Concetti Chiave
- I cittadini possono influenzare le scelte collettive attraverso strumenti come l'iniziativa legislativa e la petizione, sebbene la loro efficacia sia limitata.
- L'associazionismo politico è sancito dalla Costituzione italiana, che dedica l'articolo 49 ai partiti politici.
- I partiti moderni nacquero alla fine del XIX secolo, con i socialisti che furono i primi a organizzare i lavoratori per promuovere i loro bisogni.
- In Italia, i partiti attraversarono una fase di tolleranza e poi diventarono strumenti di potere durante le dittature fascista e comunista.
- Dopo il fascismo, il pluralismo partitico ritornò come fondamento del nuovo ordinamento costituzionale, nonostante le critiche e la bassa fiducia nei sondaggi.
Indice
Strumenti di partecipazione cittadina
I cittadini hanno a disposizione numerosi strumenti per influenzare le scelte collettive, esercitando anche così la loro sovranità. Di alcuni istituti (come l’iniziativa legislativa e la petizione), la cui rilevanza concreta è alquanto limitata, bisogna tener conto in modo particolare. Peraltro è fondamentale soffermarsi anche sull’associazionismo a fini politici generali, al quale la nostra Costituzione dedica un articolo specifico, l’art. 49, con riferimento ai partiti politici.
Origine e sviluppo dei partiti
Il partito moderno sorse nell’ultimo scorcio dell’Ottocento (quando la partecipazione politica era cosa riservata a ceti ristretti) e si affermò nelle forme del partito di massa (cioè in grado di mobilitare moltissimi cittadini) all’inizio del Novecento. Modello fu il partito socialdemocratico tedesco. Non deve stupire che per primi nacquero i partiti socialisti: essi organizzarono i lavoratori e i ceti meno abbienti disposti a impegnarsi in politica e imposero all’attenzione pubblica i loro bisogni. Questo modello sarebbe stato imitato per difendere interessi destinati ad affermarsi come generali.
Evoluzione e ruolo dei partiti
I partiti conobbero, anche in Italia, una prima fase in cui furono controllati o semplicemente tollerati come un male inevitabile. In una seconda fase divennero strumento per impadronirsi dello stato e imporre la propria ideologia a tutto l’ordinamento. In particolare, l’organizzazione totalitaria del potere fascista, così come quella comunista, si basò sul partito unico: chi guidava il partito guidava anche l’intera organizzazione statale.
La fine del fascismo comportò l’immediato ritorno al pluralismo partitico: e sui partiti politici, prima di tutto, si fondò il nuovo ordinamento costituzionale. Non può sorprendere, dunque, l’attenzione del costituente ai partiti, né il ruolo che essi hanno sempre mantenuto, pur se investiti periodicamente da critiche assai forti e pur risultando tradizionalmente molto in basso, fra i soggetti sociali o istituzionali, nei sondaggi di opinione (in Italia come e forse più che altrove: ma il fenomeno è universale).
Domande da interrogazione
- Quali strumenti hanno i cittadini per influenzare le scelte collettive?
- Come si sono sviluppati i partiti politici moderni?
- Qual è stato il ruolo dei partiti politici in Italia dopo la fine del fascismo?
I cittadini possono influenzare le scelte collettive attraverso strumenti come l'iniziativa legislativa e la petizione, sebbene la loro rilevanza concreta sia limitata. Inoltre, l'associazionismo a fini politici generali è un mezzo importante, come indicato dall'articolo 49 della Costituzione.
I partiti politici moderni sono emersi nell'ultimo scorcio dell'Ottocento e si sono affermati come partiti di massa all'inizio del Novecento, con il partito socialdemocratico tedesco come modello. I primi partiti socialisti hanno organizzato i lavoratori e i ceti meno abbienti, portando all'attenzione pubblica i loro bisogni.
Dopo la fine del fascismo, c'è stato un ritorno al pluralismo partitico, e i partiti politici sono diventati fondamentali per il nuovo ordinamento costituzionale. Nonostante le critiche e la bassa considerazione nei sondaggi, i partiti hanno mantenuto un ruolo centrale nel sistema politico italiano.