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Concetti Chiave

  • Il design italiano degli anni '80 si distingue per innovazione e creatività, incarnata dal movimento "Studio Alchimia".
  • La "Poltrona di Proust" di Alessandro Mendini diventa simbolo dello Studio Alchimia, fondendo elementi storici con tecniche moderne come il Pointilisme.
  • Lo Studio Alchimia si oppone ai vincoli industriali, enfatizzando decorazioni illogiche e innesti formali per azzerare il significato tradizionale degli oggetti.
  • Alla Biennale del 1980, presentano "L’oggetto banale", che ironizza sull'arte e il design, integrando motivi kitsch e slegati dall'estetica convenzionale.
  • La "Credenza della serie Mobile infinito" rappresenta un'opera collettiva del gruppo, sfidando l'idea di coerenza assoluta e i canoni del design industriale.

Design Italiano – Anni ‘80

Il design italiano degli anni ottanta si presenta come un flusso costante di innovazione e creatività, da cui nacquero poi anche le ultime avanguardie, in un ritorno al periodo radicale, e in questo contesto avvenne la fondazione dello “Studio Alchimia”. Tra gli oggetti che meglio descrivono l’identità del gruppo troviamo:

    • Alessandro Mendini, “Poltrona di Proust” e “Divano Kandissi”, 1978; lui era la figura emergente, e con questa poltrona divenne il simbolo di questo studio Alchimia, in tutti i suoi elementi più azzardati, parte della poltrona presenta infatti una matrice seicentesca poi però dipinta seguendo la tecnica del Pointilisme. Il divano mostra chiaramente le intenzioni del gruppo, composto anche da Sottsass, Brandi, De Lucchi, Raggi e Guerriero, fondatore, vogliono richiamare la cultura generale in un oggetto singolo e slegarsi dai vincoli industriali.
Manifestano quindi intenzioni lontane dalla tradizione, per Mendini e gli altri non c’è infatti niente da disegnare che già non sia stato fatto in passato e per arrivare a questo azzeramento di senso, sfrutta innesti di motivi formali, quindi decorazioni improprie, illogiche che non hanno nulla a che vedere con l’oggetto sul quale intervengono. Questo procedimento viene attuato su qualsiasi tipo di oggetto, come dimostra la loro presenza alla Biennale del 1980 nella serie “L’oggetto banale”, che fu anche la prima Biennale di Architettura, e che presentò un’evidenza di uno stila particolare, che andava a riunire motivi decorativi in maniera disconnessa e causale, che ricordano la storia dell’arte con Man Ray. Gli artisti di Alchimia andarono a recuperare alcuni oggetti per poi decontestualizzarsi e riproporli in una nuova prospettiva, in un atteggiamento ironico che ha l’obiettivo di disorientare e stravolgere gli oggetti con decorazioni e rivestimenti impropri, come le scarpe con forme decorative che al tempo si dimostrarono come una proposta di rottura. In maniera provocatoria ovviamente, va ad eleggere il banale e il kitsch come decorazione primaria a discapito del design di matrice industriale.
    • Studio Alchimia, “Credenza della serie Mobile infinito”, 1981; fu un lavoro di gruppo in cui ogni designer appartenente a questa tendenza poteva aggiungere un proprio contributo senza che il tutto sia dominato dalla necessità di una coerenza assoluta, l’obiettivo era infatti realizzare un’opera artistica collettiva e protestare contro un sistema che voleva porsi come il vero design, e che per forza doveva prevedere una produzione industrializzata e un ascolto fermo di regole tradizionali, come l’ideale forma-funzione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stato il ruolo dello "Studio Alchimia" nel design italiano degli anni '80?
  2. Lo "Studio Alchimia" ha rappresentato un punto di svolta nel design italiano degli anni '80, promuovendo un ritorno al periodo radicale e sfidando le convenzioni tradizionali attraverso l'uso di decorazioni improprie e illogiche, come dimostrato dalla "Poltrona di Proust" di Alessandro Mendini.

  3. Quali sono le caratteristiche distintive degli oggetti creati dallo "Studio Alchimia"?
  4. Gli oggetti dello "Studio Alchimia" si distinguono per l'uso di motivi decorativi disconnessi e causali, che mirano a decontestualizzare e riproporre oggetti in una nuova prospettiva, spesso in modo ironico e provocatorio, come evidenziato nella "Credenza della serie Mobile infinito".

  5. Come lo "Studio Alchimia" ha influenzato la percezione del design industriale?
  6. Lo "Studio Alchimia" ha influenzato la percezione del design industriale eleggendo il banale e il kitsch come decorazione primaria, opponendosi al design tradizionale e industrializzato, e promuovendo un'opera artistica collettiva che sfida l'ideale forma-funzione.

Domande e risposte