Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Il principio dell'utilità marginale decrescente aiuta a comprendere le scelte di spesa dei consumatori.
  • Il prezzo di un bene riflette l'utilità marginale percepita dal consumatore per l'ultima unità acquistata.
  • L'acquisto di beni dipende dall'utilità marginale che ogni bene offre per ogni euro speso.
  • I consumatori tendono a comprare beni che forniscono la maggiore utilità marginale inizialmente.
  • Con l'aumento del consumo di un bene, l'utilità marginale scende, inducendo il consumatore a diversificare gli acquisti.

Utilità come criterio di spesa

Il principio dell'utilità marginale decrescente può fornire un criterio per capire le scelte di spesa del consumatore in termini di tipo e quantità dei beni acquistati.
Infatti, il prezzo pagato dal consumatore misura futilità, marginale che egli ottiene dall’ultima porzione che acquista di un prodotto. Se per esempio acquistiamo un kilogrammo di pane per 2,50 euro, significa che 2,50 euro è il valore che noi attribuiamo all'utilità che ricaviamo da un kilogrammo di pane. Ma se nella nostra credenza ci fossero già dieci kilogrammi di pane, non saremmo disposti a spendere 2,50 euro per avere l'undicesimo kilogrammo. Quest'ultimo infatti, per la legge dell'utilità marginale decrescente, non sarebbe in grado di darci un'utilità pari al primo e per tale ragione noi non saremmo disposti a pagarlo lo stesso prezzo.

Così il consumatore, poiché all'aumentare delle porzioni consumate di un bene ne ricava un'utilità marginale via via decrescente acquisterà di volta in volta il bene che è in grado di offrire l'utilità maggiore per ogni euro di spesa.
Se per esempio il pane è il bene che in quel momento fornisce l'utilità più alta, il consumatore inizierà acquistando pane. Tuttavia, poiché man mano procede nel consumo del pane la sua utilità marginale diminuisce, prima o poi finirà per passare l'acquisto di un altro bene, la cui utilità sarà ora superiore a quella del pane.

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