Concetti Chiave
- Gli enti ecclesiastici a base fondatizia gestiscono patrimoni per fini religiosi e culturali, come promuovere opere religiose o ricordare santi.
- Alcune confessioni, come i mormoni, utilizzano il patrimonio per obiettivi specifici legati alle loro credenze, come la ricerca genealogica.
- Lo Stato offre agli enti ecclesiastici maggiore libertà rispetto ad altre persone giuridiche, pur richiedendo una buona amministrazione.
- Gli enti ecclesiastici seguono il principio dell'autoregolazione, esentandoli da alcune regole di controllo statale.
- Lo Stato non interviene direttamente in caso di cattiva amministrazione, dato l'ampio margine di autoregolazione degli enti ecclesiastici.
Enti ecclesiastici a base fondatizia
Gli enti ecclesiastici a base fondatizia amministrano un determinato patrimonio per conseguire una molteplicità di fini: promuovere opere religiose, officiare il culto, perpetuare la memoria di un santo, ecc. Alcune confessioni, poi, devolvono il proprio patrimonio a obiettivi strettamente connessi alle proprie credenze: i mormoni, ad esempio, si dedica molto alle ricerche genealogiche dei fedeli, in quanto si crede che anche i cari scomparsi possano essere salvati mediante l’opera dei viventi.
A prescindere dalla struttura che l’ente ecclesiastico sceglie di adottare, lo Stato garantisce ad esso libertà molto più ampie rispetto a quelle concesse alle altre persone giuridiche.
Non solo lo stato dà pieno riconoscimento a enti che presentano caratteristiche del tutto atipiche rispetto a quelle che di solito contraddistinguono le persone giuridiche, ma si esime anche dall’applicare le regole a garanzia delle strutture privatistiche: gli enti ecclesiastici, infatti, seguono il principio dell’autoregolazione; ciò vuol dire che lo stato non può esercitare i poteri di intervento, controllo e sostituzione che la legge gli riserva qualora l’ente si renda colpevole di cattiva amministrazione.