Concetti Chiave
- Dante incontra l'amico Forese Donati nella sesta cornice del Purgatorio, dove i golosi sono puniti con la fame e la sete.
- Le anime dei golosi, riconoscibili per il loro aspetto scarno e pallido, recitano la preghiera "Labia mea, Domine" come parte della loro penitenza.
- Forese Donati, nonostante riconosciuto solo dalla voce, racconta a Dante delle preghiere della moglie che gli hanno accelerato il percorso nel Purgatorio.
- Forese critica le donne di Firenze per i loro costumi immorali, elogiando invece sua moglie Nella come esempio di virtù cristiana.
- Il discorso di Forese culmina con affetto e riconoscenza verso la moglie, le cui preghiere sono viste come un segno di amore e ricordo.
Indice
L'incontro con Forese
Dante ci parla dell’incontro con Dante Forese nel XXIII canto del Purgatorio, nella cui sesta cornice, vigilata dall’Angelo dell’astinenza, sono puniti i golosi.
La condizione dei golosi
Essi sono puniti con la pena del contrappasso: come nella vita essi indulsero troppo al cibo e alla bevanda, così ora essi soffrono la fame e la sete e poiché essi aprirono le labbra solo per soddisfare i piaceri della gola, ora recitano la preghiera “Labia mea, Domine”.
Forese e la sua magrezza
Dante è colpito dal fatto che le anime hanno occhiaie scure e profonde ed un viso talmente pallido e scarno che la pelle aderisce alle ossa. Una di queste anime si fa avanti e saluta con gioia Dante. Dalla voce e non dall’aspetto, Dante riconosce l’amico Forese Donsi trasformaati che prega il poeta di non fare attenzione alla sua magrezza, ma di dargli notizie di sé e dei suoi compagni. Dante conosciuto il motivo di tanta magrezza, chiede all’amico perché essendo morto da meno di cinque anni ed essendosi pentito solo alla fine della vita, non si trovi ancora nell’Antipurgatorio.
Le preghiere di Nella
Forese gli risponde che sono state le preghiere della moglie che lo hanno liberato ed aggiunge che, a Firenze, essa è l’unica donna virtuosa in mezzo a tante donne scostumate e senza principi morali. Aggiunge che presto verrà il momento in cui ad essere sarà proibito di far bella mostra dei loro cattivi costumi, mentre neppure le donne barbare o saracene hanno bisogno di simili provvedimenti. La profezia si fa sempre più minacciosa ed oscura. Quando, invece, Forese, parla di Nella, la moglie ancora in vita, lo fa in modo molto dolce e la indica come esempio di perfetta donna cristiana, fedele al marito. Le sue preghiere non solo sono improntate alla fede, ma anche al ricordo. Il richiamo a Dio del verso 91, si risolve in un ulteriore slancio di amore e di tenerezza verso la donna e l’espressione “Nella mia” si trasforma in “vedovella mia”.
Domande da interrogazione
- Qual è la condizione dei golosi nel Purgatorio?
- Come riconosce Dante l'anima di Forese?
- Qual è il ruolo delle preghiere di Nella per Forese?
I golosi sono puniti con la pena del contrappasso, soffrendo fame e sete poiché in vita indulgevano troppo al cibo e alla bevanda. Ora recitano la preghiera "Labia mea, Domine" per espiare i loro peccati.
Dante riconosce l'anima di Forese non dall'aspetto, ma dalla voce, poiché le anime appaiono con occhiaie scure e visi pallidi e scarni.
Le preghiere di Nella, la moglie di Forese, lo hanno liberato, permettendogli di evitare l'Antipurgatorio. Forese la descrive come una donna virtuosa e fedele, le cui preghiere sono improntate alla fede e al ricordo.