Concetti Chiave
- Dante utilizza perifrasi rispettose per riferirsi a Dio, evitando di nominarlo direttamente, e descrive la gloria divina come presente in diverse misure nell'universo.
- Il poeta racconta della sua esperienza nell'empireo, dove la luce è massima, affermando che la memoria umana non può trattenere le visioni divine a causa della loro complessità.
- Dante cerca l'ispirazione direttamente da Apollo, il dio della poesia, superando le muse tradizionali, e lo invoca per infondere valore poetico nella sua opera.
- Il poeta critica i suoi contemporanei per l'uso insufficiente dell'alloro, simbolo di trionfo e celebrazione, nei riconoscimenti di meriti poetici e politici.
- Attraverso una perifrasi astronomica, Dante descrive l'inizio del suo viaggio nel Paradiso durante l'equinozio di primavera, con Beatrice che guarda il Sole come un'aquila.
Indice
Dante e la Perifrasi Divina
In questo canto Dante identifica Dio attraverso una perifrasi “colui che tutto move”; l’autore, infatti, evita di riferirsi a Dio chiamandolo direttamente con il suo nome, ma utilizza sempre delle perifrasi che gli sembrano più rispettose per poter parlare di lui. Dante spiega che la sua gloria è presente in diversa misura nell’Universo, secondo quella graduazione di etica e di moralità presente in gradi diversi nel mondo (Dio è il massimo grado).
Dante fu nel cielo dove la luce è massima, ovvero l’empireo, e lì vide cose che sono impossibili da ridire per chi da lì riscende sulla Terra; ciò è dovuto al fatto che l’intelletto umano avvicinandosi così tanto all’oggetto del desiderio (ovvero la salvezza, Dio) si addentra così tanto nel mistero divino che la capacità di ricordare non gli può star dietro, in quanto la memoria deve razionalizzare per gradi ciò che ha visto Dante e non presenta quell’istinto di immediatezza che invece ha l’intelletto umano.L'Impegno di Sincerità di Dante
A questo punto Dante esplica un suo impegno di sincerità (“veramente” verso 10) nei confronti dei suoi lettori, affermando di non stare inventando nulla e che la materia del suo canto sarà costituita solo da ciò che veramente ricorda di questa esperienza.
L'Invocazione ad Apollo
Al verso 13 del canto inizia l’invocazione; qui una musa non può bastare in quanto Dante ha bisogno di poter raggiungere la fonte più importante dell’ispirazione poetica, quindi travalica le nove muse alunne di Apollo per arrivare direttamente ad Apollo in persona, il dio della poesia. Storicamente Apollo veniva rappresentato coronato di alloro, ma in epoca tardo-imperiale egli incominciò ad essere rappresentato dal sole e quindi spesso veniva rappresentato con il disco solare in mano. Ciò consente a Dante di poter invocare Apollo in un’opera che esalta il Dio della cristianità, che è sia la massima autorità per la poesia e anche quel Dio associato al Sole che è principio vitale e che nella religione cristiana è simbolo del divino. Dante chiede ad Apollo di poterlo inspirare, cioè di “respirare da dentro il poeta” (“entra nel petto mio” vero 19); nella cultura classica, infatti, i poeti erano considerati esseri divini poiché quando poetavano Dio li abitava (“Apollo fammi vaso del tuo valore”; cioè fai in modo che io possa contenere tutta la tua ispirazione).
La Polemica di Dante
Al verso 23 del canto inizia una forte polemica che Dante muove ai suoi contemporanei, in quanto troppo poco ai suoi tempi si utilizza l’alloro per celebrare il trionfo di un imperatore, o di un uomo politico, o di un poeta.
L'Equinozio di Primavera
Attraverso una perifrasi astronomica Dante dice in che momento comincia il suo viaggio nel Paradiso: è l’equinozio di Primavera (quando il Sole sorge in quel luogo dove si congiungono tre croci e quattro cerchi, ovvero nella costellazione dell’ariete; i quattro cerchi rappresentano le quattro virtù cardinali, mentre le tre croci rappresentano le tre virtù teologali.
Dante guarda a questo punto Beatrice che è rivolta su un fianco e guarda il Sole come nemmeno un’aquila aveva mai fatto (secondo una concezione medievale l’aquila era l’unico animale che potesse sostenere la vista del Sole).
Domande da interrogazione
- Come Dante si riferisce a Dio nel suo canto?
- Qual è l'impegno di Dante nei confronti dei suoi lettori?
- Perché Dante invoca Apollo nel suo canto?
- Qual è la polemica che Dante solleva nel suo canto?
- In quale momento astronomico inizia il viaggio di Dante nel Paradiso?
Dante utilizza una perifrasi, "colui che tutto move", per riferirsi a Dio, evitando di chiamarlo direttamente per nome, in segno di rispetto.
Dante si impegna a essere sincero, affermando che il suo canto sarà basato solo su ciò che ricorda veramente della sua esperienza.
Dante invoca Apollo, il dio della poesia, per ottenere l'ispirazione necessaria a comporre il suo poema, superando le nove muse per raggiungere la fonte più alta dell'ispirazione poetica.
Dante critica i suoi contemporanei per l'insufficiente uso dell'alloro nel celebrare i trionfi di imperatori, uomini politici o poeti.
Il viaggio di Dante nel Paradiso inizia durante l'equinozio di Primavera, quando il Sole sorge nella costellazione dell'ariete.