Concetti Chiave
- Dante, nel Cielo della Luna, incontra le anime beate che non hanno mantenuto i loro voti, come Piccarda Donati, che accettano serenamente la loro posizione lontana da Dio.
- Il canto esplora la natura della beatitudine e l'ordine divino, evidenziando come le anime siano in armonia con la volontà di Dio, indipendentemente dalla loro posizione nel Paradiso.
- Beatrice, simbolo di saggezza e splendore crescente, guida Dante nel comprendere la perfezione dell'ordine celeste e il significato delle anime beate.
- Piccarda racconta la sua storia di violenza e matrimonio forzato, citando Costanza d’Altavilla, e rappresenta la carità e la grazia divina.
- Stilisticamente, il canto utilizza uno stile elevato per trattare temi teologici, combinato con elementi realistici e colloquiali per descrivere le esperienze terrene di Dante.
Indice
Dante e le anime del Paradiso
Dante comprende la spiegazione a proposito delle macchie lunari da parte di Beatrice, ma mentre sta per comunicarglielo, la visione delle anime del cielo della Luna lo bloccano: Dante pensa che siano immagini riflesse e cerca le persone da cui esse possano provenire, ma, non trovandole, si rivolge a Beatrice, la quale gli spiega che esse sono le anime beate del Paradiso che sono qui perché mancarono ai loro voti.
Dialogo con Piccarda Donati
Dante parla con Piccarda Donati, la quale si presenta e gli spiega che le anime non desiderano essere altrove, sebbene siano nel cielo più lontano da Dio, poiché la loro volontà di beati è identica alla volontà del Signore ed esse trovano felicità nel luogo in cui l’ordine divino le ha collocate. Dante chiede a Piccarda come sia giunta in quel Cielo, e Piccarda racconta della violenza subita quando era monaca, citando anche la figura di Costanza D’Altavilla. Mentre Piccarda si allontana, Dante vuole porgere un’altra domanda a Beatrice ma, guardandola, resta abbagliato dal suo crescente splendore.
Caratterizzazione dei personaggi
Il canto presenta la condizione fisica delle anime beate e l’aspetto dei Cieli del Paradiso; esso ha anche la funzione di approfondimento del personaggio di Beatrice.
Cielo della Luna – spiriti mancanti ai voti.
-Dante: con le stesse caratteristiche di incertezza ed “ignoranza”, ancora più accentuate a causa del disagio di recarsi in un luogo a lui moralmente superiore. La sua figura risulta infantile ed immatura, specialmente se confrontata con la saggia Beatrice, per la quale mostra un grande rispetto (“quanto si convenne leva’ il capo”)
-Beatrice: ciò che simboleggia e il suo rapporto con Dante viene approfondito maggiormente, sottolineando il suo aspetto sorridente, il suo splendore in continua crescita, la sua saggezza riguardante il Paradiso.
-Piccarda Donati: figlia di Simone Donati, sorella di Corso e Forese Donati (cugino di terzo grado di Gemma Donati; guelfo nero; amico di Dante – Tenzone); fattasi suora nel convento delle Clarisse di Monticelli, fu rapita dal chiostro per volere del fratello Corso, che la diede in moglie al compagno di partito Rossellino della Tosa. Il suo personaggio rappresenta il primo contatto di Dante con le anime beate, e quindi rappresenta la carità, l’ordine e la grazia divina.
-Costanza d’Altavilla: citata da Piccarda, è oggetto di una leggenda analoga alla storia di quest’ultima, in quanto si dice che sia stata sottratta dal chiostro per un matrimonio forzato con Arrigo VI di Svevia, secondo imperatore dopo Federico Barbarossa. Figlia di Ruggero II di Sicilia, fu madre di Federico II. Il personaggio era stato già nobilmente citato da Manfredi, figlio illegittimo di Federico II, nel III° canto del Purgatorio.
-Santa Chiara: implicitamente citata da Piccarda, in quanto fondatrice del suo ordine monacale, di ispirazione francescana; di lei viene detto che risiede in cieli più alti, grazie ad una vita santa ed un merito elevato.
