Alfred71
Ominide
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Concetti Chiave

  • Minosse giudica le anime nel secondo cerchio dell'Inferno, decidendo la loro destinazione in base al numero di volte che avvolge la sua coda attorno al proprio corpo.
  • Le anime dei lussuriosi sono tormentate da una tempesta incessante, simbolo del contrappasso per aver sottomesso la ragione alla passione.
  • Personaggi storici e mitologici come Semiramide, Didone e Cleopatra sono puniti in questo cerchio per la loro lussuria.
  • Francesca da Rimini racconta a Dante la sua tragica storia d'amore con Paolo, culminata in un omicidio per mano del marito di lei.
  • Il racconto della lettura del libro di Lancillotto fa rivivere il momento in cui Francesca e Paolo si baciarono, portando alla loro condanna eterna.

Indice

  1. Il Giudizio di Minosse
  2. La Tempesta dei Lussuriosi
  3. Il Contrappasso della Bufera
  4. Anime Trascinate dal Vento
  5. Eroi e Amanti Dannati
  6. Francesca e Paolo: Amore e Morte
  7. Il Dolore di Francesca
  8. La Storia di Francesca e Paolo
  9. Il Racconto di Francesca
  10. Il Bacio di Paolo e Francesca

Il Giudizio di Minosse

Scesi dunque dal primo nel secondo cerchio, che contiene in sé meno spazio (essendo la sua circonferenza più piccola), ma una pena tanto più crudele, che spinge a lamentarsi .

Ivi si trova Minosse in atteggiamento terrificante, e ringhia: valuta, all’ingresso del cerchio, le colpe (dei peccatori); li giudica e li destina (ai rispettivi luoghi di punizione) a seconda del numero di volte che attorciglia (la coda intorno al proprio corpo).

Voglio dire che quando l’anima sciagurata si presenta al suo cospetto, rivela tutto di sé; e quel giudice dei peccati

comprende quale parte dell’inferno si addice ad essa; si avvolge con la coda tante volte per quanti cerchi infernali vuole che venga precipitata in basso.

Davanti a lui ve ne sono sempre in gran numero: le une dopo le altre si sottopongono ciascuna al suo giudizio; si confessano e ascoltano (la sentenza), e poi vengono travolte nell’abisso.

"O tu che giungi alla dimora del dolore", disse Minosse a me quando si accorse della mia presenza, interrompendo l’esercizio della sua così alta funzione,

"considera attentamente il modo in cui stai per entrare (se hai cioè i meriti necessari per compiere incolume il viaggio nell’inferno) e colui in cui riponi la tua fiducia (Virgilio non è un’anima redenta): non lasciarti trarre in inganno dalla larghezza dell’ingresso!" E Virgilio di rimando: " Perché ti affatichi a gridare ?

Non ostacolare il suo viaggio predestinato: si vuole così là dove si può fare tutto ciò che si vuole, e non chiedere altro".

Virgilio ripete a Minosse la formula già usata nel canto III, versi 95-96.


La Tempesta dei Lussuriosi

A questo punto cominciano a farsi sentire le voci del dolore; ora sono arrivato là dove molti pianti colpiscono il mio udito.

Giunsi in un posto privo d’ogni chiarore, che rumoreggia come un mare in tempesta, sotto la furia di venti contrari.

La tempesta di questo cerchio dell’inferno, destinata a non avere mai tregua, trascina le anime con impeto travolgente: le tormenta facendole vorticare (in tutti i sensi) e facendole cozzare (fra loro ).

Quando giungono davanti alla rupe franata, qui prorompono in grida, in pianto unanime, in lamenti; bestemmiano qui la potenza di Dio.

Compresi che a una siffatta pena sono condannati i lussuriosi, che sottomettono la ragione alla passione.


Il Contrappasso della Bufera

Il Poeta stesso ci avverte di aver intuito il significato che si adombra nel contrappasso della bufera.

Tale precisazione non è affatto superflua a questo punto del canto, dal momento che "il nodo drammatico che dà vita a tutto l'episodio, ossia lo stretto legame che allaccia tra loro indissolubilmente la passione carnale, il peccato e l'eterno tormento della bufera, è messo in luce, per la prima volta, proprio attraverso questa inequivocabile denuncia, da parte del Poeta, della sostanza violenta e sovvertitrice di quella passione, dell'arbitrio, cristianamente inammissibile, che l'istinto esercita per essa sull'intelletto" ( Caretti ) .

Enno dannati i peccator carnali: San Gregorio Magno aveva considerato i peccati "carnali" (lussuria, gola, avarizia, ira, accidia) meno gravi di quelli "spirituali". Canto    5 Inferno - Prosa articoloSan Tommaso aveva dato a questa valutazione un fondamento teorico. Anche nell'inferno dantesco i peccati "carnali", dovuti a semplice incontinenza, precedono, in rapporto alla loro gravità e al posto in cui sono puniti (i primi quattro cerchi dopo il limbo), quelli " spirituali ", dovuti a consapevole malizia.

