Concetti Chiave
- La relazione d'aiuto si stabilisce tra una persona in difficoltà e un helper con competenze specifiche, creando un'interazione che consente di affrontare problemi in modo efficace.
- La relazione d'aiuto può focalizzarsi sulla persona, sul problema o sulla struttura, affrontando rispettivamente i bisogni dell'utente, le situazioni problematiche o le cause sociali sottostanti.
- Gli ostacoli alla relazione d'aiuto possono includere superficialità, egoismo, mancanza di tempo e incapacità di apprezzare l'altro, influenzando negativamente l'efficacia dell'intervento.
- Le reti sociali, composte da relazioni familiari, amicali e professionali, offrono supporto emotivo, psicologico, strumentale e informativo, essenziale per il benessere e la gestione dei problemi quotidiani.
- Il lavoro di rete promuove l'integrazione delle risorse sociali per supportare gli individui, coinvolgendo professionisti e servizi per una collaborazione efficace e una risposta coordinata ai bisogni comunitari.
Relazione d'aiuto
La relazione d'aiuto si attua quando due persone s'incontrano e una è in condizione di sofferenza, conflitto, confusione, disabilità rispetto a una determinata situazione o problema e l'altra persona ha abilità e competenze che riguardano la stessa situazione o problema. Se fra queste due persone si riesce a stabilire una relazione, la persona in difficoltà riesce a rispondere in modo adeguato alle proprie esigenze e difficoltà. Il colloquio si può basare su:1. la persona, "cliente" (utente), quando viene messo al centro della relazione d'aiuto;
2. il problema, l'aiuto si concentra sulla situazione da analizzare e chiarire;
3. la struttura, attenzione portata sulle cause e radici sociali del problema
Gli ostacoli che possono impedire la relazione d'aiuto sono la mancanza di profondità personale (chi vive in modo superficiale o istintivo non conoscerà mai bene un altra persona e non la potrà mai aiutare), eccessiva concentrazione sul proprio io (se il consigliere troppo preoccupato per se stesso non è disponibile a prestare attenzione agli altri), mancanza di tempo (non bisogna avere fretta), difficoltà di meravigliarsi dell'altro
Nella relazione il cliente è colui che ha bisogno d’aiuto e utilizza un servizio, l’helper é la figura d’aiuto che può essere qualsiasi operatore sociale. L’aiuto è un fenomeno complesso e può essere: utile (quello che porta beneficio, sollievo) inutile (quello che non arricchisce e non dà alcuno stimolo), indesiderato (qualcuno, di sua iniziativa, senza alcuna richiesta, presta aiuto senza che se ne verifichi la necessità). Le attività di gruppo e il teamwork dipendono dal modo in cui i membri svolgono adeguatamente il loro ruolo all'interno del gruppo. Dal punto di vista del cliente, l'aiuto non é solo quello che chiede esplicitamente, ma anche il comportamento spontaneo e generoso di coloro che gli offrono tale aiuto. Nella vita di tutti i giorni, l'aiuto è l'azione compiuta da una persona quando consente ad un'altra di risolvere un problema, realizzare o semplificare qualcosa. La persona che viene autata porebbe anche essere in grado di svolgere da sola quel compito, ma con l’aiuto viene reso in più facile o svolto interamente dall'heper. L'aiuto può essere informale viene attuato nella quotidianità. L'aiuto semi-formale è quello che chiediamo al tecnico per far funzionare un apparecchio o strumento, quando non siamo in grado di farlo da soli. L'aiuto formale si rende necessario quando siamo in difficoltà sul piano personale, fisico o psicologico e abbiamo bisogno di assistenza medica, legale, ecc., da parte di chi è professionalmente autorizzato a fornircela. L’aiuto è un processo sociale, e tutte le relazioni sono governate da regole sociali che ci dicono come comportarci, in modo che l'interazione sociale sia sicura e produttiva. Nella vita quotidiana le persone pienamente integrate nella società hanno appreso tantissimi ruoli e modi di rapportarsi che utilizzano a seconda delle diverse relazioni in cui si trovano coinvolte durante la giornata. Il modo in cui si sviluppa la relazione d'aiuto dipende da quanto valore il cliente dà all'aiuto e da come questi viene valorizzato dall'helper. Le relazioni d'aiuto sono spesso condizionate dal proprio vissuto e dalla percezione del ruolo che il soggetto (ruolo passivo, inferiore e dipendente dagli altri) e l'helper (superiore e sicuro di sé) assumono. La relazione d’aiuto fallisce se non si riesce a gestire lo squilibrio iniziale. Per costruire una relazione efficace, occorrono degli interventi da parte dell'helper che permettano di far sentire l'utente a suo agio e importante. L'aiuto efficace si determina quando la relazione d'aiuto è paritaria, quando l'helper utilizza il ruolo di aiuto più appropriato senza dare per scontato che quello che funzionava prima continui a funzionare.
