LauraT1
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Concetti Chiave

  • Le imposte dirette aziendali includono IRPEF, IRES e IRAP, ciascuna con specifiche modalità di applicazione e aliquote diverse per individui, società e attività produttive.
  • La differenza tra IRPEF e IRES risiede nelle entità colpite: IRPEF interessa le persone fisiche e le società di persone, mentre IRES si applica alle società di capitali con un'aliquota fissa del 24%.
  • L'ammortamento, secondo la normativa sia civilistica che fiscale, permette di ripartire il costo di un bene nel tempo, influenzando l'utile e le tasse pagate dall'azienda.
  • La plusvalenza, generata dalla vendita di beni strumentali, può essere tassata interamente nell'anno di realizzo o diluita in cinque anni per i beni posseduti da almeno tre anni.
  • Le spese di manutenzione e riparazione possono essere dedotte fiscalmente fino al 5% del costo totale dei beni ammortizzabili, con possibilità di recupero nei cinque anni successivi se eccedenti.

Indice

  1. Le imposte dirette in ambito aziendale
  2. Differenza tra IRPEF e IRES
  3. Svalutazione crediti
  4. Ammortamento
  5. Plusvalenze
  6. Come funziona?
  7. Esercizio

Le imposte dirette in ambito aziendale

l’imposta è un prelevamento coattivo obbligatorio di ricchezza e colpisce in maniera diretta o indiretta.
Indiretta: ovvero IVA; l’imposta sul valore aggiunto che si applica sui beni e sulle prestazioni di servizio e
colpiscono il consumatore finale.
Diretta:
• IRPEF: (Imposta sul reddito delle persone fisiche), colpisce l’individuo.

L’Irpef Imposta progressiva a
scaglioni di reddito, colpisce il reddito in maniera progressiva più che proporzionale, (23 oltre al 75,
si paga il 43% di IRPEF).
IRES: (Imposta sul reddito di società), è un'imposta sul reddito delle società e colpisce la società
ovvero l’utile è proporzionale ovvero grava sul reddito applicando una sola aliquota del 24%.
• IRAP: (Imposta regionale attività produttive), è un’imposta regionale, ovvero che ogni regione ha il
proprio gettito fiscale cioè ha la propria aliquota, è proporzionale e si applica alle attività produttive
quindi si applica sulla produzione realizzata. L’aliquota è del 3,9%, però le regioni hanno la facoltà di
variare questa aliquota fino a un massimo di 0,92%.