Anime Trascinate dal Vento


[newpage]E come le ali portano nella stagione invernale gli stornelli, che si dispongono in gruppi ora diradati ora compatti, così da quel vento le anime perverse

sono trascinate di qua, di là, in basso, in alto; mai nessuna speranza, non solo di una cessazione temporanea, ma nemmeno di un castigo alleviato, è loro di conforto.

E come le gru sono solite intonare i loro lamenti, quando solcano l’aria in lunghe file, così vidi avvicinarsi, emettendo gemiti,

le anime portate dal turbine sopra menzionato: per questo dissi: " Chi sono mai, maestro, quegli spiriti che il vento buio in tal modo punisce? "

"La prima di quelle anime di cui tu mi chiedi notizia" mi rispose allora Virgilio, "regnò su molti popoli di lingua diversa.

Fu a tal punto dedita alla lussuria, che dichiarò, sotto le sue leggi, permesso ciò che a ciascuno piacesse, per cancellare la riprovazione in cui era incorsa.

E’ Semiramide, di cui le storie narrano che fu sposa di Nino, cui succedette (sul trono): fu sovrana della regione che attualmente il sultano governa,

L’altra è Didone, che si tolse la vita, per amore, e non rimase fedele al marito morto, Sicheo, e c’e anche la lussuriosa Cleopatra.


Narra Virgilio nei quarto libro dell'Eneide che Didone, innamoratasi di Enea, infranse il giuramento di fedeltà fatto sulla tomba del marito, e che, in seguito all'abbandono da parte dell'eroe troiano, si uccise. Cleopatra, regina d'Egitto, riuscì a fare innamorare di se Giulio Cesare e, dopo la morte di questi, il tribuno Marco Antonio.

Eroi e Amanti Dannati

Guarda Elena, a causa della quale trascorsero tanti anni luttuosi, e guarda il famoso Achille, che alla fine ebbe per avversario amore.

Per Elena, moglie di Menelao, fuggita a Troia con Paride, si scatenò la guerra, durata dieci anni, tra Greci e Troiani. Secondo una leggenda, ella sarebbe stata uccisa da una donna, che, in tal modo, avrebbe inteso vendicare la morte del marito avvenuta in battaglia. Un'altra leggenda narra che Achille, preso da amore per Polissena, figlia di Priamo, re dei Troiani, e recatosi a celebrare le nozze con lei, fu ucciso in un'imboscata da Paride.


Guarda Paride, Tristano "; e mi indicò più di mille anime, facendo i nomi di persone che amore strappò alla vita.


Vedi Paris, Tristano: il rapitore di Elena morì per mano di Filottete, un guerriero greco; Tristano, cavaliere della Tavola Rotonda, innamoratosi di Isotta, moglie di suo zio Marco, re di Cornovaglia, fu da costui ucciso. La rassegna degli eroi morti per amore non rappresenta una digressione rispetto a quello che sarà il tema dominante dell'ultima parte del canto, anzi lo prepara e gli dà un naturalissimo avvio.


Francesca e Paolo: Amore e Morte

Dopo aver ascoltato il mio maestro in quella lunga rassegna di donne ed eroi dell’antichità, fui colto da compassione, e fui sul punto di perdere i sensi.

[newpage]Presi a dire: "Poeta, desidererei parlare con quei due che procedono uniti, e che sembrano opporre così debole resistenza al vento".


Quei due che 'nsieme vanno: sono Francesca, figlia di Guido da Polenta, signore di Ravenna, e Paolo Malatesta. Poco dopo il 1275 Francesca sposò, con un matrimonio dettato da ragioni soltanto politiche, Gianciotto Malatesta, signore di Rimini e uomo rozzo e deforme. Si innamorò poi del giovane e avvenente Paolo, fratello del marito, e ne fu ricambiata. Allorché Gianciotto li sorprese, li uccise entrambi. L'eco della tragedia, avvenuta fra il 1283 e il 1285, doveva essere ancora viva quando Dante fu generosamente accolto a Ravenna, negli ultimi anni della sua vita, da Guido Novello, nipote di Guido il Vecchio da Polenta.

E paion sì al vento esser leggieri: sul significato da attribuire alla minor resistenza che Paolo e Francesca oppongono alla bufera infernale, i pareri sono discordi. Alcuni vedono in questo particolare un alleggerimento della pena, altri un aggravamento di essa, perché i due sarebbero con più violenza trascinati dal turbine. Il quesito è di quelli che rischiano di rimanere insoluti. Ma se, anziché considerare in astratto il castigo dei due cognati, volgiamo la nostra attenzione ai modi in cui il Poeta ce lo rappresenta, a quella "leggerezza di toni e poi di sentimenti, un poco stilizzata com'è della poesia giovanile di Dante e del suo stilnovismo" (Gallardo), allora le interpretazioni "romantiche" (alleggerimento della pena) sembrano più legittime di quelle strettamente "dottrinali".


