Concetti Chiave
- La Corte ha introdotto un nuovo requisito per la legittimità costituzionale: l'interpretazione conforme alla Costituzione da parte del giudice a quo.
- Questa interpretazione preventiva mira a ridurre il carico di lavoro della Corte costituzionale, adottando la lettura più conforme tra le possibili.
- La sentenza ha imposto un obbligo di interpretazione ai giudici, considerandolo un requisito di ammissibilità del giudizio costituzionale.
- Il caso specifico riguardava un eccesso di delega nel d. lgs. 109/1992, dove il giudice a quo non aveva rilevato la mancata abrogazione delle norme penali.
- Il requisito di interpretazione conforme ha acquisito importanza nel tempo, portando spesso a dichiarazioni di inammissibilità per mancanza di sforzo ermeneutico.
Interpretazione conforme: terzo requisito del giudizio di costituzionalità in via incidentale?
Tramite questa sentenza, la Corte ha individuato un ulteriore requisito della questione di legittimità costituzionale: la necessità che il giudice a quo, prima di sollevare questione di legittimità, interpreti la disposizione censurata in maniera conforme alla Costituzione.
Tale precisazione è stata rilevante ai fini di sfoltire il carico di lavoro della Corte costituzionale, la quale aveva altresì già enucleato il principio in base al quale, tra più interpretazioni possibili alla Costituzione, si adotti quella più conforme al dettato costituzionale.
Tramite questa sentenza, la corte ha imposto ai giudici rimettenti un previo sforzo interpretativo, considerato un vero e proprio requisito di ammissibilità del giudizio costituzionale.
In particolare, la questione prospettata alla Corte verteva su un eccesso delega, relativo al d. lgs. 109/1992, in materia di pubblicità dei prodotti alimentari. Secondo il giudice a quo, il suddetto decreto avrebbe abrogato norme penali senza di fatto esserne stato autorizzato dalla legge delega.
La Corte ha tuttavia ritenuto che il giudice a quo avrebbe dovuto compiere un esame e, dunque, un’interpretazione più approfondita che gli avrebbe consentito di constatare che non vi era stata alcuna abrogazione delle norme penali.
Nel corso degli anni, il requisito enucleato dalla Corte costituzionale tramite la sentenza 356 del 1996 ha acquistato una rilevanza sempre più evidente: in molti casi, infatti, la Corte costituzionale dichiara inammissibile una questione di legittimità a causa del fatto che, dalle argomentazioni del giudice a quo, non emergeva un suo chiaro sforzo. ermeneutico.