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Concetti Chiave

  • Lucio Fontana fondò l'Accademia di Altamira a Buenos Aires nel 1946, un centro di sperimentazione artistica che sviluppò le teorie del Manifesto bianco e dello Spazialismo.
  • Le teorie spazialiste di Fontana miravano a superare i limiti bidimensionali della tela, integrando spazio e luce nell'arte.
  • Alla Triennale di Milano del 1951, Fontana presentò la sua "Struttura al neon", un'opera luminosa composta da oltre cento metri di tubo al neon.
  • La "Struttura al neon" rappresenta l'uso pionieristico della luce come elemento espressivo e coinvolge fisicamente il pubblico nell'opera.
  • Fontana influenzò successivamente artisti come Dan Flavin e Bruce Nauman con il suo approccio innovativo alla luce negli anni '70.

Indice

  1. Un viaggio nello spazio
  2. Ambiente Spaziale. Struttura al neon

Un viaggio nello spazio

All’inizio del 1940 Fontana tornò a Buenos Aires; qui divenne professore di modellato alla Scuola di belle arti e, nel 1946, fondò l’Accademia di Altamira, luogo di sperimentazione artistica in cui si svilupparono le teorie esposte nel Manifesto bianco e poi ampliate nel primo e nel secondo Manifesto dello Spazialismo, pubblicati a Milano nel 1947 e nel 1948, dopo il rientro in Italia. In questi tesi, Fontana confermava molti punti di contatto con l’Informale, in particolare l’abolizione della forma nel suo significato abituale, e dichiarava le finalità di una pittura/scultura in grado di valicare i limiti bidimensionali della tela e appropriarsi dello spazio.

Ambiente Spaziale. Struttura al neon

Dalle teorie sull’opera intesa come pretesto per un’esplorazione del vuoto nacquero lavori come Struttura al neon, presentata alla Triennale di Milano del 1951. Il grande neon issa-to sopra lo scalone d’onore del Palazzo della Triennale U e oggi riallestito nel Museo del Novecento di Milano si presenta come un arabesco fluorescente fatto di oltre cento metri di tubo luminoso, frutto dell’amore di Fontana per la luce come elemento espressivo, immateriale quanto il colore oro e qui protagonista del suo primo Ambiente spaziale. In Struttura al neon la luce è usata come segno e disegno tracciato nel vuoto dal gesto libero e informale dell’artista. Fontana giunge così a una prima sintesi nella ricerca di una quarta dimensione e realizza il desiderio di rendere il pubblico partecipe dell’opera, permettendogli di passeggiare sotto di essa, entrando fisicamente nel suo nucleo vitale, dominato dalle sue forme dischiuse, senza limiti, e dalla sua luminosità dilagante. Si tratta del primo impiego non industriale ma espressivo della luce elettrica, un uso che sarà poi ripreso da artisti come Dan Flavin o Bruce Nauman negli anni settanta.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il contributo di Lucio Fontana all'arte spaziale?
  2. Lucio Fontana ha fondato l'Accademia di Altamira e sviluppato teorie artistiche che hanno portato alla creazione del Manifesto bianco e dei Manifesti dello Spazialismo, promuovendo l'idea di superare i limiti bidimensionali della tela e di appropriarsi dello spazio.

  3. Cosa rappresenta "Struttura al neon" nella carriera di Fontana?
  4. "Struttura al neon" è un'opera presentata alla Triennale di Milano nel 1951, che utilizza la luce come elemento espressivo e segno tracciato nel vuoto, rappresentando una sintesi della ricerca di Fontana sulla quarta dimensione e coinvolgendo il pubblico nell'opera.

  5. In che modo Fontana ha influenzato l'uso della luce nell'arte?
  6. Fontana ha utilizzato la luce elettrica in modo espressivo e non industriale, come visto in "Struttura al neon", influenzando artisti successivi come Dan Flavin e Bruce Nauman, che hanno ripreso questo approccio negli anni settanta.

Domande e risposte