Concetti Chiave
- Nel 1861, il Regno di Sardegna si trasformò ufficialmente nel Regno d'Italia sotto Vittorio Emanuele II di Savoia, dopo i plebisciti del 1860.
- Lo Statuto albertino e le leggi del Regno di Sardegna furono estesi al nuovo Stato, portando alla cosiddetta "piemontesizzazione" dell'Italia.
- L'unificazione fu spesso imposta piuttosto che scelta, generando problemi economici, culturali e tensioni con il Papato.
- Il coinvolgimento limitato delle classi popolari nel Risorgimento contribuì alle difficoltà del giovane Stato italiano.
- Il titolo del re "per grazia di Dio e volontà della nazione" riflette il compromesso tra tradizione assolutista e liberalismo.
Unità d'Italia - Un giovane Stato
Con i plebisciti del 1860 i sudditi dei territori dell'Italia annessi espressero la volontà di aderire al Regno di Sardegna, che nel 1861 divenne ufficialmente Regno d'Italia, con a capo Vittorio Emanuele II di Savoia.
Al nuovo Stato venne esteso lo Statuto albertino nonché le leggi e gli apparati organizzativi del Regno di Sardegna. Da questa scelta derivarono molti problemi e contraddizioni, tanto che gli storici parlano di una "piemontesizzazione" del territorio italiano più che di una reale costruzione della nuova identità nazionale.
In alcune zone l'unificazione talvolta fu subita e non scelta.
Il primo re d'Italia assunse il suo titolo "per grazia di Dio e volontà della nazione", espressione che ben indica il compromesso fra la tradizione dell'assolutismo e il liberalismo, di cui lo Statuto é il risultato.
Il termine plebiscito indica una consultazione con cui si chiede al popolo di decidere su una questione che riguarda l'ordinamento dello Stato. Il termine compromesso indica un'intesa raggiunta tramite concessioni da entrambe le parti.