Concetti Chiave
- Dante incontra Nino Visconti nell'Antipurgatorio, nella Valletta fiorita, dove i principi espiano le loro colpe per negligenza.
- Nino Visconti chiede a Dante di invocare suffragi per lui dalla figlia Giovanna, lamentandosi della moglie Beatrice d'Este che lo ha dimenticato.
- Esprime tristezza per il passaggio di Beatrice a nuove nozze, sostenendo che il suo stemma non le porterà onore come avrebbe fatto quello dei Visconti di Pisa.
- Nino riflette sull'incostanza delle donne, utilizzando toni amari e termini veristi, sebbene mantenga ancora una speranza d'amore.
- Il discorso di Nino è caratterizzato da malinconia e assenza di rancore, riflettendo una visione superiore della sua vita senza giudizi negativi.
Indice
La Valletta Fiorita e i Principi
Siamo nellAntipurgatorio e precisamente nella Valletta fiorita dove espiano le loro colpe i principi che, distratti dagli interessi terrestri, per negligenza, hanno tralasciato i doveri verso i propri sudditi e verso se stessi. E lora della sera che crea melanconia e tristezza nei naviganti e nei pellegrini che hanno lasciato gli affetti e se si ode in lontananza il suono di una campana che sembra piangere il giorno che sta morendo.
L'incontro con Nino Visconti
Appena fatti tre passi, Dante scorge unanima che lo guarda intensamente come per riconoscerlo e nonostante il crepuscolo riconosce un amico: Nino Visconti, giudice di Gallura in Sardegna. Egli prega il Poeta di invocare per lui i suffragi della figlia Giovanna e si lamenta che la moglie, Beatrice dEste, non lami più poiché è passata ad altre nozze con Galeazzo Visconti ed aggiunge che lo stemma dei Visconti di Milano (= la vipera) che sarà posta sul suo sepolcro, non le farà tanto onore quanto le avrebbe fatto lo stemma dei Visconti di Pisa (= il gallo).
Riflessioni di Nino Visconti
Parlando della moglie, le parole di Nino diventano accorati, desolati e tristi, soprattutto quando chiama Beatrice dEste sua madre (= madre della figlia Giovanna) perché non è più degna di essere chiamata mia moglie. In mezzo a tanta tristezza esiste però ancora una parvenza di speranza che essa lo ami ancora (= Non credo che...) Successivamente, Nino Visconti da una riflessione personale passa a delle considerazioni generali quando rimprovera a tutte le donne di essere incostanti. E a questo punto i versi da tristi diventano amari e arricchiti con espressioni veriste, come quando al posto di donna, Nino ricorre al termine femmina. Nella conclusione, Nino ritorna con un pensiero affettuoso a ricordare la moglie che, nonostante tutto, non può dimenticare.
Conclusioni di Nino e Silenzio di Dante
In conclusione, si può affermare che tutto il discorso di Nino non è improntato, né al rancore, né ad un sentimento di gelosia, come di solito avviene quando si è in vita. E come se egli osservasse la sua vita da un punto di vista superiore e con estrema malinconia, senza tuttavia esprimere giudizi negativi. Alle parole dellamico Dante non dà alcuna risposta, ma forse il suo silenzio e molto più eloquente di qualsiasi forma di conforto.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto della Valletta Fiorita nell'Antipurgatorio?
- Chi è Nino Visconti e quale richiesta fa a Dante?
- Come si esprime Nino Visconti riguardo alla moglie Beatrice d'Este?
- Qual è l'atteggiamento di Nino Visconti verso la sua vita passata?
La Valletta Fiorita è il luogo dove i principi espiano le loro colpe per aver trascurato i doveri verso i sudditi e se stessi, distratti dagli interessi terrestri.
Nino Visconti è un'anima che Dante riconosce come un amico, giudice di Gallura in Sardegna, e chiede a Dante di invocare i suffragi della figlia Giovanna per lui.
Nino esprime tristezza e desolazione, lamentandosi che Beatrice non lo ami più e riflette sull'incostanza delle donne, pur mantenendo un affettuoso ricordo di lei.
Nino osserva la sua vita con malinconia e da un punto di vista superiore, senza rancore o gelosia, e il silenzio di Dante sembra più eloquente di qualsiasi conforto.