Concetti Chiave
- Le scritture di completamento riguardano operazioni di competenza dell’esercizio non contabilizzate in precedenza, come interessi sui conti correnti e crediti o debiti da liquidare.
- Le scritture di integrazione rilevano ricavi e costi di competenza dell’esercizio non registrati in precedenza, come svalutazione dei crediti e ratei attivi e passivi.
- Le scritture di rettifica servono a stornare componenti di reddito non di competenza dell’esercizio, includendo rimanenze e risconti.
- Le scritture di ammortamento ripartiscono il costo dei beni strumentali tra più esercizi, rappresentando il consumo del bene nei vari anni di utilizzo.
- I fondi oneri futuri e fondi rischi coprono costi e rischi incerti, come manutenzioni programmate e responsabilità civile, secondo il principio di prudenza.
SCRITTURE DI COMPLETAMENTO: sono riferite a operazioni di competenza dell’esercizio non contabilizzate in precedenza perché la relativa variazione finanziaria può essere rilevata soltanto alla fine del periodo amministrativo.
INTERESSI MATURATI SUI CONTI CORRENTI
Gli interessi sui conti correnti bancari vengono rilevati solo periodicamente. Essi vengono contabilizzati al lordo della ritenuta fiscale d’acconto del 27%.
Banca X c/c (per la differenza) - Dare
Titolare c/ritenute subite - Dare
Interessi attivi bancari - Avere
CREDITI E DEBITI DA LIQUIDARE
Nel caso in cui alla fine del periodo amministrativo non sono ancora pervenuti od emessi alcuni documenti riguardanti operazioni di competenza dell’esercizio, possono sorgere:
• Crediti per fatture da emettere, relativi a vendite di merci consegnate ma non ancora fatturate;
• Debiti per fatture da ricevere, relativi ad acquisti di merci o a servizi forniti da terzi per i quali non sono ancora pervenute le relative fatture differite.
L’importo delle FATTURE DA EMETTERE comprende l’IVA a debito in quanto l’imposta è esigibile nel mese in cui è effettuata l’operazione di spedizione o consegna delle merci e di conseguenza, per le vendite effettuate nel mese di dicembre, entra nella liquidazione del mese di dicembre.
Merci c/vendite - Avere
IVA ns/debito - Avere
Fatture da emettere - Dare
Nel caso di FATTURE DA RICEVERE, occorre considerare due ipotesi:
• Se la fattura viene registrata entro il 16 gennaio, oltre al costo delle merci e/o di forniture di servizi (trasporti) ottenute e fatturate in dicembre, viene indicata anche l’IVA a credito;
Merci c/acquisti - Dare
IVA ns/credito - Dare
Fatture da ricevere - Avere
• Se la fattura riguardante servizi ottenuti in dicembre (utenze) viene emessa e ricevuta a gennaio, non si indica l’IVA a credito, in quanto scatta nel momento del pagamento (sarà poi detraibile il mese successivo).
Costi per servizi - Dare
Fatture da ricevere - Avere
Dopo aver rilevato gli importi delle fatture da emettere e delle fatture da ricevere, occorre riepilogare l’IVA a debito e l’IVA a credito, compreso l’acconto già versato il 27 dicembre, nel conto IVA c/liquidazione.
STRALCIO DI CREDITI INESIGIBILI
Alla fine del periodo amministrativo, occorre procedere ad un esame analitico di tutti i crediti.
Perdite su crediti - Dare
Crediti / Cambiali insoluti - Avere
TFR
Ogni anno, ciascun lavoratore accantona una quota di TFR che gli verrà liquidata al momento della cessazione del rapporto di lavoro.
a) Retribuzione annua: 13,50
b) Rivalutazione dei debiti per TFR preesistenti: (1,50% + 75% incremento indice ISTAT)
c) – Rivalsa contributi: 0,50% sulle retribuzioni annue
d) – Ritenuta fiscale 11% sulla rivalutazione dei debiti per TFR (da versare allo Stato)
TFR = a + b – c (al lordo della ritenuta fiscale)
DEBITI PER TFR = a + b – c – d
TFR - Dare
Debiti per TFR - Avere
Debiti per ritenute da vers. - Avere
IMPOSTE DI COMPETENZA
Si iscrivono nel conto Imposte dell’esercizio: le imposte da versare a fine anno, però, derivano dalla differenza fra le imposte dell’esercizio al 31/12 e l’acconto già versato.