Differenza tra IRPEF e IRES

Per le società di persone (IRPEF) prive di personalità giuridica ovvero che rispondono i soci con il proprio
capitale sia sociale che personale quindi in questo caso l'IRPEF colpirà l'imprenditore individuale e i soci della
società di persone, invece per le società di capitale (IRES) che hanno personalità giuridica e quindi,
rispondono con il loro capitale è l'IRES l'imposta che grava su questo reddito l'utile al 24%.
Come mai si parla di fiscalizzazione del reddito aziendale?
La legge che regolamenta la redazione del bilancio e tutti i principi contabili, i criteri di valutazione e i principi
contabili nazionali e internazionali (che riguardano le società quotate in borsa) sono ispirati al codice civile.
La redazione del bilancio è ispirata ad un principio fondamentale ovvero il principio della prudenza e come
criterio di valutazione essenzialmente il criterio del costo (cioè a quanto l’ho acquistato?) da inserire in
bilancio con tutti gli accorgimenti, ad esempio: le immobilizzazioni che hanno un costo storico e vengono
messe al netto di fondi, il costo storico è sempre il criterio massimo delle valutazioni.
Oltre a ciò il legislatore lascia una certa elasticità/flessibilità sulle voci e valori di bilancio, ad esempio quando
considero sfruttato molto il mio macchinario, non può essere ammortizzato in un modo classico, e bisogna
fare delle considerazioni soggettive ovvero che la quota di ammortamento è prevista grazie ad una soggettiva
valutazione dello sfruttamento del mio macchinario.
La normativa fiscale regolata dal DPR 917 (testo unico imposte sul reddito), disciplina la tassazione
l’imposizione fiscale del reddito e il T.T.U.I.R.
La normativa dice che ha come obiettivo quello di determinare il reddito da assoggettare a tassazione
maniera oggettiva quindi l’elasticità e la prudenza. Il fisco pretende da assoggettare a tassazione sia
uniforme, certo e oggettivamente verificabile senza problemi e dubbi. La normativa fiscale vuole eliminare
quelli che sono eventuali scelte soggettive dell’azienda.
Il reddito fiscale e reddito di bilancio sono la stessa cosa? No, perché il reddito di bilancio è frutto di una
redazione fatta in base a principi civilistici e soprattutto di prudenza, di criterio del costo e di elasticità, invece,
il reddito fiscale riguarda oggettivamente qual è il reddito su cui bisogna pagare le tasse.
Quali sono i principi tributari che definiscono costo deducibile?
Il costo deducibile è un costo che si può sottrarre.
Il costo è deducibile quando la normativa tributaria/fiscale lo consente nel calcolo del reddito fiscale.
- Un costo è deducibile se la legge fiscale lo permette.
- Un costo non è deducibile se la legge fiscale non lo permette.
Ciò significa che quello che si toglie nel bilancio civilistico bisogna aggiungerlo nel reddito fiscale.
I principi tributari che bisogna considerare sono:
1. Inerenza: il costo storico si può dedurre che riguarda l’attività di impresa.
2. Competenza fiscale:
- per i beni mobili: la competenza fiscale si considera la data di spedizione o di consegna del
bene;
- per i beni immobili: si considera la data di stipulazione del contratto;
- per i servizi: si considerano quando la prestazione sono ultimate, ad esempio la fattura del
commercialista.
3. Certezza e determinabilità: il costo deve essere documentato, ad esempio la fattura.
4. Iscrizione nel bilancio: apportati i costi in bilancio o i ricavi.
5. Imputabilità specifica: i costi in generale si devono riferire ad attività da cui derivano i ricavi; principio
della competenza economica ovvero che i costi vengono dedotti perché riferiti ai ricavi.
Reddito fiscale dell’impresa:
Si parte dal reddito d’esercizio, si sommano le variazioni in aumento ovvero i costi che non possono essere
dedotti oppure diminutivi cioè i ricavi che non sono imponibili sui quali si calcola l’imposta.
Reddito di bilancio
(utile dell’esercizio)
+
variazioni fiscali in aumento
(costi non deducibili fiscalmente)
-
variazioni fiscali in diminuzione
(ricavi non imponibili fiscalmente)
=
reddito fiscale
Il reddito fiscale e risultato economico dell'impresa rideterminato in relazione alle norme
tributarie (T.I.U.R)
Come si calcola il reddito fiscale da assoggettare all'IRES? Si calcola partendo con il reddito di
esercizio (utile) si aggiungono quei costi non deducibili fiscalmente (variazioni fiscali in aumento) e
si sottraggono i ricavi non imponibili fiscalmente (variazioni fiscali in diminuzione).
Reddito d’esercizio + variazioni fiscali in aumento - variazioni fiscali in
Diminuzione = reddito fiscale
Argomenti
• svalutazione dei crediti (pag. 93)
• ammortamento (pag. 92)
• trattamento delle spese di manutenzione e riparazione come funziona
• le rimanenze come funzionano nella valutazione fiscale
• plusvalenza

Svalutazione crediti

Civilisticamente parlando la svalutazione dei crediti la effettuiamo il 31/12 con le scritture di
assestamento per il principio della prudenza si effettuano varie ipotesi. Il legislatore civilistico fa delle
ipotesi.
Invece il legislatore fiscale dice che sui crediti commerciali (che derivano quindi dalla vendita di
merci, quindi fatture emesse e stornate con cambiali attive) la svalutazione/ il costo è deducibile in
ciascun esercizio nei limiti dello 0,50% del valore nominale non rettificato dei crediti commerciali,
questo si può fare solo se il fondo accantonato non ha raggiunto il 5% del valore nominale degli
stessi. Dunque lo 0,50% lo puoi dedurre quando il fondo non è arrivato al 5% dei crediti, nel momento
in cui supera il 5% allora l’eccedenza /la differenza che si è venuta a creare diventa una variazione
in aumento del reddito di bilancio. Esempio PAG.95

