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Concetti Chiave

  • La Straight Photography, nata all'inizio del '900, si oppone al pittorialismo e promuove un'immagine pura senza manipolazioni, influenzando la fotografia documentaria e il fotoreportage negli USA.
  • Lewis Hine ha documentato trasformazioni sociali con fotografie che denunciano ingiustizie come il lavoro minorile, contribuendo a riforme sociali e sensibilizzando l'opinione pubblica.
  • Dorothea Lange, famosa per la "Migrant Mother", ha utilizzato la fotografia per documentare le difficoltà delle aree rurali durante la Grande Depressione, ottenendo un impatto sociale immediato.
  • Henri Cartier-Bresson, pioniere del fotogiornalismo, è noto per il concetto di "momento decisivo", catturando la vita quotidiana con un approccio artistico e sociale.
  • Magnum Photos, fondata da Cartier-Bresson, Capa e altri, rivoluziona l'industria fotografica dando ai fotografi controllo sui loro lavori, promuovendo l'autonomia e la creatività nel fotogiornalismo.

Indice

  1. Straight Photography
  2. Lewis Hine
  3. Dorothea Lange
  4. Street Photography
  5. Henri Cartier-Bresson
  6. Magnum Photos
  7. Robert Capa
  8. Joseph Koudelka
  9. Pact troops invasion

Straight Photography

La Straight photography nasce nella prima metà del ‘900 in opposizione al pittorialismo.
Il termine compare per la prima volta nel 1907 sulla rivista Camera Work.
Ebbe particolare importanza negli USA in relazione alla diffusione della fotografia documentaria, della figura del fotoreporter, e dell'attenzione da parte dei giornali per le questioni sociali
messaggio straight photography = qualunque cosa in grado di alterare la fotografia rende meno puro lo scatto e, quindi, meno vero.
Tecnicamente, questo significa un netto distacco dall'utilizzo di filtri o obiettivi pre-esposti e di particolari procedimenti di sviluppo e stampa.

Lewis Hine

Dedicò gli anni 20 a una serie di work portraits sottolineando il contributo tra uomo e macchina industriale nella costruzione del progresso, in particolare seguì la costruzione dell’empire state building.
Grazie a lui l’america può ripercorrere le grandi trasformazioni del ‘900.
Prima di molti altri Hine capì la potenza della fotografia come mezzo di denuncia e strumento per promuovere riforme sociali. Il suo scopo è quello di documentare la realtà dell'uomo.
Nacque nel 1874 a Oshkosh, la morte prematura del padre lo costrinse a lavorare sin da giovane per sostenere la famiglia iniziando a lavorare in una fabbrica, poi in una campagna di filtri per l'acqua e in una banca. Nel 1900 si iscrive all'università di Chicago dove studia scienze dell’educazione.
Hine è testimone della nascita e del progresso di una grande nazione a spese della giustizia sociale. I suoi reportage sono incentrati sulle grandi città e sono considerabili il contraltare “metropolitano” ai reportage rurali di Dorothea Lange.
Sentì la necessità di sensibilizzare l'opinione pubblica e la politica sul tema dell’imigrazione ; New York era diventata meta di numerosi migranti, suscitando sentimenti di intolleranza nei cittadini.
Per Hine, la fotografia divenne un supporto alla sua attività di insegnante, con l’obiettivo di crescere generazioni consapevoli e scuotere le coscienze, facendo nascere il reportage ad Ellis Island nel quale Hine attraversò, con le sue classi il principale punto d'ingresso per gli immigrati.
Nel 1908 Hine deicde di dedicarsi completamente alla fotografia, e il ational Child Labor Committee (NCLC) gli commissiona un’inchiesta sul lavoro minorile.. Per documentare le condizioni di lavoro dei bambini il fotografo viaggiò per 10 anni.
l lavoro minorile era considerato quasi normale nell’America del primo ‘900, però i capi volevano tenere nascosto il fenomeno e quindi non erano contenti della presenza di un fotografo, per questo Hine dovette fingersi un fotografo industriale, un assicuratore e un venditore di bibbie. Hine inoltre realizzava una scheda di ciascun bambino. Questi scatti sono in posa perché realizzati in ambienti con scarse condizioni di luce.
Queste fotografie testimoniano la mancanza di umanità ella politica che consentiva ciò; per hine la forza di questi scatti risiede nell’accumulo in quanto mette in evidenza realmente la realtà del lavoro minorile ;e ha inoltre contribuito in modo decisivo al dibattito sul lavoro minorile che ha portato, nel 1916, alla sua abolizione.
Hine è stato capace di comunicare il sentimento di un’epoca in modo estremamente eloquente. fino alla morte si focalizzò principalmente sul tema del lavoro declinandolo in tutte le sue sfaccettature, dalle condizione di sfruttamento fino alla celebrazione delle grandezza degli uomini con le immagini della costruzione dell’empire state building, queste foto raccontano la dignità del mondo del lavoro; in questa impresa hanno contribuito 3400 operai e Hine ha vissuto assieme a loro imparando a conoscerli.

