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Concetti Chiave

  • La poesia di Dante integra la scienza come parte essenziale, non solo intellettuale, ma riempie l'immaginazione e la coscienza del poeta.
  • I tre fini del canto dantesco distinguono tra scienza come ornamento stilistico, come base dottrinale e come esame di fenomeni apparentemente estranei.
  • Dante funge da tramite tra le dottrine scientifiche e filosofiche dei suoi predecessori e i lettori, spesso traducendo testi latini.
  • La poesia scientifica di Dante nasce da un travaglio intellettuale, fungendo da divulgatore di verità accertate piuttosto che da innovatore originale.
  • Nonostante le sue fonti dottrinali, Dante è visto più come un maestro didascalico che un pioniere scientifico, focalizzandosi sulla diffusione delle conoscenze.

Indice

  1. Introduzione
  2. I tre fini del canto
  3. Il valore della scienza

Introduzione

Di fatto, tutti i lettori degni di parlare di Dante avvertono anche nelle parti scientifico-didascaliche una «plenitudine di canto» che ci dice che la materia dottrinale non è per Dante pura escogitazione intellettuale, e meno che mai intellettua-listica, ma spesso riempie di sé, appagandola, l'intera coscienza e l'immaginazione del poeta. Esiste dunque una poesia dantesca della scienza, anche se per noi moderni essa sia meno facilmente percepibile di quella che ha origini sentimentali.

La questione è ovviamente fondamentale per la comprensione della Commedia; ma non è possibile certo esaurirla in questa sede: ci contenteremo di alcune precisazioni.

I tre fini del canto

Anzitutto è da chiarire che questa poesia di cui ora ci occupiamo si propone tre fini che è possibile e necessario distinguere tra loro, anche se poi continuamente confluiscano l'uno nell'altro.

Spesso il poeta attinge alla scienza (come alla mitologia, alla storiografia, ecc.) mezzi di sostenutezza e di alto decoro stilistico.

Un'altra specie di poesia didascalica inerisce direttamente alla struttura del poema e alla dottrina che vi è sottesa, ovvero alle dottrine filosofiche-teologiche necessarie per la definizione e valutazione di determinati moti spirituali positivi o negativi.

In terzo luogo, il poeta prende in esame fenomeni e leggi fisiche e filosofiche che sembrano non aver rapporto con la materia del poema: così la discussione circa le macchie lunari (Pd II) o sulla prima lingua parlata dall'uomo (Pg XXVI) e via via: tale modo di poesia prenderà corpo soprattutto nella terza cantica, ma se ne hanno esempi anche nelle prime due, e pure in questo canto (16-21).

Il valore della scienza

Dunque: scienza come decorazione; scienza come delucidazione dottrinale del poe-ma; scienza in sé e per sé. Bisogna a questo punto tener presente un fatto essenziale: che, salvo in qualche particolare, la scienza e la filosofia di cui Dante si fa portavoce non sono sue conquiste personali: egli si pone come tramite tra gli autori a cui attinge e i lettori, talvolta addirittura traducendo i suoi testi latini: quando sostiene dinnanzi a S. Pietro l'esame sulla fede, egli ripeterà a memoria, da scolaro diligente secondo l'uso del tempo, la definizione di quella virtù data da San Paolo (Pd XXIV 64-65).

Per restare a questo canto, dottrine correnti sono non solo le nozioni astronomiche dell'esordio, ma anche la legge sulla riflessione della luce, e la teoria sul consorzio dei beni; poco più oltre, dottrina ricevuta, salvo forse qualche particolare, è quella sulla generazione dei corpi e sull'infusione in essi dell'anima razionale (Pg XXV 22-78).

In verità la poesia scientifica dantesca nasce proprio, spesso, da un travaglio intellettuale e morale; non si pone come novità perché è solo tramite di verità accertate; comunque, essa procede assai spesso «provando e riprovando», e riprovando, talvolta, opinioni precedenti dello stesso Dante, come proprio nel caso delle macchie lunari, al quale appunto i due gerundi contrapposti (Pd II 3) si riferiscono.

A prescindere da ciò, resta che l'animus di Dante scientifico non è quello propriamente dello scienziato ma del maestro che in quanto tale non si preoccupa d'essere originale. Annunciatore di nuova scienza, no; bensì alto di-
vulgatore, agli uomini che nella loro generalità ne hanno bisogno, di verità personalmente rimeditate. Poesia didascalica, non propriamente scientifica.

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