Andrea301AG
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Concetti Chiave

  • La fine simbolica del giusnaturalismo è associata alla morte di Kant e al codice napoleonico del 1804, che segnarono un cambiamento di paradigma verso l'idealismo ottocentesco.
  • L'idealismo, promosso da pensatori come Hegel, Schelling e Fichte, sostituì la concezione dello stato come garante dei diritti inalienabili con l'idea di uno "stato etico".
  • I positivisti giuridici criticarono il diritto naturale per la sua mancanza di praticità e forza coercitiva, definendolo un "diritto disarmato".
  • Il termine "naturale" associato a "diritto" fu criticato per la sua ambiguità, generando molta confusione su cosa realmente rappresentasse il diritto naturale.
  • Il giusnaturalismo è accusato di astrattismo e antistoricismo, poiché considera le norme razionali immutabili, ignorando così le trasformazioni storiche e sociali.

Critiche al giusnaturalismo

La fine simbolica del giusnaturalismo viene fatta coincidere con due eventi coevi, avvenuti nel 1804: la morte di Immanuel Kant e la promulgazione del codice napoleonico. In seguito alla nascita dell’idealismo ottocentesco ad opera di pensatori quali Hegel, Schelling e Fichte, venne meno il presupposto fondamentale del giusnaturalismo, cioè la concezione dello stato come garante dei diritti inviolabili e inalienabili.

Con l’idealismo, infatti, si affermò il cosiddetto «stato etico», fondato su un principio assoluto (come ad esempio l’astratto spirito di Hegel), che priva l’individuo di ogni valore e individua nella codificazione legislativa il termine del problema su cui si erano interrogati i giusnaturalisti: essi, infatti, asserivano che non fosse più necessario studiare il rapporto esistente tra diritto naturale e diritto positivo perché, in seguito alla codificazione, esisteva ormai un solo ed unico diritto.
Nel corso dell’ottocento, il diritto naturale è stato aspramente criticato:
- i positivisti giuridici hanno sostenuto che il diritto naturale non può essere considerato vero e proprio diritto perché è privo del risvolto pratico tipico di ogni legge: il diritto naturale non si basava sull’uso della forza (Bobbio lo definì «diritto disarmato»( e per questo motivo impedì all’uomo di difendere la propria condizione, determinando la sua uscita dallo stato di natura;
- altri filosofi hanno invece criticato l’uso dell’aggettivo «naturale» accostato al termine «diritto»: esso implica almeno nove significati diversi e da ciò scaturisce solo un concetto confuso e poco chiaro di cosa davvero sia il diritto naturale.
Più in generale, infine, il giusnaturalismo viene criticato per il suo astrattismo e il suo antistoricismo: le norme, ricavate dalla ragione, sono considerate immutabili ed eterne, valide quindi universalmente ed eternamente, esse ignorano la storia, mentre della storia sono frutto in quanto espressione della trasformazione della società occidentale nelle sue componenti economiche, sociali e politiche.

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