La rete
I professionisti che devono elaborare progetti specifici e piani di interventi individualizzati devono necessariamente considerare la rete sociale di riferimento delle persone a cui rivolgono il loro intervento, poiché può rappresentare un supporto (famigliari con cui la persona ha un legame affettivo sano) o la causa del problema (come nei casi di dipendenza, in cui spesso la cerchia di conoscenze e frequentazioni è costituita da contatti invischiati nella droga). RETE SOCIALE = insieme dei rapporti interpersonali instaurati da un individuo con i famigliari, gli amici, i colleghi di lavoro ecc. Tutte le persone hanno una propria rete sociale che può essere una risorsa per affrontare eventuali situazioni di disagio o per trovare soluzioni creative ai problemi quotidiani. Le reti sono influenzate dalla storia e dalle esperienze dei soggetti che le compongono e dalla cultura di riferimento e dai valori condivisi. Esse, inoltre, si modificano nel corso del tempo in relazione all'età e ai contesti in cui si vive. La funzione salutare della rete: rapporti estesi e frequenti lo proteggono, lo rendono meno vulnerabile di fronte agli eventi stressanti, ai disturbi psico-fisici e alle tensioni emotive, favorendone il benessere.
Tipologie di reti sociali
● reti primarie: funzione protettiva, di supporto e di sviluppo dell'identità, gli individui sono tenuti insieme da legami affettivi o da una qualche affinità. Composta da famiglia, amici, vicinato, compagni di scuola e colleghi di lavoro. I rapporti interpersonali si instaurano in modo naturale e sono basati sulla reciprocità.● reti secondarie formali: istituzioni e organizzazioni che forniscono servizi agli individui, come i servizi sociali e socio-sanitari dei Comuni e delle ASL. Non si basano su vincoli affettivi, ma su rapporti di natura professionale (assistente sociale-utente, insegnante-alunno) e asimmetrici (non sullo stesso livello);
● reti secondarie informali: associazioni e organizzazioni più o meno strutturate, a cui il singolo può fare riferimento in caso di necessità, e sono rappresentate essenzialmente dal volontariato e dal privato.
Le reti sociali possono essere studiate dal punto di vista strutturale e funzionale in base a:
● Network analysis: analisi delle caratteristiche strutturali delle reti: le dimensioni e l'ampiezza, la tipologia dei legami (parentali, amicali ecc.) e la densità delle relazioni al loro interno, ossia il grado di interconnessione tra i membri; le caratteristiche relazionali: numero di relazioni che si stringono al loro interno, il rapporto di potere, durata, frequenza e intensità delle relazioni.
● Social support: ha permesso di distinguere diversi tipi di sostegno fornito dalle reti:
● emotivo: comportamenti di ascolto, attenzione, affetto e amore che aiutano la persona a rafforzare la propria
autostima, facendola sentire accettata nonostante le sue difficoltà;
● psicologico: elimina le cause dello stress e avvia una reazione adattiva efficace;
● strumentale: aiutare concretamente la persona;
● informativo: dare informazioni, trasmettere competenze, favorire la capacità di autovalutazione, rendendolo
capace di affrontare eventuali situazioni problematiche;
● affiliativo: l'appartenenza a determinati gruppi formali o informali, consente la possibilità di avere rapporti
sociali soddisfacenti, che permettono all'individuo di sentirsi parte integrante di un contesto.
