Concetti Chiave
- Il diritto commerciale si sviluppò nelle città medievali italiane per rispondere alle esigenze di commercianti e artigiani, diffondendosi in Europa attraverso il commercio.
- La lettera di cambio permise pagamenti sicuri senza trasportare monete pesanti, mentre l'accomandita limitò la responsabilità del socio capitalista alla somma investita.
- L'assicurazione sulle merci distribuì i rischi di naufragio e rapina, con istituti commerciali riconosciuti per consuetudine e validi nelle corti mercantili.
- Le regole consuetudinarie per il commercio marittimo e oltremare furono elaborate per disciplinare i rapporti giuridici a bordo e i rischi connessi al mare.
- La consuetudine giocò un ruolo chiave nell'esportare norme commerciali, favorendo quelle più efficaci e funzionali alle esigenze del commercio e degli scambi.
Origini del diritto commerciale
Diversa è stata la formazione di un altro diritto di ceto, il diritto commerciale, nato nelle città medievali italiane, diffuso in tutta Europa per le vie del commercio, per rispondere alle esigenze dei commerciati e artigiani nella rinata economia urbana. La lettera di cambio, consentì di effettuare pagamenti, senza il rischio di dover portare con se le ingombranti monete metalliche. L’accomandita limitò la responsabilità del socio capitalista, alla sola somma conferita. L’assicurazione sulle merci ripartì il rischio di naufragio o di rapina, tra più soggetti. Nati dalla cooperazione attiva del mercante e dell’onnipresente notaio, questi e altri istituti commerciali si affermarono per consuetudine e furono riconosciuti come validi nelle corti speciali, dove si dibattevano le controversie mercantili, cioè all’interno delle corporazioni gestite dagli stessi mercanti. Solo alla fine del ‘300 la dottrina giuridica iniziò a farne oggetto di analisi: dopo i primi contributi di Baldo degli Ubaldi, alcuni giuristi iniziarono a considerare nei loro consilia i nuovi istituiti del diritto commerciale.
Evoluzione delle regole marittime
Non meno importante fu l’elaborazione di regole consuetudinarie sui rapporti giuridici legati alla navigazione marittima e al commercio oltremare. Lo sviluppo del commercio delle 39 repubbliche marinare comportò l’applicazione di regole sui negozi giuridici che i mercanti concludevano in Oriente e nei mari del Nord. Si ebbe allora la messa a punto di un complesso di regole per la disciplina a bordo della nave, per i poteri del capitano nei confronti dei marinai, per l’ipotesi di naufragio o di avaria, per i rischi connessi agli assalti dei privati. Sia per il diritto commerciale che per quello marittimo, il ruolo fondamentale della consuetudine fu esercitato, esportando le norme lungo le vie dei traffici. Soprattutto consentì di testare l’efficacia delle consuetudini favorendo quelle che si erano rivelate più funzionali alle esigenze del commercio e degli scambi. Le consuetudini più valide vinsero rispetto ad altre simili ma non così efficaci.
Domande da interrogazione
- Qual è stata l'origine del diritto commerciale nelle città medievali italiane?
- Quali istituti commerciali sono stati sviluppati per facilitare il commercio?
- Come si sono evolute le regole consuetudinarie nel commercio marittimo?
Il diritto commerciale è nato nelle città medievali italiane per rispondere alle esigenze dei commercianti e artigiani nella rinata economia urbana, diffondendosi in tutta Europa attraverso le vie del commercio.
Tra gli istituti sviluppati vi sono la lettera di cambio, l'accomandita e l'assicurazione sulle merci, che hanno rispettivamente facilitato i pagamenti, limitato la responsabilità del socio capitalista e ripartito i rischi di naufragio o rapina.
Le regole consuetudinarie nel commercio marittimo si sono evolute attraverso l'applicazione di norme sui negozi giuridici conclusi dai mercanti, disciplinando la vita a bordo, i poteri del capitano e i rischi di naufragio, e sono state testate e affinate lungo le vie dei traffici.