Dorothea Lange

Fotografa documentarista nata nel New Jersey nel 1895, trascorre un'infanzia segnata dalla malattia e problemi familiari; nel 1917 si iscrive alla Clarence White School di New York, dove apprese le tecniche del ritratto in grande formato; un anno dopo parte per una spedizione fotografica attraverso il mondo e l’anno successivo si trasferì a S. Francisco dove avviò uno studio fotografico di successo.
Abbandonò progressivamente la ritrattista dedicandosi alla fotografia sociale, frequenta alcuni fondatori del Gruppo F/64 e aderì alla filosofia della "straight photography".
Partecipa ad un progetto di documentazione dei problemi sociali legati alla depressione delle Aree rurali. Collabora alla nascita della Magnum photos ed è tra i fondatori della rivista Aperture. Nel dopoguerra lavorò come fotografa di life.
A causa delle cattive condizioni di salute la sua attività subisce una brusca battuta d'arresto..
La sua opera attira l’attenzione della FSA, e fotografa i contadini che hanno abbandonato le campagne per il Dust Bowl)tempeste di sabbia che hanno spazzato via terreni agricoli).
La Migrant Mother è l’immagine identifica della grande depressione, in quanto incarna la sofferenza di un’intera nazione a manche una madre che protegge i figli nonostante tutto diventando un efficace strumento politico. La fotografia scattò la foto a Nipoma mentre stava transitando con la sua auto nei pressi di un campo che ospitava oltre duemila braccianti impiegati nella raccolta dei piselli, fuori dal campo nota una donna con alcuni bambini; riprende la scena da lontano e poi si avvicina.
Sul S. Francisco News vengono pubblicati un paio di quegli scatti e il giorno dopo appare un articolo con il ritratto della donna: L’effetto è immediato. Al campo arrivano generi alimentari e vestiti, dottori e medicinali: la Migrant Mother aveva cominciato a manifestare il suo potere comunicativo.
Quel volto sofferente ma dignitoso, inoltre, negli anni successivi diventa familiare a milioni di americani.
Nel 1970 si scopre l'identità della donna il cui nome è Florence Thomson, discende dai tristemente denominati “pellerossa” deportati in Oklahoma dal governo americano lungo il sentiero delle lacrime. La donna dichiara di essersi sentita in imbarazzo durante l'incontro con la Lange e che odiava quegli scatti che hanno fatto la fortuna della fotografa ma non quella del suo soggetto.
Il figlio si rivolse al S. Jose mercury News che pubblicò questa storia portando a Florence qualche tardivo beneficio.
reportage fotografico= Servizio fotografico effettuato a scopo documentaristico dove si verificano avvenimenti/situazioni di particolare interesse.

Street Photography

La street photography fa largo uso dei principi e delle tecniche della Straight photography, il suo obiettivo è quello di essere uno specchio della società con una spiccata enfatizzazione della componente ironico-artistica.
Le fotografie appartenenti a questo genere vengono generalmente scattate con obiettivi "normali" e senza l'ausilio del colore, proprio per dare massima evidenza e naturalità all'attimo umano catturato. I soggetti tipici di questa corrente sono gli attimi di vita quotidiana che generalmente passano inosservati. La street photography non necessita la presenza di un ambiente urbano, il termine “street” fa riferimento ad un luogo generico di attività umana ma il soggetto può anche essere privo di persone.
Molti fotografi di strada rientrano nella scuola umanista, corrente francese che mette al centro l’essere umano nei suoi vari contesti sociali osservando maggiormente il quotidiano; in questa corrente i fotografi cercano di catturare anche le emozioni dei protagonisti che hanno lo stesso valore del contesto.

