Concetti Chiave
- Nel Canto XVI del Purgatorio, Dante esplora la terza cornice dedicata agli iracondi, dove le anime vagano tra fumo denso come contrappasso per la loro rabbia in vita.
- Dante incontra Marco Lombardo, un commerciante del Nord Italia, noto per la sua irascibilità dovuta alle pressioni del suo lavoro.
- Il tema dell'ira è anche affrontato da Seneca nel "De Ira", dove si sottolinea come l'ira possa offuscare la mente e la ragione.
- Dante esprime una critica forte alla corruzione politica, riflettendo sulle sue esperienze personali e accusando i Guelfi Neri di baratteria.
- Propone che i politici dovrebbero usare il denaro per il bene comune, un pensiero lungimirante che risuona ancora oggi nella critica alla corruzione politica.
La Pena degli Iracondi
Nel Canto XVI, Dante si trova nella terza cornice, quella dove sono situati gli Iracondi; l’ira è uno dei sette Vizi Capitali.
Le anime sono costrette a vagare in mezzo ad un forte fumo, praticamente camminano come se fossero ciechi; questa è una pena del contrappasso, poiché come durante la loro vita terrena avevano la vista annebbiata dalla rabbia, anche ora nel Purgatorio sono costretti a vedere tutto annebbiato.
Anche Seneca trattò l’argomento dell’Ira, scrivendo proprio nel “De Ira” che l’Ira offusca la mente e la ragione.
Incontro con Marco Lombardo
In questo canto Dante incontra Marco Lombardo, commerciante del Nord Italia (quindi della zona lombarda, favorita nei commerci dalla presenza di vari fiumi); egli era spesso iracondo per via del lavoro che svolgeva.
L'Invettiva di Dante
Dante nella seconda parte del Canto effettua un’invettiva, ossia una critica violenta, contro la corruzione della politica del tempo.
Dante era stato un politico, tanto che fece parte dei Guelfi Bianchi, nonostante aveva pochi interessi politici.
I Guelfi Neri lo accusarono di Baratteria, ossia del baratto di oggetti sacri; Dante non si riteneva colpevole, quindi con quest’invettiva vuole dimostrare chi sono i veri corrotti.
Secondo Dante il Politico deve usare il denaro per il bene comune e non per interessi personali.
Questo pensiero di Dante è lungimirante, infatti anche al giorno d’oggi la politica è corrotta e sono molti i politici che usano soldi pubblici per affari personali.