Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Gli enunciati possono avere significati diversi a seconda del contesto, influenzando o adattandosi alla realtà tramite comandi o promesse.
  • La "doppia direzione di adattamento" consente agli enunciati di descrivere e creare fatti, come nei dichiarativi che dichiarano stati di cose.
  • Gli atti linguistici si suddividono in cinque categorie: assertivi, direttivi, commissivi, espressivi e dichiarativi, ognuna con scopi e funzioni specifiche.
  • I direttivi mirano a influenzare il comportamento del destinatario, mentre i commissivi impegnano il parlante a una futura azione.
  • I dichiarativi rappresentano un'eccezione unica, poiché creano e constatano una situazione di fatto simultaneamente.

Indice

  1. Significato degli enunciati
  2. Categorie di atti linguistici

Significato degli enunciati

Sulla base dell’ambito o nel contesto in cui sono impiegati, gli enunciati possono racchiudere ed implicare significati diversi. Si pensi alla frase «state in silenzio»: essa è pronunciata al fine di determinare una condizione che, nel momento in cui si parla, non sussiste.
In questo secondo caso, dunque, è il mondo che si adatta al linguaggio attraverso strumenti come il comando o la promessa.

Gli enunciati possono essere interpretati sulla base della cosiddetta «doppia direzione di adattamento (mondo - linguaggio; linguaggio - mondo): il tipo di atto linguistico che si ha in questo caso è un direttivo o un dichiarativo. Ad esempio, dire «vi dichiaro marito e moglie» ha il duplice scopo di descrivere un elemento di fatto e renderlo tale tramite il dichiarativo stesso.

Categorie di atti linguistici

Gli atti linguistici si possono dividere in tre categorie:

1. Gli assertivi (il parlante si impegna a credere che qualcosa è vero); esempio: “Oggi piove”;

2. I direttivi (il parlante cerca di far fare qualcosa al destinatario); esempio: “Chiudi la porta!”. In questo caso lo scopo dell’enunciato è rivolto all’azione che il destinatario cui esso è rivolto è tenuto a compiere;

3. I commissivi (il parlante si impegna a fare qualcosa); esempio: “Ti prometto di pagare il conto”. Il proferimento dell’enunciato implica conseguenze che, dal punto di vista pratica, troveranno attuazione solo in un tempo futuro o comunque non coincidente con quello in cui esso è esposto;

4. Gli espressivi (il parlante esprime un proprio stato psicologico); esempio: “Ti sono grato”;

5. I dichiarativi (mediante l’atto linguistico, il parlante determina uno stato di cose); esempio: “In nome della legge, vi dichiaro marito e moglie”. Quest’ultimo caso di enunciato costituisce una vera e propria eccezione: esso, infatti, da un lato constata una situazione di fatto (il legame matrimoniale che si è appena creato tra due persone) e dall’altro ne dà piena attuazione tramite il suo stesso proferimento.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le categorie principali degli atti linguistici?
  2. Gli atti linguistici si dividono in cinque categorie: assertivi, direttivi, commissivi, espressivi e dichiarativi.

  3. Cosa implica un enunciato direttivo?
  4. Un enunciato direttivo implica che il parlante cerca di far fare qualcosa al destinatario, come nel caso di "Chiudi la porta!".

  5. In che modo un enunciato dichiarativo può influenzare la realtà?
  6. Un enunciato dichiarativo, come "vi dichiaro marito e moglie", descrive e allo stesso tempo realizza un fatto, determinando uno stato di cose attraverso il suo proferimento.

Domande e risposte

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