-Narciso: citato implicitamente da Dante per effettuare un confronto con la vista delle anime beate.
-Corso Donati e gli uomini che hanno rapito Piccarda: citati implicitamente da Piccarda senza ombra di rancore e con grande distacco.
-Mito di Narciso: giovane di bellissimo aspetto che, andando un giorno a caccia, scese da cavallo per bere ad una fonte e la vista del proprio riflesso nell’acqua gli fece credere che quella fosse sostanza viva, per la quale egli si innamorò e morì osservandola; gli dei, per pietà, lo trasformarono in un fiore, che è appunto denominato narciso.
-Svevia (Schwaben=Soave)
Mercoledì 13 aprile 1300.
Temi e simbolismi del canto
-Tema della gloria divina
-Tema dell’armonia universale
-Tema della luce
-Tema dell’ineffabilità
-Tema della recusatio
-Tema dell’ordine per gradi di beatitudine
-Tema dell’umiltà
-Tema della carità
-Tema della devozione a Dio
-Tema della gioia che muta l’apparenza contrapposta al dolore dell’Inferno che ha lo stesso effetto
-Tema della transumanazione
-Tema dell’amore per la conoscenza
-Sole = Beatrice
-Beatrice = teologia/Cristo/mediatrice tra Dante e Dio
-Vento = imperatore instabilità e devastazione (per quanto riguarda la Svevia)
Stile e figure retoriche
-Stile alto e scolastico per parlare di questioni teologiche, misto a stile colloquiale e realistico per i fatti terreni
-Tono dolce nel parlare alle anime
-Doppia similitudine dal v. 10 al v. 16 “vetri trasparenti – perla bianca” = anime beate
-Perifrasi al v. 18 “quel ch’accese amor tra l’omo e ‘l fonte” = errore di Narciso
-Metafora al v. 27 “piede” = intelletto
-Climax al v. 31 “Parla, odi, credi”
-Similitudine apparente al v. 36 “com’uom cui troppa voglia smaga” = Dante
-Perifrasi ai vv. 44-45 “quella…corte” = Dio (carità)
-Latinismi ai vv. 61 e 63 “festino - latino”
-Perifrasi al v. 69 “primo foco” = Dio
-Perifrasi al v. 75 “colui che qui ne cerne” = Dio
-Latinismi ai vv. 75-76-77-79 “cerne-capere-necesse-esse”
-Metafora ai vv. 86-87 “mare” = volontà divina
-Latinismo al v. 89 “etsi”
-Similitudine dal v. 91 al v. 94 “cibo” = atteggiamento e parole verso Piccarda
-Metafora ai vv. 95-96 “tela e spuola” = causa del posizionamento di Piccarda
-Neologismo al v. 97 “inciela”
-Similitudine al v. 123 “cosa grave in acqua cupa” = Piccarda che svanisce
-Ave Maria
Domande da interrogazione
- Qual è la spiegazione di Beatrice riguardo alle anime nel cielo della Luna?
- Chi è Piccarda Donati e quale storia racconta a Dante?
- Come viene caratterizzato Dante nel canto?
- Quali sono i temi principali del canto?
- Quali figure retoriche sono utilizzate nel canto?
Beatrice spiega a Dante che le anime nel cielo della Luna sono beate del Paradiso che mancarono ai loro voti, ma non desiderano essere altrove poiché la loro volontà è in armonia con quella divina.
Piccarda Donati è un'anima beata che racconta a Dante di essere stata rapita dal convento e costretta a sposarsi, citando la figura di Costanza D’Altavilla come esempio simile.
Dante è descritto come incerto e immaturo, specialmente in confronto alla saggia Beatrice, mostrando rispetto e ammirazione per lei.
I temi principali includono la gloria divina, l'armonia universale, la luce, l'ineffabilità, l'umiltà, la carità, la devozione a Dio, e l'amore per la conoscenza.
Il canto utilizza uno stile alto e scolastico, con figure retoriche come similitudini, metafore, perifrasi, latinismi, e neologismi per esprimere concetti teologici e terreni.