Imposte d’esercizio - Dare
Imposte c/acconto - Avere
Debiti per imposte (differenza) - Avere
SVALUTAZIONE DEI CREDITI
A fine esercizio, i crediti e i debiti possono essere:
• Già liquidati: definiti rispetto al nominativo del debitore o del creditore, all’importo e alla scadenza;
• Da liquidare: non ancora definiti in alcuni termini in quanto non si sono ricevuti i relativi documenti.
I CREDITI si valutano al presunto valore di realizzo.
I DEBITI si valutano al presunto valore di estinzione (che non può essere inferiore al nominale).
Per quanto riguarda i crediti, dopo aver stralciato quelli di sicura inesigibilità, si deve riservare particolare attenzione ai crediti di dubbia esigibilità.
Per ogni credito, si determina la perdita per inesigibilità che si teme di dover subire, procedendo ad una svalutazione specifica ed iscrivendone la rettifica nel conto Fondo svalutazione crediti.
Sul totale complessivo dei crediti (crediti esigibili + valore di presunto realizzo dei crediti specifici), si procede ad un’ulteriore svalutazione generica che trova contropartita nel conto Fondo rischi su crediti.
• Fondo svalutazione crediti: accoglie le svalutazioni specifiche derivanti da un processo di valutazione individuale dei crediti;
• Fondo rischi su crediti: accoglie le svalutazioni generiche derivanti da un processo di valutazione globale dei crediti.
RATEI ATTIVI E PASSIVI
L’impresa, spesso, nello svolgimento della sue gestione compie delle operazioni che si prolungano da un esercizio all’altro.
Questi costi/ricavi a scadenza posticipata, devono essere ripartiti tra i due esercizi in proporzione al tempo. Il loro importo va quindi scisso in due quote:
• La quota già maturata va riferita all’esercizio e viene detta RATEO;
• La quota non ancora maturata va invece riferita all’esercizio successivo e sarà rilevata al momento del pagamento/riscossione.
RATEO: quota di uscita o di entrata futura che misura un costo o un ricavo già maturato ma non ancora liquidato perché la relativa manifestazione finanziaria avrà luogo in futuro.
• Il rateo è passivo quando misura un componente negativo di reddito, maturato ma non ancora rilevato.
• Il rateo è attivo quando misura un componente positivo di reddito, maturato ma non ancora rilevato.
FONDI ONERI FUTURI
In base al principio della prudenza, l’impresa deve tener conto in sede di bilancio anche dei costi attribuibili all’esercizio per i quali è certo soltanto che la manifestazione finanziaria avverrà in futuro, essendo indeterminati l’importo e la data di pagamento.
FONDI ONERI FUTURI: valori finanziari presunti che misurano componenti negativi di reddito di competenza dell’esercizio, per i quali sono ancora incerti l’importo e la data di pagamento.
La valutazione dei fondi oneri futuri consiste in stime che avranno in futuro un loro riscontro.
Fra tali fondi ricordiamo:
• Fondo garanzie prodotti: le imprese coprono l’impegno assunto contrattualmente nei confronti dei clienti di effettuare sostituzioni o riparazioni gratuitamente, entro un certo periodo dalla consegna;
• Fondo manutenzioni programmate: talune imprese ripartiscono il costo della manutenzione nei vari anni di utilizzo del bene;
• Fondo buoni sconto e concorsi a premio: con il quale le imprese coprono i costi legati alle offerte promozionali (assegnazione premi o buoni sconto)
FONDI RISCHI
Sull’imprenditore grava il rischio economico, vale a dire il rischio che l’impresa non consegua un risultato economico positivo. Il rischio economico è un rischio generale; sull’attività d’impresa, gravano anche rischi di tipo specifico, legati al verificarsi di particolari eventi dannosi.
FONDI RISCHI: sono destinati a coprire perdite connesse ad operazioni già compiute di cui è incerto se, quando e per quale importo si manifesteranno.
