Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • Nel 1906, fu istituita in Italia la Confederazione Generale del Lavoro (CGDL) per coordinare i gruppi locali e uniformare le condizioni contrattuali.
  • La CGDL si componeva di federazioni di mestiere, suddivise in base alle attività lavorative degli aderenti.
  • La struttura organizzativa prevedeva un livello verticale di categoria e un livello orizzontale pluricategoriale.
  • Lo statuto della CGDL garantiva un rigido accentramento, con supremazia sulle organizzazioni di categoria e CDL.
  • Le Commissioni interne, composte da operai delegati, potevano intervenire nelle controversie aziendali, ma non avevano potere contrattuale.

Fondazione della confederazione generale del lavoro (CGDL)

In Italia, il sindacalismo fu riconosciuto solo nel 1906, anno in cui fu istituita la CGDL: confederazione generale del lavoro. La fondazione di un ente confederale fu necessaria per coordinare l’azione di gruppi locali e, soprattutto, per definire condizioni contrattuali uniformi.
A sua volta, la confederazione era suddivisa in diversi enti corporativi: le federazioni di mestiere, così chiamate perché suddivise in base alle attività impiegatizie degli aderenti.
La CGDL era costituita da tutte le federazioni nazionali, le cui sezioni aderivano contestualmente alla CGDL e alle CDL; dalle stesse CDL, le cui componenti dovevano a loro volta aderire alla confederazione.

Vennero istituiti due livelli di organizzazione:

- livello verticale, cioè di categoria
- livello orizzontale, cioè pluricategoriale.
Lo statuto della CGDl assegnava alla confederazione la direzione del movimento proletario: l’organizzazione del sindacato si basava su un rigido accentramento; la confederazione vantava una netta supremazia sulle organizzazioni di categoria e, soprattutto, sulle CDL. In sostanza, le strutture decentrate risultavano del tutto prive di autonomia.
La confederazione, comunque, restava un’organizzazione esterna ai luoghi di lavoro: per evitare uno scontro aperto con gli imprenditori, la CGDL si limitò a sviluppare le Commissioni interne (CI) formate da operai delegati dai loro colleghi a trattare con il datore di lavoro in caso di vertenze o agitazioni aziendali. Le CI non avevano potere contrattuale, ma potevano intervenire nelle controversie aziendali sull’applicazione delle fonti legali e collettive.

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