia da chi lo riceve.
Indice
Il linguaggio del corpo
Nell’ambito delle scienze motorie e sportive, oltre a fare l’esperienza della comunicazione nelle sue classiche forme, puoi migliorare la tua competenza grazie alla conoscenza a all’uso ‘consapevole’ di un tipo di linguaggio un po’ differente dagli altri: il linguaggio del corpo.
Questo linguaggio trasmette messaggi anche quando non vuoi comunicare dando ‘informazione alle informazioni’ e influenza profondamente il giudizio del tuo interlocutore.
Rispetto a una comunicazione verbale offrono informazioni aggiuntive:
• La postura;
• Il rapporto vicinanza/lontananza;
• I movimenti delle mani;
• Le espressioni del volto;
• Lo sguardo;
Quando si rileva una mancanza di coerenza tra quello detto e quanto viene trasmesso dal corpo , la comunicazione risulta falsata.
Segni e gesti nella comunicazione
Comunicare con il corpo.
La comunicazione corporea si attua attraverso segni e gesti.
Utilizziamo il linguaggio dei segni quando vogliamo rafforzare ciò che diciamo o quando la comunicazione verbale è qualche modo ostacolata.
I segni sono azioni volontarie, codificate, solitamente apprese, con le quali si trasmettono informazioni relative a dati di fatto.
I segni sono dunque segnali convenzionali, riconoscibili da tutti. Sono tali per esempio una stretta di mano , un abraccio. Essi si utilizzano per comunicare in modo consapevole e ci danno anche indicazioni sui rapporti sociali che intercorrono fra i soggetti della comunicazione.
Gesti e movimenti del corpo che non hanno lo scopo preciso di comunicare e che, tuttavia, trasmettono messaggi e sono rivelatori della personalità del soggetto che si pone in relazione.
Sono gesti come mordersi il labbro, tamburellare le dita sul tavolo o toccarsi i capelli; essi compongono il comportamento comunicativo e fanno parte della grammatica del linguaggio corporeo legata all’espressività complessiva della persona.
I gesti sono azioni non volontarie, e difficilmente controllabili. Proprio questi gesti, a volte impercettibili trasmettono informazioni su atteggiamenti e stati emotivi e sono indicatori più veri della relazione.
Il volto e lo sguardo
Il volto è un’area di comunicazione specializzata. È un importante mezzo di comunicazione delle emozioni. Per questa ragione , poiché è relativamente facile “leggere” sul volto i reali sentimenti di una persona al di là della sua dichiarazione verbale, si cerca di solito di controllare e alterare le espressioni spontanee del volto e utilizzare invece quella di convenienza.
Lo sguardo è parte integrante dell’espressione del viso ed è altamente significativo. Durante la comunicazione verbale permette di avere informazioni di ritorno,
Non guardare il faccia l’interlocutore può dare un’impressione di rifiuto o indifferenza nei suoi confronti, mentre fissare intensamente l’altro, restando in silenzio, crea sicuramente imbarazzo.
I cenni del capo sono i segnali più veloci del corpo e sono importanti sincronizzatori del procedere della relazione.
Un cenno del capo fatto da chi ascolta, per esempio, è percepito da colui che parla come un segnale si assenso e attenzione, svolgendo funzione di rinforzo.
Postura e movimenti delle mani
La postura.
La posizione con il corpo assume durante la comunicazione è detta postura.
Esistono posture convenzionali, che si assumono consapevolmente perché si addicono a specifiche situazioni.
Lo stato di rilassamento o tensione del soggetto è tuttavia, in generale, difficilmente dissimulabile e rivela il vero stato emotivo dell’individuo. Posizioni chiuse comunicano stanchezza e tristezza. Posizioni aperte ed energetiche danno una sensazione di vitalità.
I movimenti delle mani sono segnali altamente espressivi che possono essere collegati a stati emotivi a rivelare ansia e tensione.
Altre volte i movimenti delle mani hanno una particolare funzione in un rapporto alla comunicazione verbale con lo scopo di illustrare e sottolineare ciò che si sta affermando.
La prossemica e le distanze
La prossemica.
Anche lo spazio che occupiamo, nel quale ci muoviamo e che ci divide dagli altri durante la relazione ha un ruolo importante nella comunicazione sociale. Sono distanze che assumiamo spesso inconsciamente o per educazione, che regolano la relazione con l’altro.
Gli studi del comportamento spaziale e delle posture sono noti con il nome di prossemica e individuano 4 diverse distanze:
1. La distanza intima, è una distanza molto piccola che di solito si instaura tra mamma e figlio;
2. La distanza personale, è una distanza che si usa più frequentemente nella vita, come tra due persone che chiacchierano;
3. La distanza sociale, è una distanza tipica delle situazioni professionali;
4. La distanza pubblica, è una distanza che è tipicamente tenuta tra professori universitari durante le lezioni;
L'arte del mimo
La capacità di comunicare attraverso i gesti e il corpo si è trasformata in arte attraverso la figura del mimo.
L’abilità del mimo è quella di esprimere ‘l’invisibile attraverso il visibile’, narrare emozioni, azioni, storie senza utilizzare la parola.
Originariamente il mimo indicava un particolare genere teatrale e letterario composto da brevi rappresentazioni per lo più buffonesche.
Nel teatro moderno questa parola indica una forma di spettacolo nata in Francia, in cui si affida al gesto e alla mimica la rappresentazione degli stati d’animo, dei sentimenti.
Mimare non vuol dire solo imitare l’ambiente circostante; richiede un profondo lavoro di sintesi ‘per reinventare’ i gesti con i quali si comunica. Il mimo deve essere capace di rielaborare dentro di sé la nascita di emozioni, sensazioni e idee per trasmetterle e farle vivere agli spettatori.
Il mimo deve riuscire a trasformare il gesto in un segno comprensibile e perché questo avvenga i movimenti devono diventare pura comunicazione.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del linguaggio del corpo nella comunicazione?
- Come le espressioni del volto contribuiscono alla comunicazione?
- Qual è il ruolo dello sguardo nella comunicazione?
- In che modo i movimenti delle mani influenzano la comunicazione?
- Che cos'è la prossemica e quali distanze identifica?
Il linguaggio del corpo è fondamentale perché trasmette messaggi anche quando non si intende comunicare, influenzando profondamente il giudizio dell'interlocutore e offrendo informazioni aggiuntive rispetto alla comunicazione verbale.
Le espressioni del volto sono un mezzo importante per comunicare emozioni, poiché è relativamente facile leggere i sentimenti reali di una persona attraverso il volto, al di là delle sue dichiarazioni verbali.
Lo sguardo è parte integrante dell'espressione del viso e fornisce informazioni di ritorno durante la comunicazione verbale. Non guardare l'interlocutore può dare un'impressione di rifiuto, mentre fissarlo intensamente può creare imbarazzo.
I movimenti delle mani sono segnali espressivi che possono rivelare stati emotivi come ansia e tensione, e possono anche illustrare e sottolineare ciò che si sta affermando nella comunicazione verbale.
La prossemica è lo studio del comportamento spaziale e delle posture, identificando quattro distanze: intima, personale, sociale e pubblica, che regolano la relazione con l'altro in base al contesto e alla relazione tra le persone.