Concetti Chiave
- Il fascismo utilizzava lo sport come strumento di propaganda per esaltare il regime e promuovere l'ideologia di Mussolini.
- L'indottrinamento iniziava nelle scuole, dove i bambini studiavano la "rivoluzione fascista" e partecipavano a rituali come il saluto romano e il canto dell'inno giovinezza.
- Le attività sportive e di addestramento militare erano parte del programma educativo, con organizzazioni giovanili come la Gioventù Italiana del Littorio che unificavano tali iniziative.
- Infrastrutture sportive, comprese società e stadi, furono sviluppate in molte località per promuovere competizioni e manifestazioni di massa.
- L'Opera Nazionale Balilla obbligava l'iscrizione dei giovani, strutturandoli in fasce d'età, come parte del processo di integrazione tra partito e Stato.
Fascismo e sport
Nella fase prima della guerra le dittature esaltavano lo sport come un mezzo di successo dell’intero stato.
Mussolini sapeva bene che l’indottrinamento aveva inizio a scuola, ecco perché fin dalla prima elementare i bambini dovevano studiare la “rivoluzione fascista” e la biografia del Duce.
Entrando in classe gli alunni salutavano “romanamente” l’insegnante e cantavano l’inno fascista giovinezza.
Alla fine della settimana gli studenti si univano agli adulti in adunate che inneggiavano al regime, era il “Sabato fascista”.
In divisa, con la bandoliera al petto e il moschetto di legno, i ragazzi dei fasci di combattimento venivano quotidianamente allenati attraverso la ginnastica, lo sport e un addestramento di tipo militare.
Nel 1937 tutte le organizzazioni giovanili furono unificate nella Gioventù Italiana del Littorio, o meglio conosciuta con il nome di “Gioventù Fascista”.
Nelle scuole del fascismo ci fu un particolare interesse per l’educazione fisica, e per questo motivo fu anche istituita l’ Accademia fascista di educazione fisica e giovanile.
Campi sportivi e società varie per ogni genere di sport vennero create in quasi tutti i comuni, e nelle grandi città sorsero stadi per gare collettive, attrezzati in modo da poter sostenere il paragone con i più celebrati del mondo.
L’Opera Nazionale Balilla venne fondata nell’aprile 1926 e divenne in pochi anni il simbolo dell’Italia fascista, perché doveva portare avanti quel processo di integrazione tra partito e Stato.
Ad essa si dovevano obbligatoriamente iscrivere tutti i figli di cittadini italiani, inquadrati in: Figli della Lupa (6-8 anni), Balilla (8-14 anni), Avanguardisti (14-18 anni) e i Gruppi universitari fascisti (dai 18 anni in poi).
Le organizzazioni giovanili costituivano l’unica via d’accesso al partito, quindi si doveva infondere nei giovani il sentimento della disciplina e dell’educazione militare e renderli consapevoli della loro italianità e del loro ruolo di fascisti.