Il lavoro di rete è l’insieme delle azioni per promuovere la connessione e la sinergia tra le risorse della rete sociale, per realizzare un intervento di aiuto. Può focalizzarsi sulla persona, con la network analysis, si esplora il sistema di relazioni in cui è inserito per individuare chi può essere coinvolto nel processo di aiuto, si può anche intervenire per rafforzare la rete sociale crearne di nuove; avvenire tra servizi, diversi servizi sociali e socio-sanitari collaborano per risolvere caso o per attivare forme di sostegno all'intera comunità (es. cooperazione tra il settore pubblico e privato sociale nell'attuazione e/o gestione di progetti con finalità sociali); realizzarsi sul territorio, aumentare le risorse sul territorio e renderle maggiormente fruibili dalla popolazione; tradursi in un lavoro in rete, che vede più professionisti integrare e coordinare i propri interventi verso una direzione comune.
Per comprendere la persona e le sue difficoltà occorre conoscere tale rete che, per i professionisti dell'aiuto, può diventare un importante elemento diagnostico il processo di valutazione è una risorsa fondamentale per supportarlo durante l'intervento. METODI E STRUMENTI UTILIZZATI: Attraverso il colloquio individuale o di gruppo e l'osservazione in contesti di vita abituali dell'utente, si raccolgono informazioni utili sulla rete, finalizzate alla sua rappresentazione grafica. Segue poi la valutazione da parte dell'équipe dei punti di forza e di debolezza della rete sociale, delle sue potenzialità e disponibilità. Gli elementi fondamentali da esaminare sono la dimensione della rete, il tipo di legame di ogni membro con 'utente, la qualità e la forza del legame e delle interazioni, la frequenza dei contatti, la reciprocità dei legami, la durata, la possibilità di suddividere la rete in unità e la valutazione dei possibili conflitti. LE POSSIBILI CONFIGURAZIONI sono una rete:
● coesa e omogenea, costituita da un solo grande gruppo di famigliari, amici, colleghi in forte relazione gli uni con gli altri;
● frammentata, in cui compaiono sottogruppi indipendenti con un buon grado di conoscenza e interazione ciascuno al
proprio interno, ma scarsamente in rapporto fra di loro;
● dispersa, in cui le persone si conoscono poco e si frequentano raramente, e le relazioni non sono durature e reciproche.
Quando la rete impedisce il cambiamento della persona, per un rifiuto del problema, oppure ostacola i trattamenti d'aiuto da parte di professionisti, occorre intervenire su di essa per migliorare il contesto di riferimento dell'utente. È necessario: valorizzare gli elementi positivi della rete e permetterne l'azione quando risulta impedita da altre forze della rete stessa; minimizzare la dispersione delle risorse e promuoverne l'attivazione in una direzione comune, superando eventuali tensioni e conflitti; rinforzare l'efficacia dei legami esistenti e favorire la creazione di nuove relazioni; riorganizzare i sistemi di supporto, cercando di attivare risorse potenziali; allentare o interrompere legami che creano problemi all'utente o che impediscono l'attivazione di altre risorse; responsabilizzare la rete e incoraggiarla a trovare soluzioni ai problemi; costruire o ricostruire la rete sociale.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo dell'helper nella relazione d'aiuto?
- Quali sono le tipologie di reti sociali descritte nel testo?
- Come può la rete sociale influenzare il benessere di un individuo?
- Quali sono i metodi utilizzati per analizzare le reti sociali?
- Cosa si intende per "lavoro di rete" e quali sono i suoi obiettivi?
L'helper è la figura d'aiuto che può essere qualsiasi operatore sociale, e il suo ruolo è di stabilire una relazione efficace con il cliente, valorizzando l'aiuto e gestendo lo squilibrio iniziale per far sentire l'utente a suo agio e importante.
Le reti sociali si dividono in reti primarie, che offrono supporto affettivo e identitario; reti secondarie formali, basate su rapporti professionali; e reti secondarie informali, come associazioni di volontariato.
La rete sociale può proteggere l'individuo dagli eventi stressanti e favorire il benessere attraverso rapporti estesi e frequenti, che riducono la vulnerabilità ai disturbi psico-fisici e alle tensioni emotive.
I metodi includono il colloquio individuale o di gruppo e l'osservazione in contesti di vita abituali, per raccogliere informazioni utili sulla rete e rappresentarla graficamente, seguita dalla valutazione dei punti di forza e debolezza della rete.
Il lavoro di rete è l'insieme delle azioni per promuovere la connessione e la sinergia tra le risorse della rete sociale, con l'obiettivo di realizzare un intervento di aiuto, rafforzare la rete sociale e creare nuove connessioni.