Henri Cartier-Bresson

Henri Cartier-Bresson è un fotografo francese pioniere del fotogiornalismo (occhio del secolo), ha contribuito a portare la fotografia surrealista ad un pubblico più ampio ed è uno dei massimi esponenti della fotografia umanista.
Nasce a Chanteloup nel 1908 da una ricca famiglia, prova ad intraprendere la carriera di pittore, si avvicina negli anni ‘20 al movimento surrealista dal quale eredita l' interpretazione dei dettagli.
Gli scarsi risultati in pittura li fanno scoprire la fotografia, e le foto surrealiste scattate durante i suoi viaggi lo rendono famoso come art-photographer a New York , Nel 1937 inizia a dedicarsi al foto giornalismo dopo un periodo di apprendistato come regista da Jean Renoir. Durante la 2° guerra mondiale viene catturato dai nazzisti ma riesce a scappare a documentare la liberazione di parigi nel 1944.
È tra i fondatori della Magnum photos e nel 53 pubblicata “Il momento decisivo" (bibbia del fotoreportage)
Cartier Bresson ha sempre considerato la fotografia come una forma d’arte, Usava la sua Leica come “album da disegno meccanico” e si dimostrò in grado di ritagliare immagini della vita quotidiana andando al cuore del momento.
Negli anni ’30 maturò una coscienza politica e sociale, che lo portò ad impegnarsi nel fotogiornalismo.
Il suo approccio prevedeva di allineare “ testa, occhio e cuore”, e di scattare più fotografie possibili, finche’ non ne emerge una in cui tutti gli elementi sono disposti perfettamente.
Nel 1939 si è arruolato nell’esercito francese come caporale nell’unità addetto alle fotografie, viene catturato dai nazisti ma riesce a scappare e a documentare l’occupazione nazista di Parigi e la sua liberazione, quest’ultima simbolo della disfatta tedesca.
Oggi nella street photography si usano numerosi tipi di macchine fotografiche portatili, o addirittura lo smartphone. In alternativa all’autofocus una tecnica di messa a fuoco comune è la messa a fuoco a zona utilizzando obiettivi grandangolari.

Magnum Photos

Fondatori: Henri Cartier-Bresson, David Chim Seymour, George Rodge, Robert Capa.
L'agenzia nacque da un'idea di Robert Capa che cambierà la storia della fotografia; Capa non accettava che le foto dei reporter che lavoravano per le agenzie dell’epoca, una volta consegnate divenissero proprietà della testata, senza alcun tipo di riconoscimento per chi le avesse scattate. Così voleva fondare una società cooperativa che accogliesse l’arte dei migliori fotoreporter del mondo riconoscendo loro autonomia e diritto d’autore.
L'etica professionale di Magnum prevede, che le immagini scattate rimangano di proprietà del fotografo e non delle riviste dove esse vengono pubblicate.
Il nome magnum fu scelto per due ragioni: una era il nome di un vino francese che accompagnava i fondatori durante le loro discussioni; la seconda è perché la parola in latino esprime grandezza.
I fondatori erano di nazionalità diverse ed avevano acquistato grande sensibilità negli anni della seconda guerra mondiale; inizialmente l’agenzia aveva due sedi una a New York e una Parigi per poi aggiungerne una Tokyo e una Londra .
I membri della cooperativa si impegnano sin dagli esordi a pretendere dagli editori il controllo della messa in pagina delle immagini e la verifica delle didascalie. Inoltre decisero di detenere la proprietà dei negativi, fatto nuovo per l'epoca.
Ogni fotografo/a poteva decidere dove, come e per chi lavorare. La libertà d'azione significava anche poter concedersi reportage più personali. I fondatori si concentrarono ognuno su una parte diversa del mondo: Bresson = Asia, Rodger = Africa, Seymour = Europa e Capa rimase pronto a partire per ogni dove.
Il circolo Magnum andò ad allargarsi aggiungendo giovani di talento.
Nessun fotografo è uguale all'altro e la forza del gruppo nasce proprio dalla diversa creatività e dalle imprese individuali di ognuno.
Poiché questi reportage non trovano spesso spazio sufficiente sulle riviste, i fotografi sperimentarono senza limiti e confini. Grazie a questa politica incentrata sulla tutela del fotografo, l’agenzia ha raccolto attorno a sé i migliori fotografi permettendogli di esprimere il personale significato di fotografia e il loro rapporto con il mondo documentato.
L'agenzia Magnum ha prodotto alcuni tra i più importanti e spesso drammatici reportage della seconda metà del 20esimo secolo, documentando guerre o eventi sociali , sottolineando alcuni aspetti della società non evidenziati nel giornalismo scritto.
A causa dell'impegno in prima linea dei propri membri, l'agenzia è stata funestata da episodi drammatici, quali la scomparsa nel primo decennio di vita di due soci fondatori.

