Concetti Chiave
- Nell'Inferno di Dante, il secondo girone del settimo cerchio punisce i suicidi e gli scialacquatori, violenti contro se stessi.
- I suicidi sono trasformati in piante e straziati dalle arpie, mentre gli scialacquatori sono inseguiti e dilaniati da cagne fameliche.
- Dante incontra Pier delle Vigne, che racconta la sua tragica storia di fiducia tradita e suicidio, suscitando pietà nel poeta.
- Pier delle Vigne spiega che, dopo il giudizio universale, i suicidi rivedranno i propri corpi inanimati appesi ai loro rami.
- L'episodio finale mostra Iacopo da Sant'Andrea e Lano da Siena inseguiti dalle cagne infernali, evidenziando il destino degli scialacquatori.
Il Girone dei Violenti
Nell’alba del Sabato Santo del 9 aprile 1300, i due poeti si incamminano verso il secondo girone del cerchio dei violenti, il settimo. In questo girone sono puniti i suicidi e gli scialacquatori, ovvero i violenti contro se stessi. I suicidi sono trasformati in piante lacerate dalle arpie, gli scialacquatori sono inseguiti e dilaniati da cagne.
Il contrappasso è per analogia: i suicidi, che disprezzarono il loro corpo, sono mutati in un altro corpo di natura inferiore e poiché straziarono se stessi sono straziati dalle arpie. Gli scialacquatori che dilapidarono le loro sostanze sono dilaniati da cagne fameliche.L'incontro con Pier delle Vigne
Dante sente da ogni parte voci lamentose e urla, ma non riesce a scorgere nessuno. Virgilio, per chiarirgli le idee, lo invita a spezzare il ramo di un albero lì vicino. Dopo aver strappato il ramo, si accorge che l’albero perde sangue, e viene quasi insultato dallo stesso, che gli dice che dovrebbe esser più pietoso con le anime: è Pier delle Vigne. Pier delle Vigne rivestì importanti cariche imperiali, acquistò la fiducia dell’imperatore e fu anche nominato primo segretario, ma due anni dopo, nel 1249, fu privato delle cariche, fu arrestato e accecato col fuoco rovente. Nello stesso anno, ad aprile, si suicidò. Egli racconta ai due come fu vicino, amico ma anche fedele all’imperatore, che nel canto chiama anche “Federigo” a dimostrare la sua intimità, ma dovette pagare per invidia altrui. Dante, a questo punto, prova molta pietà per il suicida, tanto da non poter proseguire il colloquio. Pier delle Vigne però continua, e spiega a Dante che, dopo il giudizio universale, i suicidi rivedranno il proprio corpo inanimato appeso ai propri rami.
La fuga degli Scialacquatori
Dopo il colloquio con Pier, ha luogo l’ultimo episodio che vede protagonisti gli scialacquatori: Iacopo da Sant’Andrea e Lano da Siena. I due peccatori sopraggiungono correndo cercando di ripararsi dall’inseguimento di alcune cagne infernali. Uno dei due prova a rifugiarsi dietro un cespuglio, l’anima di un suicida fiorentino, ma viene scoperto da una delle cagne e viene dilaniato da essa stessa, facendone risentire anche il cespuglio. Il suicida fiorentino può essere visto come la stessa Firenze, che continua a martoriarsi con le continue guerre civili.
Domande da interrogazione
- Qual è il contrappasso per i suicidi e gli scialacquatori nel girone dei violenti?
- Chi è Pier delle Vigne e quale storia racconta a Dante?
- Cosa accade durante la fuga degli scialacquatori?
I suicidi sono trasformati in piante lacerate dalle arpie, mentre gli scialacquatori sono inseguiti e dilaniati da cagne fameliche, riflettendo il disprezzo e la dilapidazione delle loro vite.
Pier delle Vigne era un importante funzionario imperiale che, dopo essere stato privato delle sue cariche e accecato, si suicidò. Racconta a Dante della sua fedeltà all'imperatore e delle ingiustizie subite a causa dell'invidia altrui.
Iacopo da Sant’Andrea e Lano da Siena, inseguiti da cagne infernali, cercano rifugio. Uno di loro si nasconde dietro un cespuglio, ma viene scoperto e dilaniato, causando dolore anche al cespuglio, simbolo di un suicida fiorentino.