Ammortamento

Ammortamento civilistico: è un procedimento tecnico contabile con il quale si va a ripartire il costo storico
di un bene nei vari anni di utilizzo.
Ragioni per le quali si effettua l’ammortamento:
1) Per l’applicazione del principio della competenza economica che serve/esige per calcolare l’utile
d’esercizio che si prendano quei costi che hanno partecipato alla produzione (esempio: il fabbricato
parteciperà alla produzione con l’ammortamento, perché è un costo pluriennale, quindi in questo
caso occorre calcolare la competenza annuale, tramite l’ammortamento)
2) Per la sommatoria di tutti questi ammortamenti confluisce in un fondo che viene usato a rettifica
come posta rettificativa del costo pluriennale/del costo storico, per capire quanto vale oggi il
fabbricato/del cespite, (che valore contabile ha il fabbricato).
3) Ammortamento fiscale/vantaggio fiscale: ovvero che è possibile abbattere le tasse per
l’ammortamento, perché aumentano i costi e automaticamente la differenza tra ricavi e costi
andrebbe a diminuire l’utile e quindi andrebbero a diminuire anche le tasse (meno utile, meno
tasse); le tasse sono proporzionate alla base imponibile ovvero aumenta la base imponibili e aumenta
il calcolo percentuale.
La normativa civilistica (codice civile) stabilisce che l’ammortamento inizia quando il bene è disponibile o
pronto all'uso (cioè nel momento in cui ho il bene).
La normativa fiscale, si presenta sempre più vincolante: dice che le quote di ammortamento del costo/dei
beni strumentali, sono deducibili a partire dall'anno in entrata in funzione del bene (cioè il bene nel momento
in cui lo faccio funzionare, allora bisogna fare l’ammortamento fiscale).
Ci sono casi particolari:
- I beni il cui costo non è superiore a 516,46 € vige l’ammortamento integrale (ad esempio: se io ho
comprato un software che costa 450 €, io posso ammortizzarlo integralmente nell'anno, posso
portarlo in deduzione integralmente).
- Nel primo esercizio di entrata in funzione del bene il coefficiente va ridotto alla metà, ovvero che
fiscalmente parlando, se la percentuale di ammortamento ad esempio è del 20%, va ridotto alla metà.
❖ Le quote di ammortamento sono fiscalmente deducibili se sono calcolati in misura non superiore
a quella risultante dall’applicazione dei coefficienti stabiliti da un’apposita tabella approvata con
decreto del ministero dell’Economia e delle Finanze, (ad esempio, macchinario 25%, fabbricato
3/4%, i coefficienti sono stabiliti da apposita tabella, se l’ammortamento non è stato calcolato in
misura superiore a questo è possibile fiscalmente dedurre).
Se:
l’ammortamento fiscale ≥ ammortamento civilistico
Non c’è nessuna variazione
Se:
L’ammortamento fiscale Variazione in aumento pari alla differenza tra i due valori

Plusvalenze

La plusvalenza: ricavo della vendita di beni strumentali.
Il bene strumentale viene ceduto e la plusvalenza si genera tra il prezzo di vendita e il valore contabile.
Il valore contabile di un bene è dato dal costo storico meno fondo ammortamento.
La plusvalenza (ricavi) può concorrere alla formazione del reddito imponibile in due maniere:
❖ O si inserisce quindi può concorrere per l’intero ammontare nell’esercizio in cui è stata realizzata;
❖ Oppure, se i beni posseduti da almeno tre anni, a scelta del contribuente, può concorrere alla
formazione del reddito, in quote costanti, nell’esercizio stesso e nei successivi esercizi ma non
altre il quarto, cioè viene divisa in cinque parte. La plusvalenza su delibera del consiglio/degli
amministratori, può essere frazionata in cinque anni.

Come funziona?

➢ Nel momento in cui io metto ad esempio 1000€ di plusvalenza intera, il fisco non dice nulla, perché
l’ho messa a formare i ricavi, quindi più sono alti i ricavi meglio è per il fisco.
➢ Invece, nel momento in cui si opta per frazionare (fare quindi un quinto della plusvalenza), cioè che
in sede di dichiarazione, gli amministratori decidono che è possibile dividere la plusvalenza in
cinque anni.
Quale meccanismo bisogna fare come procedura?
Variazione in diminuzione di 1000
Variazione in aumento di 200