Robert Capa

Robert Capa è stato il modello di ispirazione per molti giovani reporter, in suo onore ogni anno viene dato al miglior reportage fotografico che richiede doti eccezionalità di coraggio il premio Robert Capa Gold Medal Award.
Capa si spinse fin dove nessun altro prima aveva osato andare fotografando eventi bellici in modo diretto e ravvicinato.
Nasce a Budapest nel 1913, è considerato il primo e più famoso fotografo di guerra e documentò 5 conflitti: guerra civile spagnola, seconda guerra mondiale, seconda guerra sino-giapponese, prima guerra d'indocina e guerra arabo-israeliana
Studiò scienze all'università di Berlino, quando dovette trasferirsi a Parigi a causa delle leggi razziali iniziò a lavorare come fotografo freelance.
Capa si spinse fin dove nessun altro prima aveva osato andare.
Robert Capa è stato il prototipo del fotografo di guerra: la sua fu una vita spericolata, ma era consapevole del fascino personaggio, le sue raccontavano di sofferenza, miseria e caos.
Il suo sguardo è completamente immerso nella realtà che vuole rappresentare, cerca di limitare al minimo i filtri e le barriere tra fotografo e soggetto. Si fa contaminare dalla vita e dall’umanità.
Capa si avvicinò alla fotografia nel 1931 e nel 1933, fu costretto a scappare a parigi; in quegli anni conobbe Gerda Taro la quale coniò lo pseudonimo artistico di Capa, ispirato al regista Frank Capa.
"The Falling Soldier" è la fotografia di guerra più celebre nella storia del fotogiornalismo: rappresenta un miliziano colpito a morte. Pubblicata nel 1936 è stata scatta durabnte la guerra civile spagnola ed è lo scatto che ha reso Capa famoso ma che allo stesso tempo è stato maggiormente criticato perché giudicato un falso per più motivi: Il quotidiano di Barcellona ha accertato che la foto di Capa è stata scattata ai primi di settembre del 1936 mentre nel luogo dello scatto c’è stato uno scontro solo a fine settembre, per lo più senza decessi; il Centro Internazionale di Fotografia ha scoperto e diffuso un'intervista radiofonica, risalente all'ottobre del 1947, in cui Robert Capa spiega cos'è successo. Tuttavia un’altra fonte fa crollare il mito in quanto l’immagine è stata scattata con una Rolleiflex (camera che usava Gerda Taro) mentre capa utilizzava esclusivamente una leica; i rullini potevano essersi mischiati tra loro mentre venivano spediti per farli sviluppare e che quindi lo scatto attribuito a Robert Capa fosse stato invece scattato dalla fidanzata.
Inoltre Capa scoprì di essere diventato famoso solo una volta tornato in patria
Magnificent Eleven: Nel 1944 Capa riceve il compito di documentare lo Sbarco in Normandia, esso si ritrova sotto il fuoco nemico. Un soldato (riley) si avvicina alla spiaggia diventando facile preda dei tedeschi , riesce ad arrivare sulla terra ferma ma viene ferito, soccorrerlo trova due uomini, uno dei quali è Robert Capa, il quale prima però gli aveva scattato una foto.
Su 3 dei 4 mulini mandati a sviluppare da Capa non ci sono foto e sul quarto ce ne sono solamente 9, tra queste immagini c’è quella di Riley immerso nell’acqua fino alla gola.
Nonostante Capa fosse un grande fotografo di guerra, lui odiava la guerra ed è quindi bene ricordare i reportage scattati lontano dal fronte e i ritratti di amico e personalità come Picasso.

