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Sintesi

Le politiche ambientali della Svezia


Gli svedesi hanno un'affinità speciale con la natura, probabilmente perché la maggior parte di loro ha una casa di campagna e trascorre il tempo a godersi un ambiente incontaminato. Tutte le attività sono sostenibili. Gli svedesi sono particolarmente attenti al riciclo e la raccolta differenziata è un motivo di vanto per i cittadini.
Secondo il Climate Change Performance Index (CCPI) 2019, presentato alla conferenza sul clima delle Nazioni Unite, la Svezia è lo stato più attivo nel contrasto al cambiamento climatico. In Svezia, oltre il 60% del territorio è ricoperto dalle foreste, mentre il 7% è destinato alle aree coltivate. Si cerca di mantenere l'ambiente il più integro possibile, laddove gli alberi vengono abbattuti si procede a politiche di ripopolamento. Tuttavia, la perfetta conservazione dell'ambiente è dovuta sia alla scarsa densità della popolazione, sia al massimo rispetto per la natura, fortemente incentivato e rigorosamente tutelato dalla legge. Gli spazi naturali sono a disposizione di tutti grazie all'allemansrätten, un istituto giuridico del diritto svedese che consente a chiunque di transitare e sostare nelle proprietà private, a patto di non recare danni.
Il 15 giugno 2017 la Svezia ha reso giuridicamente vincolante la nuova legge sul clima che porterà il Paese scandinavo a raggiungere le emissioni zero di gas serra entro il 2045. Si tratta di impegni ancora più ambiziosi di quelli sottoscritti con l’Accordo di Parigi, visto che la Svezia con questa Klimatreform diventerà “carbon neutral” 5 anni prima di quanto previsto, una sfida non impossibile visto che il Paese ha applicato una cabon tax già dagli anni '90 e ha fortemente investito nell’eolico, nel solare e nell' idroelettrico, tutte fonti cha assieme al nucleare (dal quale sta valutando il disimpegno) forniscono alla nazionale l'80% del fabbisogno energetico.

La Svezia è in Europa il paese con l’impegno maggiore rispetto ai target previsti dall’Ue che al 2020 chiede il 20 per cento di rinnovabili e di efficienza energetica sul consumo finale di energia, con l’obiettivo di rispettare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.
Per consolidare gli sforzi del Paese, lo sviluppo di progetti si moltiplica a diversi livelli e coinvolge attori sia del settore pubblico che privato. Anche se il successo svedese è in gran parte reso possibile dal significativo intervento economico dello Stato inerente al modello socialdemocratico, non per questo tale intervento soffoca il settore privato. Quest’ultimo non manca di spirito di iniziativa per sostenere la lotta verde del Paese, come IKEA che, a giugno, ha mostrato la propria volontà di raggiungere l’indipendenza energetica entro il 2020 investendo massicciamente nell’eolico e nel solare. Attori pubblici e privati lavorano insieme anche per costruire un modello di città sostenibile, una questione cruciale per riuscire a conciliare la crescente urbanizzazione con l’ecologia.

Goteborg, la seconda città più grande della Svezia, ha lanciato a giugno una linea di autobus silenziosi e non inquinanti, alimentati dall’energia eolica e idroelettrica, utilizzando tre autobus elettrici e sette ibridi della Volvo Buses. Con lo stesso spirito di cooperazione, Stoccolma ha lanciato ad agosto un progetto di "smart city" nel quartiere di Stoccolma Royal Seaport che dovrebbe mostrare entro il 2030 una netta diminuzione delle emissioni di gas serra. Il progetto, che mira sia a concepire un modello urbano a impatto zero sull’ambiente che a favorire l’innovazione e l’occupazione, si basa sulle nuove tecnologie per attuare una gestione intelligente dei rifiuti attraverso una rete sotterranea di recupero o anche un sistema di programmazione condivisa dei percorsi e degli spostamenti.
Estratto del documento

sta valutando il disimpegno) forniscono alla nazionale l'80%

del fabbisogno energetico.

La Svezia è in Europa il paese con l’impegno maggiore

rispetto ai target previsti dall’Ue che al 2020 chiede il 20

per cento di rinnovabili e di efficienza energetica sul

consumo finale di energia, con l’obiettivo di

rispettare l’Accordo di Parigi sui cambiamenti climatici.

Per consolidare gli sforzi del Paese, lo sviluppo di progetti si

moltiplica a diversi livelli e coinvolge attori sia del settore

pubblico che privato. Anche se il successo svedese è in

gran parte reso possibile dal significativo intervento

economico dello Stato inerente al modello

socialdemocratico, non per questo tale intervento soffoca il

settore privato. Quest’ultimo non manca di spirito di

iniziativa per sostenere la lotta verde del Paese, come IKEA

che, a giugno, ha mostrato la propria volontà di

raggiungere l’indipendenza energetica entro il 2020

investendo massicciamente nell’eolico e nel solare. Attori

pubblici e privati lavorano insieme anche per costruire un

modello di città sostenibile, una questione cruciale per

riuscire a conciliare la crescente urbanizzazione con

l’ecologia.

Goteborg, la seconda città più grande della Svezia, ha

lanciato a giugno una linea di autobus silenziosi e non

inquinanti, alimentati dall’energia eolica e idroelettrica,

utilizzando tre autobus elettrici e sette ibridi della Volvo

Buses. Con lo stesso spirito di cooperazione, Stoccolma ha

lanciato ad agosto un progetto di "smart city" nel quartiere

di Stoccolma Royal Seaport che dovrebbe mostrare entro il

2030 una netta diminuzione delle emissioni di gas serra. Il

progetto, che mira sia a concepire un modello urbano a

impatto zero sull’ambiente che a favorire l’innovazione e

l’occupazione, si basa sulle nuove tecnologie per attuare

una gestione intelligente dei rifiuti attraverso una rete

sotterranea di recupero o anche un sistema di

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