Concetti Chiave
- Gli enunciati possono avere significati diversi a seconda del contesto, influenzando o adattandosi alla realtà tramite comandi o promesse.
- La "doppia direzione di adattamento" consente agli enunciati di descrivere e creare fatti, come nei dichiarativi che dichiarano stati di cose.
- Gli atti linguistici si suddividono in cinque categorie: assertivi, direttivi, commissivi, espressivi e dichiarativi, ognuna con scopi e funzioni specifiche.
- I direttivi mirano a influenzare il comportamento del destinatario, mentre i commissivi impegnano il parlante a una futura azione.
- I dichiarativi rappresentano un'eccezione unica, poiché creano e constatano una situazione di fatto simultaneamente.
Significato degli enunciati
Sulla base dell’ambito o nel contesto in cui sono impiegati, gli enunciati possono racchiudere ed implicare significati diversi. Si pensi alla frase «state in silenzio»: essa è pronunciata al fine di determinare una condizione che, nel momento in cui si parla, non sussiste.
In questo secondo caso, dunque, è il mondo che si adatta al linguaggio attraverso strumenti come il comando o la promessa.
Gli enunciati possono essere interpretati sulla base della cosiddetta «doppia direzione di adattamento (mondo - linguaggio; linguaggio - mondo): il tipo di atto linguistico che si ha in questo caso è un direttivo o un dichiarativo. Ad esempio, dire «vi dichiaro marito e moglie» ha il duplice scopo di descrivere un elemento di fatto e renderlo tale tramite il dichiarativo stesso.
Categorie di atti linguistici
Gli atti linguistici si possono dividere in tre categorie:
1. Gli assertivi (il parlante si impegna a credere che qualcosa è vero); esempio: “Oggi piove”;
2. I direttivi (il parlante cerca di far fare qualcosa al destinatario); esempio: “Chiudi la porta!”. In questo caso lo scopo dell’enunciato è rivolto all’azione che il destinatario cui esso è rivolto è tenuto a compiere;
3. I commissivi (il parlante si impegna a fare qualcosa); esempio: “Ti prometto di pagare il conto”. Il proferimento dell’enunciato implica conseguenze che, dal punto di vista pratica, troveranno attuazione solo in un tempo futuro o comunque non coincidente con quello in cui esso è esposto;
4. Gli espressivi (il parlante esprime un proprio stato psicologico); esempio: “Ti sono grato”;
5. I dichiarativi (mediante l’atto linguistico, il parlante determina uno stato di cose); esempio: “In nome della legge, vi dichiaro marito e moglie”. Quest’ultimo caso di enunciato costituisce una vera e propria eccezione: esso, infatti, da un lato constata una situazione di fatto (il legame matrimoniale che si è appena creato tra due persone) e dall’altro ne dà piena attuazione tramite il suo stesso proferimento.
Domande da interrogazione
- Quali sono le categorie principali degli atti linguistici?
- Cosa implica un enunciato direttivo?
- In che modo un enunciato dichiarativo può influenzare la realtà?
Gli atti linguistici si dividono in cinque categorie: assertivi, direttivi, commissivi, espressivi e dichiarativi.
Un enunciato direttivo implica che il parlante cerca di far fare qualcosa al destinatario, come nel caso di "Chiudi la porta!".
Un enunciato dichiarativo, come "vi dichiaro marito e moglie", descrive e allo stesso tempo realizza un fatto, determinando uno stato di cose attraverso il suo proferimento.