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Concetti Chiave

  • Negli anni '50 e '60, si sviluppa il modello italiano che vede una stretta collaborazione tra designer e industria, soprattutto nei settori del trasporto, degli elettrodomestici e degli oggetti tecnici.
  • Il designer diventa una figura centrale, fungendo da consulente e art director, facilitando la comunicazione delle aziende con professionisti per cataloghi e fiere.
  • La capacità delle aziende italiane di relazionarsi con i designer diventa un carattere distintivo, attirando collaborazioni internazionali nei decenni successivi.
  • Nel 1961, l'apertura del Salone del Mobile a Milano ridefinisce la relazione tra aziende e rivenditori, valorizzando il ruolo degli showroom nella promozione dell'identità aziendale.
  • Gio Ponti emerge come figura di rilievo, unendo tradizione e innovazione, sia nel mobile artigianale che nei progetti industriali, come dimostrato dai suoi mobili e dalla macchina da caffè "La Cornuta".

Design italiano - Industria

Tra gli anni cinquanta e sessanta va delineandosi il rapporto tra designer e industria in Italia, quello che si può definire il modello italiano, i designer di quegli anni trovano precisi rapporti con la rete di aziende italiane impegnate nella produzione di mezzi di trasporto, di elettrodomestici, di oggetti tecnici. Già negli anni cinquanta molti piccoli imprenditori artigiani comprendono come la domanda di arredi moderni sia in crescita, questi sono imprenditori innovativi, girano l’Europa acquisendo macchine per la lavorazione del legno o conoscenze sulle materie plastiche, essi riconoscono però ai progettisti esterni il ruolo di esponenti di una cultura di prestigio, quella dell’architettura e del design. Così il designer, oltre a progettare arredi, assume un ruolo tra il consulente e l’art director, agevolando la collaborazione dell’azienda con professionisti di qualità per i cataloghi, la comunicazione, gli stand ai saloni. Questa capacità delle aziende italiane di dialogare con i designer costituisce un carattere specifico del modello italiano, è questa disponibilità al confronto la ragione per cui nei decenni successivi i designer di tutto il mondo saranno disponibili a collaborare con le aziende italiane. Emerge inoltre una straordinaria capacità delle aziende di autopromuoversi, affermando il design come simbolo della nuova modernità: nel 1961 apre a Milano il Salone del Mobile e ciò modifica il rapporto tra aziende e rivenditori, si afferma un nuovo ruolo degli showroom che promuovono nei territori la propria identità.

È il 1956 quando l’opera di Richard Hamilton “Just what makes today’s homes so different, so appealing?” mostra un interno nel quale troneggiano due figure dalla bellezza stereotipata: il culturalista e la starlette del collage sono circondati da simboli del consumo e il messaggio sembra unire beni materiali e raggiungimento di un potenziale benessere. La cultura pop entra nell’immaginario della casa comune, se da un lato è a realtà con tutti i suoi controsensi a fornire materiale su cui ragionare, dall’altro è l’utopia il campo d’azione dei progettisti: in Inghilterra il gruppo Archigram immagina città che sono un inno alla macchina. Accanto all’arredo di serie, si evidenzia il settore del mobile d’autore realizzato in tirature limitate, frutto di un’altra manifattura artigianalae di cui l’Italia vanta un primato mondiale, spesso gli stessi autori che sul fronte dell’industria avviano collaborazioni aziendali importanti, poi si dedicano a progetti in edizione limitata dove emerge un grado di sperimentazione formale che non fa compromessi di prezzo ed è destinato ad un consumo elitario. L’autore di maggiore rilievo è Gio Ponti che conquistò il mercato d’autore con mobili foderati di carte e stoffe dai caratteristici segni grafici, dedicandosi anche tipologie inedite quali la testata-cruscotto e il mobile auto-illuminante, unendo alcune tecniche artigianali della tradizione con l’apporto di un progetto che unisce astrazione e figuratività nei vetri. Emblematica è la sedia superleggere per Cassina, derivata da un classico artigianale quale la sedia di Chiavari nella sua realizzazione sarà fondamentale il ruolo svolto del capofalegname Fausto Redaeli grazie al cui sistema d’incastro a zigrinatura si riuscirono a ottenere gli spessori sottili voluti da Ponti. Il suo progetto riesce a coniugare, sia nel mobile da ebanisteria sia all’interno delle serie meccanizzate, a coniugare estetica e innovazione, modernità e tradizione, ne è prova la macchina professionale da bar per l’azienda Pavoni del 1948, soprannominata “La Cornuta” per l’assetto della caldaia orizzontale a brecci che diventerà poi conformazione abituale della tipologia utilizzata ancora oggi. Ma soprattutto Ponti è tra i primi a lavorare sia nella direzione del mobile d’autore in serie limitata, sia in quella industriale destinata al grande numero.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il modello italiano di design emerso tra gli anni cinquanta e sessanta?
  2. Il modello italiano di design si caratterizza per il rapporto stretto tra designer e industria, con i designer che assumono ruoli di consulenti e art director, facilitando la collaborazione con professionisti di qualità per cataloghi e comunicazione.

  3. Come hanno contribuito le aziende italiane al successo del design italiano?
  4. Le aziende italiane hanno dimostrato una straordinaria capacità di dialogare con i designer e di autopromuoversi, affermando il design come simbolo della nuova modernità, come evidenziato dall'apertura del Salone del Mobile a Milano nel 1961.

  5. Qual è il ruolo della cultura pop nel design degli anni cinquanta e sessanta?
  6. La cultura pop entra nell'immaginario della casa comune, unendo beni materiali e potenziale benessere, influenzando il design con un mix di realtà e utopia, come dimostrato dall'opera di Richard Hamilton.

  7. Chi è Gio Ponti e quale contributo ha dato al design italiano?
  8. Gio Ponti è un autore di rilievo nel design italiano, noto per mobili innovativi come la sedia superleggera per Cassina e per coniugare estetica e innovazione, modernità e tradizione nei suoi progetti.

  9. Qual è l'importanza del mobile d'autore in tirature limitate nel contesto del design italiano?
  10. Il mobile d'autore in tirature limitate rappresenta un settore di eccellenza del design italiano, caratterizzato da un alto grado di sperimentazione formale e destinato a un consumo elitario, spesso realizzato da autori che collaborano anche con l'industria.

Domande e risposte