Concetti Chiave
- Il Crystal Palace fu criticato per la sua struttura di vetro e i piccoli stands, che anticipavano i moderni centri commerciali.
- Gli oggetti esposti mostravano la varietà e il dominio commerciale dell'Inghilterra, riflettendo il processo di industrializzazione.
- La sezione tecnica presentava macchinari innovativi, spesso esibiti in stili architettonici goffi, come tempietti neoclassici.
- La sezione americana suscitò dibattito con oggetti standardizzati e parti intercambiabili, segnando un avanzamento nella produzione di massa.
- Due visioni opposte si scontravano: una anti-industriale e anti-urbana, l'altra pro-industriale con enfasi su una metodologia progettuale per l'industria.
Nuove e antiche merci
Il Crystal Palace subì diverse critiche per la propria struttura, forse troppo rivoluzionario a causa della sua struttura di vetro o per la presenza di piccoli stands che andavano ad anticipare la composizione degli odierni centri commerciale. Le critiche non si limitarono però solamente al suo esterno, anche i prodotti vennero infatti presi di mira: gli oggetti presentati infatti apparivano di una grande varietà, provenienti da tutto il mondo e dimostravano il dominio sui commerci che l’Inghilterra aveva raggiunto, erano inoltre manifestazione del processo di industrializzazione in atto. Le considerazioni più interessanti vengono in particolare dagli oggetti tecnici, una sezione dedicata a presse idrauliche, magli a vapore, macchine da stampa, dove si manifesta la nuova epoca industriale con la difficoltà di elaborare un linguaggio adeguato per oggetti che non avevano precedenti storici o di tradizione: nel tentativo ad esempio di conferire maggiore dignità ad oggetti particolarmente inconsueti, venivano esibiti macchinari sotto forma di goffi tempietti neoclassici o neo-egizi. Ciò che provocò però più dibattito nella società del tempo fu la sezione americana, che presentava una serie di oggetti tecnici, come la macchina da cucire Singer, la falciatrice Mac Cormick e le pistole Colt, esempio di un nuovo metodo di produzione battezzato “American System of Manufacturing”, quindi oggetti standardizzati, prodotti in serie, e in cui l’intercambiabilità delle parti era un passo decisivo in avanti perché permetteva di sostituire le componenti guaste senza buttare via l’oggetto. Appare con evidenza la nuova prospettiva: i materiali tradizionali vengono sostituti da imitazioni tecniche o nuove materie prime, mentre la produzione a macchina impone la semplificazione formale e l’abbandono dell’ornamento.
In questa occasione si fronteggiano inoltre due posizioni opposte:
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1. Antitetica, anti-industriale e anti-urbana sostenuta da grandi nomi del design come Pugin, Ruskin e Morris, i quali ritengono nel rapporto arte-artigianato il fondamento della libertà espressiva del progettista nella comunità il riferimento etico-estetico del progetto;
2. Filone invece sostenuto da Henry Cole, il quale ritiene che la scarsa qualità degli oggetti sia determinata dall’assenza di un metodo di progettazione preciso ed adeguato alle nuove modalità di produzione e che si debba quindi di conseguenza elaborare una specifica metodologia di progettazione per l’industria;
Domande da interrogazione
- Quali furono le critiche principali rivolte al Crystal Palace?
- Quali oggetti tecnici americani suscitarono dibattito e perché?
- Quali erano le due posizioni opposte riguardo l'industrializzazione?
Il Crystal Palace fu criticato per la sua struttura rivoluzionaria in vetro e per i piccoli stands che anticipavano i centri commerciali moderni. Anche i prodotti esposti furono criticati per la loro varietà e per rappresentare il dominio commerciale dell'Inghilterra e il processo di industrializzazione.
La sezione americana presentava oggetti come la macchina da cucire Singer, la falciatrice Mac Cormick e le pistole Colt, che rappresentavano il "American System of Manufacturing". Questi oggetti standardizzati e prodotti in serie, con parti intercambiabili, segnavano un avanzamento significativo nella produzione.
Da un lato, c'era la posizione antitetica, anti-industriale e anti-urbana di Pugin, Ruskin e Morris, che vedevano nell'arte-artigianato la libertà espressiva. Dall'altro, Henry Cole sosteneva che la bassa qualità degli oggetti derivasse dall'assenza di un metodo di progettazione adeguato, proponendo l'elaborazione di una metodologia specifica per l'industria.