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Concetti Chiave

  • L'episodio di Corrado Malaspina evidenzia temi di discordia e esilio, riflettendo la decadenza dei principi e della tradizione cavalleresca.
  • Corrado mostra una forte imperturbabilità e compostezza, tratti comuni nei personaggi danteschi di alta spiritualità.
  • Corrado sottolinea l'importanza della collaborazione umana con la Grazia, affermando un concetto religioso e umanamente energico della vita.
  • Presentandosi, Corrado Malaspina si concentra sulla sua linea genealogica e l'amore per la famiglia, sottolineando la continuità del prestigio dei Malaspina.
  • Il testamento di Corrado riflette il suo amore per i suoi discendenti, che si purifica in Dio, dimostrando come l'amore terreno si trasforma nell'Antipurgatorio.

Indice

  1. Episodio di Corrado Malaspina
  2. La presentazione di Corrado Malaspina

Episodio di Corrado Malaspina

L'ultimo episodio del canto, quello di Corrado Malaspina, riprende ancora, rinnovandoli, i due motivi principali del trittico dei canti di Sordello: le discordie e l'esilio; la decadenza attuale dei principi e della tradizione cavalleresca. Come Farinata non bada al discorso tra il suo vicino Cavalcante e Dante, e alle stesse pene infernali, così Corrado non fa attenzione a quel che dice il vicino suo Nino, anzi egli non lascia di guardar Dante neppure durante l'assalto del demonio (110-111); Nino aveva chiesti suffragi, egli no, come non li aveva chiesti Sordello; quel che lo tiene, di nuovo come Farinata, è il pensiero della sua terra, al quale è connesso quello della sua famiglia.

Ma queste imperturbabilità e alterezza e compostezza sono, come ormai sappiamo bene, attribuiti di tutti i personaggi danteschi di alta spiritualità. Più peculiare a Corrado è che nel primo augurio volto al visitatore (112-114), egli subito si richiami alla necessità che la Grazia trovi alimento nell'autonoma forza volitiva dell'individuo: non solo egli conferma così che la probitate non scende deterministicamente per li rami, ma afferma che l'uomo ha il dovere di collaborare con la Grazia. Siamo dinanzi dunque a una concezione religiosa ma anche umanamente energica della vita: quella che è propria di Dante, e che egli qui attribuisce al suo personaggio. Gli amori e gli orgogli terreni non son rinnegati, ma purificati in Dio.

La presentazione di Corrado Malaspina

Ciò mette innanzi subito Corrado, presentandosi, come suo connotato essenziale: "Fui chiamato Currado Malaspina; non son l'antico, ma di lui discesi; a' miei portai l'amor che qui raffina" (118-120). Qui la menzione di Corrado l'antico non è certo fatta - si è detto giustamente - per chiarire banalmente una omonima, ma per segnare subito una linea genealogica a cui egli tiene sopra ogni cosa, e che Dante subito continua con la menzione dei discendenti: sebbene nelle parole di Corrado non fosse formulata in proposito alcuna preoccupazione, la quale balenava appena nell'accenno all'amor, il poeta si affretta ad assicurarlo solennemente, anzi con giuramento, che la fama di liberalità e di valore, di cui tradizionalmente godevano i Malaspina presso tutti e in tutta Europa, è meritata anche dagli attuali signori: "vostra gente onrata non si sfregia del pregio de la borsa e de la spada" (128-129). Di là dalla finzione dell'incontro con Corrado, è Dante che tiene a stabilire - per gratitudine e per polemica - la continuità, nell'isolato caso dei Malaspina, tra l'antica età e la nuova; gli attuali non hanno tralignato.

Lo splendore della sua casa era così in cima ai pensieri di Corrado, che questi nel testamento si preoccupò di raccomandarla ai suoi eredi. Qui nell'oltremodo l'amore ai suoi raffina: nel senso che sia sostituito da amore per il prossimo o per Dio, ma perché si compenetra con questo, perciò purificando: in terra era stato troppo esclusivo, lo aveva distratto, come dice l'Ottimo, dalle opere meritorie; perciò egli è ancora nell'Antipurgatorio.

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