Concetti Chiave
- L'articolo 81 della Costituzione italiana prevedeva disposizioni essenziali sul bilancio, inclusa la cadenza annuale e l'obbligo di copertura finanziaria per nuove spese.
- Nonostante le norme esistenti, il settore pubblico italiano ha accumulato uno dei debiti più alti al mondo, non arginato dalle disposizioni costituzionali.
- Dal 1997, l'Unione Europea ha cercato di garantire disciplina di bilancio con il patto di stabilità e crescita, ma il debito italiano ha continuato a salire.
- La crisi dei debiti sovrani ha portato a regole più rigide per i bilanci, inclusi limiti al disavanzo strutturale e impegni per ridurre il rapporto debito/Pil.
- L'Italia ha recepito nel proprio ordinamento la regola del pareggio di bilancio, come parte dell'adesione al fiscal compact, attraverso una riforma costituzionale.
Equilibrio di bilancio nella Costituzione
La disciplina costituzionale in materia di bilancio contenuta nell’art. 81 constava fino al 2012 di poche disposizioni essenziali: cadenza annuale del bilancio di previsione e del rendiconto consuntivo; eventuale esercizio provvisorio disposto per legge e per non più di quattro mesi; divieto di stabilire nuovi tributi e nuove spese nella legge di bilancio, concepita come sintesi delle entrate e uscite derivanti dal complesso della legislazione vigente; obbligo di copertura finanziaria per le leggi comportanti nuove o maggiori spese.
La mancanza di copertura è stata, nella maggior parte dei casi, il motivo che ha portato al rinvio di leggi al Parlamento ex art. 74 Cost. da parte del presidente della Repubblica.
Queste disposizioni non hanno impedito che il nostro settore pubblico accumulasse uno dei più alti debiti al mondo. Ciò è accaduto nonostante in sede Ue si sia cercato da molti anni (sin dal Consiglio europeo di Amsterdam del 1997) di garantire la disciplina di bilancio con il patto di stabilità e crescita, per vincolare gli stati membri a perseguire il risanamento dei conti pubblici (all’epoca il debito dell’Italia, dopo essere arrivato al 121% del Pil nel 1994, aveva iniziato a scendere fino al 103% nel 2004, per poi riprendere a salire fino a superare il 130% dieci anni dopo).
L’esplosione della crisi dei debiti sovrani europei ha costretto i paesi dell’Unione, soprattutto dal 2011, a concordare regole ben più stringenti del passato (ne parliamo nel par. 7 del cap. 4): fra queste, l’impegno a mantenere il bilancio in equilibrio (entro la misura dello 0,5% del Pil in termini di «disavanzo strutturale») e a ridurre il rapporto debito/Pil (per i paesi sopra il 60% «a un ritmo medio di un ventesimo all’anno»). A tal fine i paesi firmatari del trattato sul fiscal compact si sono impegnati anche a recepire nei propri ordinamenti la regola del «pareggio di bilancio». L’Italia lo ha fatto con una riforma della Costituzione.
Domande da interrogazione
- Quali erano le disposizioni essenziali dell'articolo 81 della Costituzione italiana in materia di bilancio fino al 2012?
- Perché le disposizioni costituzionali non hanno impedito l'accumulo del debito pubblico in Italia?
- Quali misure sono state adottate dall'Unione Europea per affrontare la crisi dei debiti sovrani?
L'articolo 81 prevedeva la cadenza annuale del bilancio di previsione e del rendiconto consuntivo, l'eventuale esercizio provvisorio per non più di quattro mesi, il divieto di stabilire nuovi tributi e spese nella legge di bilancio, e l'obbligo di copertura finanziaria per nuove spese.
Nonostante le disposizioni, l'Italia ha accumulato un alto debito pubblico perché le misure non erano sufficientemente stringenti e il debito ha continuato a crescere, superando il 130% del Pil dieci anni dopo il 2004.
L'UE ha concordato regole più stringenti, come mantenere il bilancio in equilibrio e ridurre il rapporto debito/Pil, e i paesi firmatari del fiscal compact, inclusa l'Italia, si sono impegnati a recepire la regola del pareggio di bilancio nei propri ordinamenti.