Esercizio

La deducibilità fiscale dei costi inerenti alle spese di manutenzione e riparazione
Introduzione:
Cosa riguardano e dove figurano le spese di manutenzione e riparazione?
Riguardano il bene strumentale e vengono inseriti nel conto economico nei costi di servizio, generalmente
sono costi d’esercizio.
Le spese di manutenzione/collaudo, viene imputata al bene ovvero la fattura della spesa viene registrata
con il macchinario, questo concetto è chiamato patrimonializzazione (cioè la spesa inerente al cespite, viene
registrata usando il conto macchinario/ il conto del cespite), ciò va ad aumentare il il costo del macchinario.
Ad esempio:
Macchinario 50.000 € dare
Iva a credito 11.000 € dare
Debiti v/ fornitori 61.000 € avere
Quindi la spesa aumenta il valore e aumenta l’ammortamento e quindi più costi (quindi più costi, meno
utile, meno tasse).
(La lezione non riguarda le spese di patrimonializzazione)
Ma le spese inserite nel conto economico
Spese inserite nel conto economico e figurano nei costi d’esercizio:
Le spese di manutenzione/riparazione, non patrimonializzate sono deducibili (è possibile abbattere il
reddito) nel limite del 5% del costo complessivo di tutti i beni ammortizzabili che risulta nel registro dei
beni ammortizzabili, ovvero io prendo il valore di tutti i beni ammortizzabili presente nel registro dei beni
moltiplicando per 5, però la legge dice di prendere in considerazione:
▪ Il valore che risulta all'inizio dell'esercizio se l’impresa opera da più anni;
▪ Se invece è di nuova costituzione e quindi non ho un passato, il valore verrà preso da un registro al
termine dell'esercizio.
Come funziona?
Prendo i costi di manutenzione del conto economico, prendo il limite dei costi di manutenzione quindi deve
essere del 5% deducibile.
Se il costo di manutenzione messo nel C.E.
>
Del costo di manutenzione fiscalmente permesso
=
Allora la variazione fiscale è in aumento
Differenza c’è tra costo di ammortamento, costo di svalutazione e costo di spese di
manutenzione?
❖ Il costo di ammortamento e il costo di svalutazione, non le pago;
❖ Mentre, il costo di spese di manutenzione, le pago, quindi sulla spesa di manutenzione la legge dice
quello che hai messo in bilancio è maggiore di quello che ti era permesso dedurre e quindi c’è una
variazione fiscale in aumento, tuttavia la legge dice che siccome le spese di manutenzione tu le
sostieni (l’azienda), questo importo, questo quinto è possibile dedurlo in diminuzione nei cinque
esercizi/anni successivi.
Perché materialmente io la spesa la sostengo, a differenza invece, dell'ammortamento che viene
usato solo per abbattere l’utile, la svalutazione non la spendi viene usata solo per abbattere l’utile
come costo.
Tuttavia, questi costi di manutenzione possono essere recuperati nei cinque anni successivi
mettendo in questo caso la variazione di un quinto in diminuzione.
Successivamente la legge dice, che se la manutenzione derivano da un contratto periodico ovvero
se ci sono dei beni assoggettati al contratto annuale, allora è possibile portare quei canoni /quei
beni in deduzione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la differenza principale tra IRPEF e IRES?
  2. L'IRPEF è un'imposta progressiva sul reddito delle persone fisiche, mentre l'IRES è un'imposta proporzionale sul reddito delle società di capitale, applicata con un'aliquota del 24%.

  3. Come si calcola il reddito fiscale da assoggettare all'IRES?
  4. Si parte dal reddito d'esercizio, si aggiungono i costi non deducibili fiscalmente e si sottraggono i ricavi non imponibili fiscalmente per ottenere il reddito fiscale.

  5. Quali sono i principi tributari che definiscono un costo deducibile?
  6. I principi includono inerenza, competenza fiscale, certezza e determinabilità, iscrizione nel bilancio e imputabilità specifica.

  7. Come funziona la svalutazione dei crediti secondo la normativa fiscale?
  8. La svalutazione dei crediti è deducibile nei limiti dello 0,50% del valore nominale non rettificato dei crediti commerciali, a condizione che il fondo accantonato non superi il 5% del valore nominale.

  9. Qual è il trattamento fiscale delle plusvalenze derivanti dalla vendita di beni strumentali?
  10. Le plusvalenze possono concorrere alla formazione del reddito imponibile per l'intero ammontare nell'esercizio in cui sono realizzate o, se i beni sono posseduti da almeno tre anni, possono essere frazionate in cinque anni.

Domande e risposte