Joseph Koudelka

Josef Koudelka è considerato uno dei grandi maestri della fotografia, ha catturato la fragilità dello spirito umano sullo sfondo di paesaggi malinconici. Desolazione, abbandono, partenza, disperazione e alienazione, sono temi costanti nel suo lavoro. La sua vita è permeata dal solo bisogno di fotografare.
Koudelka è un personaggio che non accetta lavori su commissione, così da rimanere libero nelle sue scelte, non vende le sue foto, alle quali si sente visceralmente legato e vive solo delle mostre che realizza e dei libri che vende.
Inizia a fotografare giovanissimo (a soli 12 anni); all’università conosce il fotografo e critico Jiri Jenícek che lo incoraggia a mostrare il suo lavoro presso il Teatro Semafor di Praga.
Laureatosi all’Università di Praga ne, lavora come ingegnere aeronautico per 6 anni, dal ‘62 inizia la sua serie sugli zingari, “Gypsies”, che vincerà il Premio Nadar; questa è un’importante documentazione sulla vita della società nomade, attraverso gli scatti delle comunità gitane, le fotografie scattate da Koudelka sono una potente testimonianza delle tradizioni e della cultura gitana: furono realizzate in un momento di incertezza profonda per la comunità rom.
La svolta internazionale nella carriera di Josef Koudelka avviene con le foto della primavera di Praga; il fotografo ritrae le forze militari del Patto di Varsavia al momento della loro entrata nella capitale dell’ex Cecoslovacchia. Quei negativi arrivano in maniera clandestina all’agenzia Magnum e le immagini vengono pubblicate sul Sunday Times in forma anonima, firmate solo con la sigla P.P. (photographer of Prague) per paura di possibili ripercussioni contro Koudelka e la sua famiglia.

Pact troops invasion

Nel 1968, il fotografo ceco, consapevole dell’imminente scoppio di una manifestazione.
cittadina contro l’occupazione russa, chiese ad un’amica di poter dormire da lei in modo da poter osservare con i propri occhi l’inizio della rivolta.
La casa si affacciava proprio sul luogo che avrebbe visto alle 12 l'arrivo dei manifestanti. Però alle 12:20 nessuno è ancora arrivato sul luogo prescelto. La città non era mai stata così desolata come quel giorno e l’unico vero testimone di questa vicenda storica fu Josef Koudelka. Il fotografo riprende il suo braccio che occupa la parte bassa dell'inquadratura. L’orologio mostra lo scorrere del tempo, in un momento della storia che però sembra essersi fermato incommensurabilmente.
Questa fotografia è entrata alla storia come una della più importanti testimonianze degli eventi che si susseguiranno in seguito.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'importanza della Straight Photography nel contesto storico della fotografia?
  2. La Straight Photography, nata nella prima metà del '900, si oppone al pittorialismo e promuove la purezza dello scatto senza alterazioni. Ha avuto un ruolo cruciale negli USA per la diffusione della fotografia documentaria e del fotogiornalismo, concentrandosi su questioni sociali.

  3. Come ha contribuito Lewis Hine alla fotografia documentaria e sociale?
  4. Lewis Hine ha utilizzato la fotografia come mezzo di denuncia sociale, documentando le condizioni di lavoro minorile e le trasformazioni industriali negli USA. I suoi reportage hanno sensibilizzato l'opinione pubblica e contribuito all'abolizione del lavoro minorile nel 1916.

  5. Qual è il significato della fotografia "Migrant Mother" di Dorothea Lange?
  6. "Migrant Mother" è un simbolo della Grande Depressione, rappresentando la sofferenza e la dignità di una madre che protegge i suoi figli. Questa immagine ha avuto un impatto immediato, portando aiuti al campo di braccianti e diventando un potente strumento politico.

  7. Quali sono le caratteristiche distintive della Street Photography?
  8. La Street Photography enfatizza la componente ironico-artistica della società, catturando attimi di vita quotidiana con obiettivi normali e senza colore. Si concentra sull'essere umano e le sue emozioni, spesso in contesti urbani o generici di attività umana.

  9. Qual è stato il contributo di Robert Capa alla fotografia di guerra?
  10. Robert Capa è stato un pioniere della fotografia di guerra, documentando cinque conflitti con un approccio diretto e ravvicinato. La sua fotografia "The Falling Soldier" è celebre, sebbene controversa, e ha influenzato il fotogiornalismo con il suo stile immersivo e coraggioso.

Domande e risposte