Fabrizio Del Dongo
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Concetti Chiave

  • La responsabilità civile implica l'obbligo di risarcire danni causati da un illecito civile, secondo l'articolo 2043 del codice civile.
  • Non c'è responsabilità civile se il danno non è ingiusto, ad esempio, in casi di legittima difesa o quando si agisce in conformità con la legge.
  • La responsabilità civile richiede dolo o colpa, escludendo danni causati da eventi imprevedibili o da persone incapaci di intendere e volere.
  • Per ottenere il risarcimento, la vittima deve dimostrare il danno, il nesso di causalità e la colpa o dolo del responsabile.
  • Esistono casi di responsabilità indiretta, come quella dei genitori per i figli, ma possono essere liberati se dimostrano di non poter impedire il danno.

Responsabilità civile – aspetti generali

La responsabilità civile, detta anche responsabilità aquilana consiste nell’obbligo di risarcire i danni che grava su chi ha commesso un illecito civile. L’art 2043 del codice civile prevede che chiunque provochi ad un’altra persona un danno ingiusto ha l’obbligo di risarcimento. Il confine della responsabilità civile è costituito dall’ “ingiustizia” del danno. Pertanto, non esiste responsabilità e quindi non sussiste obbligo di risarcire i danni, in tutti i casi in cui il danno non sia in contrasto con la legge. Pertanto vediamo, con delle esemplificazioni, quando si parla di danno giusto o ingiusto. Per esempio, se difendendomi da un’aggressione, ferisco l’aggressore, evidentemente non dovrò risarcirlo perché il danno che gli ho provocato non è affatto ingiusto visto che l’artico 2044 del Codice civile ammette chiaramente la legittima difesa. Ancora, se un giornale pubblica la notizia che una persona è stata condannata alla prigione, sicuramente quest’ultima ha subito in danno, sotto forma di discredito, ma il danno non è ingiusto se la notizia è vera. Se costruiamo una casa che toglie il panorama al mio vicino gli provoco certamente un danno, perché la sua proprietà perde senz’altro di valore; tuttavia se la mia costruzione è in regola con le leggi e i regolamenti dell’edilizia comunale, il danno non sarà mai ingiusto e non esista alcuna responsabilità civile da parte nostra. Tutto ciò premesso, si può affermare che la responsabilità civile nasce soltanto se colui che provoca il danno agisce con dolo, cioè con la volontà precisa di provocare un certo evento, o almeno con colpa, cioè senza volontà di provocare quell’evento, ma determinandolo ugualmente per negligenza, imprudenza o imperizia.

Quindi, non si risponde dei danni provocati senza colpa come per fatti accidentali assolutamente non prevedibili. Affinché vi sia responsabilità, è necessario che la persona che provoca il danno sia capace di intendere e di volere al momento del fatto. Nello stesso modo non esiste responsabilità in caso di danni provocati in stato di ipnosi o di norma, in caso di sonnambulismo. Quando, però, alla base dell’incapacità di intendere e di volere c’è un fatto volontario della persona, quest’ultima sarà ugualmente responsabile. Facciamo un esempio: se bevo un’eccessiva quantità di liquore, sono responsabile dei danni provocati dallo stato di ubriachezza, dato che l’ubriachezza stessa è stata provocata per mia colpa e a maggior ragione sarò responsabile dei danni provocati se mi ubriaco volontariamente.
Un argomento legato alla responsabilità civile è la prova della responsabilità. Per ottenere il risarcimento, la persona danneggiata deve fornire al giudice la prova: a) del fatto dannoso con indicazione dell’ammontare dei danni patiti 2) del legame fra il nesso di causalità tra l’azione del responsabile e il danno 3) della colpa o del dolo del responsabile. Tuttavia la legge prevede anche una serie di casi in cui è il “danneggiante” a dover dimostrare di non avere colpa o di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno (caso di responsabilità aggravata). In altre ipotesi, la legge attribuisce a una persona (il genitore) la responsabilità del comportamento tenuto da un’altra (il figlio). In questo caso si parla di responsabilità indiretta da confondere con la responsabilità oggettiva in base alla quale si imputano a un soggetto fatti illeciti o dannosi che sfuggono completamente alla sua sfera di controllo. Tuttavia, i genitori, tutori ecc. sono liberati dalla loro responsabilità se dimostrano di non essere stati assolutamente in grado di impedire il fatto illecito o dannoso.

Domande da interrogazione

  1. Che cos'è la responsabilità civile e quando si applica?
  2. La responsabilità civile, o responsabilità aquilana, è l'obbligo di risarcire i danni causati da un illecito civile. Si applica quando il danno è ingiusto, cioè in contrasto con la legge, come previsto dall'articolo 2043 del codice civile.

  3. Quali sono le condizioni per cui un danno non è considerato ingiusto?
  4. Un danno non è considerato ingiusto se è conforme alla legge, come nel caso della legittima difesa o quando un'azione è in regola con le normative vigenti, come la costruzione di una casa che rispetta le leggi edilizie.

  5. Quali sono i requisiti per la responsabilità civile in termini di dolo o colpa?
  6. La responsabilità civile richiede che il danno sia causato con dolo, cioè con l'intenzione di provocare l'evento, o con colpa, cioè per negligenza, imprudenza o imperizia, anche senza l'intenzione di causare il danno.

  7. In quali casi una persona non è responsabile dei danni causati?
  8. Una persona non è responsabile dei danni causati se agisce senza colpa, come in caso di eventi accidentali imprevedibili, o se non è capace di intendere e di volere al momento del fatto, a meno che l'incapacità non sia dovuta a un'azione volontaria, come l'ubriachezza.

  9. Come si dimostra la responsabilità civile in un processo?
  10. Per dimostrare la responsabilità civile, la persona danneggiata deve provare il fatto dannoso, il nesso di causalità tra l'azione e il danno, e la colpa o il dolo del responsabile. In alcuni casi, spetta al danneggiante dimostrare di non avere colpa o di aver fatto tutto il possibile per evitare il danno.

Domande e risposte

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