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Concetti Chiave

  • David Ricardo sviluppò la teoria dei costi comparati nel 1817 per spiegare i vantaggi del commercio internazionale.
  • La teoria si basa sulla variazione delle risorse produttive naturali e umane tra i paesi, influenzando le loro decisioni di importazione.
  • Secondo Ricardo, i paesi beneficiano importando beni la cui produzione è limitata da fattori interni.
  • La teoria è criticata per il suo modello semplificato che considera solo il lavoro come fattore produttivo.
  • Ricardo non considera l'influenza dei cambi sui prezzi e ipotizza uno scambio bilaterale limitato a due beni.
Il teorema dei costi comparati
Tra i primi studiosi che hanno cercato di individuare i vantaggi derivanti dal commercio internazionale fu David Ricardo che nel 1817 formulò la teoria dei costi comparati.
Egli partiva dalla constatazione che ogni paese possiede in misura diversa:
- risorse produttive naturali;
- risorse produttive dovute all’uomo.

Ogni paese, quindi, troverà conveniente importare quei beni la cui produzione è impedita o ostacolata da fattori naturali o umani.
La teoria di Ricardo, però, non è immune da critiche.

In primo luogo, l’economista inglese ha ipotizzato un modello economico nel quale l’unico fattore della produzione è rappresentato dal lavoro; Ricardo, inoltre, non solo ipotizza uno scambio bilaterale limitato a due beni, ma non tiene conto dell’influenza dei cambi sui prezzi interni ed internazionali.

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