Concetti Chiave
- Negli anni '60, il design italiano si evolve per colmare il divario tra cultura progettuale e consumatori, integrando materiali plastici e influenze internazionali, in particolare dalla cultura Pop.
- I gruppi di Radical Design ridefiniscono la professione, passando da architetti a operatori culturali, e sperimentano con il kitsch e il linguaggio eclettico, come dimostra il Dream Bed degli Archizoom.
- La mostra "Italy: The New Domestic Landscape" al MoMA nel 1972 presenta il design italiano come avanguardia, evidenziando approcci conformisti, riformisti e contestatari nel rapporto tra design e società.
- L'introduzione di materiali come il poliuretano espanso e il truciolare rivoluziona la produzione di mobili e imbottiti, contribuendo al successo del design italiano nel settore dell'arredo.
- Achille e Pier Giacomo Castiglioni innovano l'illuminazione con progetti iconici per Flos, come la lampada Arco, che trae ispirazione dai lampioni stradali per creare un effetto di sospensione interna.
L’Italia e il Radical Design
All’inizio degli anni sessanta si registrava ancora una profonda separazione tra la cultura progettuale e quella dei consumatori, il design degli oggetti quotidiani si proporrà di sanare questo divario. Da un lato cavalcando l’affermazione di materiali quali quelli plastici, dall’altro proponendo un progetto che si nutre delle istanze della cultura internazionale, proprio a partire da quella Pop, che farà scegliere agli architetti di quegli anni la via del design come affermazione di una contro-cultura. I gruppi radicali non si faranno più chiamare architetti o designer ma operatori culturali e maturano il proprio contro-progetto assimilando diverse influenze: arte pop, il largo ricorso a questo movimento sconfina volutamente nel kitsch, ne è un chiaro esempio il Dream Bed degli Archizoom, dominati da un linguaggio eclettico onnivoro e omnicomprensivo. Il cambiamento di scala riguarda l’idea di trasferire il grande nel piccolo e l’esterno nell’interno, molte proposte di interior design di quegli anni presentavano uno spazio diffuso, un open space nel quale l’arredo cedeva il posto ad un allestimento di elementi, dove la disposizione sembra più vicina allo zoning urbanistico che al concetto tradizionale di distribuzione per stanze. Chiara dimostrazione di questo cambiamento è la mostra “Italy: The New Domestic Landscape”, inaugurata al MoMA di New York nel 1972 con la curatela di Emilio Ambasz, il design del decennio precedente viene proposto al pubblico mondiale come avanguardia assoluta di una nuova sensibilità del progetto degli interni. Tre sono gli approcci identificati da Ambasz a rappresentare l’Italia: il conformista il designer deve solo perfezionare forme sociali già accettate, il riformista il consumo è lo strumento per la felicità individuata e assicura stabilità e quindi per cambiare design bisogna prima cambiare la società e il contestatario il design ha la funzione di trasformare i modi sociali e il costumi e quindi l’oggetto si orienta verso estrema flessibilità e molteplicità d’uso. In questo terzo gruppo ritroviamo i rappresentanti di quello che Germano Celant aveva denominato Radical Design, riferendosi a gruppi sperimentali di architetti e designer.L’applicazione del poliuretano espanso genera un notevole incremento produttivo del settore degli imbottiti, così come il truciolare amplifica il progetto dei componibili, mentre prosegue il suo successo tutta la ricerca innescata dall’intervento delle plastiche nel settore dell’arredo a partire dalla fine degli anni cinquanta. La maggioranza degli autori che raggiungono questi risultati viene ancora dalle fila dell’architettura, e parte del grande successo del mobile in quegli anni si deve all’introduzione di nuovi materiali, come il poliuretano espanso. Una delle tipologie che maggiormente vivrà di questa stagione di rinnovamento è quella dell’illuminazione, i cui autori più costanti sono Achille e Pier Giacomo Castiglioni, che solo nel 1962 misero a segno per Flos progetti destinati a diventare vere e proprie icone della storia del design (Arco, Toio, Taccia). La prima ricava la sua struttura dai lampioni stradali per riuscire a portare in un interno domestico una lampada da terra che, nonostante si autonoma rispetto al soffitto, ottiene lo stesso effetto di una sospensione dall’alto grazie alla pesante base in marmo di Carrara che consente il profonde aggetto della parabola.
Domande da interrogazione
- Qual era l'obiettivo del design degli oggetti quotidiani negli anni sessanta in Italia?
- Come si definivano i gruppi radicali di architetti e designer negli anni sessanta?
- Quali erano i tre approcci al design identificati da Emilio Ambasz nella mostra "Italy: The New Domestic Landscape"?
- Quali materiali hanno contribuito al successo del design italiano negli anni sessanta?
- Quali sono alcuni esempi iconici di design di illuminazione creati da Achille e Pier Giacomo Castiglioni?
L'obiettivo era sanare il divario tra la cultura progettuale e quella dei consumatori, utilizzando materiali come la plastica e ispirandosi alla cultura internazionale, in particolare quella Pop.
I gruppi radicali si definivano operatori culturali e sviluppavano un contro-progetto influenzato da diverse correnti, come l'arte pop, spesso sconfinando nel kitsch.
Gli approcci erano: conformista, dove il designer perfeziona forme sociali accettate; riformista, dove il consumo è strumento di felicità e stabilità; contestatario, dove il design trasforma i modi sociali e i costumi.
Materiali come il poliuretano espanso e il truciolare hanno contribuito al successo, ampliando la produzione di imbottiti e componibili, insieme all'uso delle plastiche nel settore dell'arredo.
Alcuni esempi iconici sono le lampade Arco, Toio e Taccia, progettate per Flos nel 1962, che sono diventate simboli della storia del design.