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Concetti Chiave

  • Appartenere a un gruppo implica condividere interessi e comportamenti comuni, ma richiede saper convivere con gli altri membri.
  • È possibile far parte di più gruppi contemporaneamente, come famiglia, scuola, amici e comunità locali.
  • Un legame esclusivo all'interno di un gruppo può portare a considerare gli estranei come diversi o inferiori.
  • Estremismi e intolleranza possono derivare da sentimenti di superiorità, sfociando in razzismo, nazionalismo o intolleranza religiosa.
  • La convivenza pacifica si basa sul rispetto reciproco, garantendo diritti uguali e seguendo leggi di giustizia e solidarietà.

In un gruppo è divertente stare tutti insieme; anche se, a dire la verità, non sempre è facile fare parte di un gruppo: bisogna infatti saper convivere. Ci si sente accomunati dagli stessi interessi, si condividono le stesse idee, si cerca di agire nello stesso modo, di uniformare i propri comportamenti secondo dei modelli comuni, approvati dal gruppo. Appartenere a un gruppo non significa che non si possa fare parte anche di altri gruppi, anzi si può fare parte di più gruppi contemporaneamente: ad esempio un ragazzo fa parte del suo gruppo-famiglia e poi del suo gruppo-classe nonché del suo gruppo-amici; e ancora, in quanto abitante di un quartiere, fa parte di quella collettività e poi ancora fa parte, in quanto cittadino, dell'aggregazione costituita dalla sua città di residenza, per non parlare delle associazioni sportive di cui è membro.


Quando, però, il legame fra i vari componenti del gruppo stesso è avvertito come molto stretto o addirittura esclusivo, si verifica uno dei rischi più gravi che comporta l'appartenenza a un gruppo, che consiste nel considerare le persone al di fuori del gruppo come estranee, diverse, a volte inferiori se non addirittura nemiche.
Questo ragionamento, portato fino alle sue più estreme conseguenze, può generare sentimenti di intolleranza talmente forti che possono sfociare addirittura in atteggiamenti estremisti e violenti, che vanno dall'emarginazione, che può riguardare anche chi, all'interno del gruppo stesso, non si adegua nei comportamenti e nel modo di pensare al modello imperante, a forme esasperate di nazionalismo (quando un popolo ritiene di essere superiore a un altro), al razzismo (quando una razza si ritiene superiore a un'altra) o può trovare tristi e inquietanti riflessi anche nell'intolleranza religiosa verso chi appartiene a una fede diversa e così via. E il passo non è poi così lungo (e purtroppo la storia ce lo insegna) dalle varie forme di intolleranza e di mancanza di solidarietà fino alla violenza nei suoi vari aspetti e alla guerra. Vivere insieme, invece, è tutt'altra cosa; è innanzi tutto rispettare gli altri; è garantire a tutti gli stessi diritti; è affermare e seguire la legge morale della giustizia e della solidarietà ed è proprio perché non prevalgano atteggiamenti violenti e di sopraffazione che vedrebbero il dominio solo dei forti e dei prepotenti, che l'uomo si è dato delle norme, le leggi, nel cui rispetto e nella cui osservanza è la sola possibilità di convivenza civile.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i benefici e le sfide dell'appartenenza a un gruppo?
  2. Appartenere a un gruppo offre il divertimento di condividere interessi e idee comuni, ma richiede anche la capacità di convivere e uniformare i comportamenti secondo modelli approvati dal gruppo.

  3. Quali rischi comporta un legame troppo stretto all'interno di un gruppo?
  4. Un legame troppo stretto può portare a considerare gli esterni come estranei o nemici, generando intolleranza, estremismo, e violenza, come il razzismo o il nazionalismo esasperato.

  5. Cosa significa vivere insieme in modo civile?
  6. Vivere insieme significa rispettare gli altri, garantire diritti uguali, seguire la giustizia e la solidarietà, e rispettare le leggi per evitare la violenza e la sopraffazione.

Domande e risposte