Concetti Chiave
- La legge Maccanico del 1997 introdusse nuove regole per contrastare la posizione dominante nel sistema radiotelevisivo italiano.
- Venne istituita l'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni come nuovo organismo di controllo.
- La Corte costituzionale dichiarò l'illegittimità della legge nel 2002 per la mancanza di una scadenza certa per le sue disposizioni.
- La legge Gasparri del 2004 promosse la transizione dalla trasmissione analogica a quella digitale terrestre.
- La legge Gasparri modificò le norme di mercato, permettendo l'ingresso di editori di stampa nel settore televisivo e viceversa, con alcune limitazioni.
La legge Maccanico e la sua illegittimità
Il 31 luglio del 1997, il Parlamento approvò quindi la legge numero 349 (detta «legge Maccanico»). Essa stabilì nuove regole in materia di posizione dominante nel sistema radiotelevisivo e istituì una nuova autorità di controllo, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni. Anche in questo caso intervenne tuttavia la Corte costituzionale: la sent. 466/2002 dichiarò l’illegittimità della legge per la mancata previsione di una scadenza certa e non prorogabile per porre termine alla situazione censurata a suo tempo nella sentenza del 1994.
La legge Gasparri e le sue implicazioni
A questo punto, anche per rispondere agli sviluppi del diritto comunitario da una parte e della tecnologia dall’altra, venne approvata – dopo un rinvio alle Camere del presidente della Repubblica (il quale sul tema aveva inviato un messaggio già nel settembre 2002) – la l. 3 maggio 2004, n. 112 (legge Gasparri), in base alla quale è stato poi emanato un testo unico (d.lgs. 177/2005). La legge stabilì il percorso per la conversione delle trasmissioni dalla tecnica analogica alla tecnica digitale terrestre e modificò le norme a tutela della concorrenza e del mercato, ora fondate su un tetto (dal 10 al 20% a seconda dei casi) calcolato come percentuale non già di canali disponibili ma del fatturato complessivo del sistema integrato delle comunicazioni (inteso come il settore economico che include stampa, editoria anche elettronica, radio e televisione, cinema, pubblicità esterna, sponsorizzazioni). Per la prima volta si è permesso agli editori della stampa di entrare nel mercato televisivo e a quelli della tv (ma per i soggetti più grandi permane a tutt’oggi il divieto) di entrare in quello della stampa.