Concetti Chiave
- La selva dei suicidi è un luogo oscuro e intricato dove le anime dei suicidi sono trasformate in alberi, esprimendo la loro pena attraverso lamenti e sangue.
- Pier della Vigna, ex segretario di Federico II, racconta la sua tragica storia di tradimento e suicidio, spiegando la condizione eterna dei suicidi nel settimo cerchio.
- Le anime dei suicidi non possono mai riconciliarsi con i loro corpi; dopo la resurrezione finale, le loro spoglie saranno appese ai loro alberi.
- Il dramma degli scialacquatori mostra i peccatori inseguiti da cagne affamate, cercando disperatamente di sfuggire tra i rami della selva.
- Dante e Virgilio assistono ai lamenti di un suicida fiorentino intrappolato in un cespuglio, che implora pietà e raccoglimento delle sue fronde spezzate.
La Selva dei Suicidi
Sulla sponda del fiume, dove Dante è stato traghettato con l’aiuto di Nesso, si estende la selva dei suicidi, intricata e fitta oltre ogni immaginazione; qui hanno dimora le Arpie. Da ogni parte si levano voci lamentose, ma è impossibile scorgere qualcuno; per vincere lo smarrimento di Dante, Virgilio lo invita a rompere una fronda di un albero: solo così potrà rendersi conto della prodigiosa pena cui sono sottoposti i suicidi.
Non ha ancora ritratto la mano, che una voce, che esce dall’albero, gli rimprovera l’impietoso gesto. Dal ramo incredibilmente escono parole e sangue.Pier della Vigna e la sua Storia
Virgilio si rivolge all’anima prigioniera di quel pruno e gli chiede di rivelare il nome, così che Dante rinnovi il suo ricordo sulla terra. Pier della Vigna si presenta: segretario di Federico II, dopo una vita interamente al servizio del suo re nella più totale dedizione e fedeltà, fu sospettato di tradimento, vittima dell’invidia di corte; incapace di vincere l’onta, si diede alla morte. Richiesto da Virgilio, Pier della Vigna descrive la condizione e la pena dei suicidi: appena Minosse ha emesso la sentenza, le anime di questi peccatori precipitano nel settimo cerchio dove mettono radici, rami, fronde per il pasto delle immonde Arpie. Non possono mai ricongiungersi con il corpo e, dopo la resurrezione finale, le spoglie senza vita saranno trascinate e appese ai rami di quegli alberi.
Il Dramma degli Scialacquatori
Un rumore improvviso annuncia ai due pellegrini che un altro dramma si sta consumando. Dalla parte sinistra sopraggiungono, nudi e graffiati, due scialacquatori; cercano di superare l’intreccio fittissimo della selva per salvarsi da un branco di cagne che latrano affamate. Il senese Lano invoca disperatamente il totale annullamento, deriso dal compagno Iacopo da Sant’Andrea che tenta di nascondersi in un cespuglio, invano. Le nere cagne lo raggiungono e ne fanno strazio. Virgilio accompagna Dante vicino al cespuglio che nella furibonda lotta tra il dannato e le cagne inseguitrici è stato lacerato, in tempo per udire i lamenti del suicida che vi è prigioniero e il suo pietoso invito a raccogliere le fronde: egli è un fiorentino che si è dato la morte nell’intimità della casa.
Domande da interrogazione
- Qual è la pena inflitta ai suicidi nella selva descritta da Dante?
- Chi era Pier della Vigna e quale fu il suo destino?
- Cosa accade ai due scialacquatori nella selva?
Nella selva dei suicidi, le anime sono trasformate in alberi e arbusti, e le Arpie si nutrono delle loro fronde. Non possono mai ricongiungersi con i loro corpi, e dopo la resurrezione finale, i loro corpi saranno appesi ai rami degli alberi.
Pier della Vigna era il segretario di Federico II, noto per la sua dedizione e fedeltà. Fu ingiustamente accusato di tradimento a causa dell'invidia di corte e, incapace di sopportare l'onta, si tolse la vita.
I due scialacquatori, nudi e graffiati, cercano di sfuggire a un branco di cagne affamate. Lano invoca l'annullamento totale, mentre Iacopo da Sant'Andrea tenta invano di nascondersi in un cespuglio, ma viene raggiunto e dilaniato dalle cagne.