Concetti Chiave
- Lo ius variandi permette al datore di lavoro di assegnare ai dipendenti mansioni superiori, che comportano un livello contrattuale e retributivo più elevato.
- Le mansioni superiori possono essere assegnate formalmente tramite promozione o in via di fatto, senza promozione formale, diventando definitive dopo un periodo specifico.
- Il periodo di esercizio delle mansioni superiori, per diventare definitivo, è stabilito dai contratti collettivi o, in assenza, dura almeno sei mesi continuativi.
- Il diritto all'inquadramento superiore non si applica quando le mansioni superiori vengono svolte per sostituire un collega assente per malattia o maternità.
- Il lavoratore deve dimostrare il prolungato svolgimento delle mansioni superiori e la loro corrispondenza ai profili professionali di un livello superiore per ottenere la qualifica definitiva.
Indice
Il concetto di ius variandi
Lo ius variandi consente al datore di lavoro di assegnare ai propri dipendenti non solo mansioni inferiori o di pari livello, ma anche mansioni superiori alle ultime effettivamente svolte. Queste corrispondono a un superiore livello contrattuale di inquadramento, e quindi ad una retribuzione più elevata.
Promozione e mansioni superiori
Tale assegnazione può essere formalizzata come vera e propria promozione, la quale attribuisce al lavoratore il diritto di essere adibito a mansioni corrispondenti a un inquadramento superiore.
La qualifica a mansioni superiori può anch’essere disposta in via di mero fatto, cioè senza che sussista una promozione. In quest’ipotesi l’articolo 2103 (comma 7) stabilisce che l’esercizio delle mansioni superiori diviene definitivo quando si protrae per un periodo fissato dai contratti collettivi o, in mancanza, per almeno sei mesi continuativi.
Regole e eccezioni
Decorso questo termine il lavoratore non può più essere retrocesso, salva l’ipotesi di modifica degli assetti aziendali prevista dal secondo comma dell’articolo 2103. La retrocessione è valida anche nel caso in cui il lavoratore manifesti il desiderio di tornare a una mansione meno impegnativa.
L’unica eccezione a questa regola riguarda l’ipotesi in cui un lavoratore svolge una mansione superiore per sostituire un collega assente dal servizio (perché in malattia o in maternità): in questo caso il superamento della soglia temporale non implica il diritto del sostituto all’inquadramento nel livello superiore.
Prova delle mansioni superiori
In generale, il protratto svolgimento di mansioni superiori deve essere provato dal lavoratore, il quale è anche tenuto a dimostrare che esse corrispondono ai profili professionali di un livello superiore.
In sintesi, dunque, l’adibizione a mansioni superiori non è quasi mai automatica: a meno che questa non scaturisca da una promozione, infatti, i singoli casi devono essere analizzati singolarmente al fine di valutare la legittimità della qualificazione.
Domande da interrogazione
- Che cos'è lo ius variandi e come si applica ai lavoratori?
- Quando un lavoratore acquisisce il diritto definitivo a mansioni superiori?
- Quali sono le condizioni per dimostrare il diritto a mansioni superiori?
Lo ius variandi permette al datore di lavoro di assegnare ai dipendenti mansioni inferiori, di pari livello o superiori, che comportano un livello contrattuale e una retribuzione più elevata.
Un lavoratore acquisisce il diritto definitivo a mansioni superiori se le svolge per un periodo stabilito dai contratti collettivi o, in mancanza, per almeno sei mesi continuativi, salvo eccezioni come la sostituzione temporanea di un collega assente.
Il lavoratore deve provare il protratto svolgimento di mansioni superiori e dimostrare che esse corrispondono ai profili professionali di un livello superiore, poiché l'adibizione a tali mansioni non è automatica senza una promozione formale.