Fra tali fondi ricordiamo:
• Fondo per imposte: fronteggia il rischio di esborsi dovuti a decisioni sfavorevoli delle commissioni tributarie;
• Fondo responsabilità civile: fronteggia il rischio che l’impresa causi dei danni a terzi non coperti da una polizza assicurativa.
RIMANENZE
Le rimanenze devono essere iscritte nell’inventario al costo di acquisto o di produzione oppure al valore di realizzo desumibile dall’andamento del mercato, se minore.
Merci - Dare
Merci c/rimanenze finali - Avere
RISCONTI
Nel corso del periodo amministrativo l’impresa può effettuare dei pagamenti e delle riscossioni connesse a costi e ricavi a regolamento anticipato che danno la loro utilità o vengono goduti per più esercizi. Al termine dell’esercizio quindi:
• La parte già maturata economicamente è il costo o il ricavo di competenza dell’esercizio;
• La parte non ancora maturata economicamente, cioè il risconto, deve essere stornata dal reddito dell’esercizio in corso.
RISCONTO: quota di costi o di ricavi non ancora maturate ma che hanno già avuto la loro manifestazione finanziaria.
• I risconti attivi riguardano costi da rinviare ai prossimi esercizi (costi sospesi);
• I risconti passivi riguardano ricavi da rinviare ai prossimi esercizi (ricavi sospesi).
Fitti passivi - Avere
Risconti attivi - Dare
Il sorgere del debito o l’uscita di denaro misurano un costo pluriennale che deve essere ripartito in più anni perché il bene partecipa al processo produttivo per diversi periodi amministrativi successivi.
AMMORTAMENTO: procedimento mediante il quale un costo pluriennale viene ripartito tra più esercizi successivi di durata utile del bene, facendolo concorrere per quote alla formazione del reddito in ogni esercizio.
COSTO STORICO: valore del bene all’atto dell’acquisto. Rappresenta anche la base per il calcolo dell’ammortamento.
QUOTA D'AMM.: esprime il consumo di quel bene in relazione al singolo anno di utilizzo.
Tale valore trova rappresentazione nella SE in quanto costo di competenza.
FONDO D’AMM.: è dato dalla somma delle varie quote che si sono stratificate nei vari anni in cui il bene è stato utilizzato.
È anche un modo per rettificare il costo storico; in quest’ottica, il fondo ammortamento trova rappresentazione in SP nelle passività a fronte del costo storico che è iscritto nelle Immobilizzazioni (metodo tradizionale).
Ammortamento automezzi - Dare
Fondo amm. automezzi - Avere
Domande da interrogazione
- Qual è la funzione delle scritture di completamento?
- Come vengono gestiti i crediti e debiti da liquidare alla fine del periodo amministrativo?
- Cosa comporta la svalutazione dei crediti a fine esercizio?
- Qual è il ruolo dei fondi oneri futuri e dei fondi rischi?
- In che modo le scritture di ammortamento influenzano il bilancio?
Le scritture di completamento si riferiscono a operazioni di competenza dell’esercizio non contabilizzate in precedenza, poiché la variazione finanziaria può essere rilevata solo alla fine del periodo amministrativo.
Alla fine del periodo amministrativo, i crediti e debiti da liquidare includono crediti per fatture da emettere e debiti per fatture da ricevere, con l'IVA a debito o a credito a seconda della registrazione delle fatture.
La svalutazione dei crediti a fine esercizio implica la valutazione dei crediti al presunto valore di realizzo, con specifiche svalutazioni iscritte nel Fondo svalutazione crediti e svalutazioni generiche nel Fondo rischi su crediti.
I fondi oneri futuri coprono costi di competenza dell’esercizio con manifestazione finanziaria futura incerta, mentre i fondi rischi coprono perdite connesse a operazioni già compiute di cui è incerto se, quando e per quale importo si manifesteranno.
Le scritture di ammortamento ripartiscono il costo pluriennale di un bene strumentale tra più esercizi, contribuendo alla formazione del reddito in ogni esercizio e rettificando il costo storico attraverso il Fondo d’ammortamento.