Concetti Chiave
- L'azienda deve valutare la solvibilità dei crediti alla fine dell'anno per identificare eventuali mancati incassi.
- La svalutazione dei crediti rappresenta un costo per l'azienda e serve a rettificare indirettamente il reddito tramite il fondo svalutazione crediti.
- Il principio della prudenza richiede di considerare i costi presunti, ma non i ricavi presunti, nella registrazione contabile.
- Un esempio include lo stralcio di un credito insoluto, registrato come una perdita equivalente al valore del credito inesigibile.
- La svalutazione può essere specifica, basata su un rischio identificato, o generica, applicata a crediti residui a un tasso stabilito.
Registrazione stralcio e svalutazione crediti
L’impresa al 31/12 deve anche analizzare la solvibilità di crediti già scaduti o scadenti nel prossimo anno. Deve poi registrare, in base a stime, l’eventuale mancata riscossione dell’intero importo di un credito o di una parte di esso. L’eventuale parte che si prevede di non riscuotere deve essere registrata in contabilità e rappresenta per l’impresa un costo (svalutazione crediti) e contemporaneamente una rettifica “indiretta” dell’importo del reddito (fondo svalutazione crediti).
Questa operazione deve essere effettuata in base al principio generale stabilito dal codice civile, ovvero il principio della prudenza.
Es. l’impresa stralcia un credito insoluto per 300€
VE- Perdita sui crediti 300
VF- Crediti insoluti 300
Stralciato credito insoluto
Es. l’impresa svaluta del 40% il credito sorto verso il cliente Rossi di 600€ (svalutazione specifica)
600x40%=240: svalutazione specifica del cliente
VE- Svalutazione crediti 240
VF- Fondo svalutazione crediti 240
Registrata svalutazione specifica
Es. svaluta i crediti residui di un rischio generico del 3% del loro valore (svalutazione generica)
VE- Svalutazione crediti 332
VF- Fondo svalutazione crediti 332
Registrata svalutazione generica