E Virgilio: " Farai attenzione al momento in cui ci saranno più vicini; e tu allora pregali in nome di quell’amore che li conduce, ed essi verranno.

Non appena il vento li volse verso di noi, dissi: "O anime tormentate, venite a parlarci, se qualcuno (Dio) non lo vieta ! "

Come le colombe, ubbidendo all’impulso amoroso, si dirigono nel cielo verso l’amato nido, planando con le ali spiegate e immobili, portate dal desiderio,

così esse uscirono dalla schiera delle anime di cui fa parte anche Didone, venendo verso noi attraverso l’aria infernale, tanto efficace era stata la mia ardente preghiera.

Quali colombe, dal disio chiamate: la similitudine ne ricorda due di Virgilio (Eneide canto V, versi 213-217; canto VI, versi 190-192), ma mentre nel poeta latino le colombe non sono che "graziose colombe", qui esse paiono invece " animate da una volontà quasi umana"( Parodi ).


Il Dolore di Francesca

"O uomo cortese e benevolo che attraverso l’aria buia vieni a trovare noi che (morendo) macchiammo il mondo col nostro sangue.

se il re del creato ci fosse amico, noi lo pregheremmo di darti serenità, dal momento che provi compassione per il nostro atroce tormento.

Sulle prime parole di Francesca, cosi gentili e accorate, scrive il Momigliano, " pesa stancamente tutto il dolore di quella tragedia" e aggiunge che il verso 90 "solleva questo che fu, a quei tempi, un fatto di cronaca, all'altezza d'un esemplare eterno di sciagura". La "preghiera condizionata" (De Sanctis) dei versi 91-93, in cui alla delicatezza dell'espressione Francesca indissolubilmente unisce la consapevolezza di essere esclusa da ogni forma di speranza (Dio, rifugio e sostegno per chi soffre, non dà ascolto ai reprobi), ha ispirato una delle più belle pagine del saggio dedicato a questo episodio dal Parodi: "Francesca, laggiù nell'inferno, dove la preghiera è vana e si tramuta in bestemmia, ad un tratto, alla voce di questo vivo che ha compassione del suo affanno, ripensa alle preghiere di quando era buona e pia, e si duole di non potergli con esse impetrare da Dio, - che cosa? - quello che a lei è negato per sempre e che implora con disperato lamento, la pace! Ma che sa ella se Dante abbia bisogno di pace? Eppure, mentre l'anima di lei è sconvolta da una bufera più violenta di quella che le rugge d'intorno, come potrebbero gli uomini tutti e le fiere e tutta intera la natura non struggersi della medesima angoscia?"


[newpage]Ascolteremo e vi diremo quelle cose che vorrete dire e ascoltare, per tutto il tempo che la bufera, come fa (adesso), attenuerà la sua violenza,

La città dove nacqui si stende sul litorale verso il quale discende il Po per trovare, coi suoi affluenti, quiete.


Nota il De Sanctis, a proposito del modo in cui Francesca sa animare della sua rassegnata e dolente femminilità anche i particolari di minor rilievo (come potrebbe essere, se la volgessimo nel linguaggio utilitario da noi usato quotidianamente, la precisazione topografica di questi versi), che ella "anche dicendo cose indifferenti, ci mette non so che [di] molle e soave, che rivela animo nobile e delicato". Il Parodi precisa il senso dell'immagine: "Anche il Po, che discende alla marina di Ravenna, e i "suoi seguaci", i fiumi che vanno con lui, pare a Francesca che anelino al momento d'aver pace, di scomparire, di dimenticarsi nel mare".

La Storia di Francesca e Paolo

Amore, che rapidamente fa presa su un cuore nobile, si impadronì di Paolo per la mia bellezza fisica, bellezza di cui fui privata (quando venni uccisa); e l’intensità di questo amore fu tale, che ancora ne sono sopraffatta.

Amore, che non permette che chi è amato non ami a sua volta, mi sospinse con tanta forza a innamorarmi della bellezza di Paolo, che, come ben puoi vedere (dal fatto che siamo uniti), ancora mi lega a lui.

Amore ci portò a morire insieme: colui che ci ha tolto la vita è atteso nel cerchio dei traditori (la Caina è la zona del nono cerchio destinata ai traditori dei parenti)." Queste parole ci vennero rivolte da loro.

Nella prima parte del discorso di Francesca a Dante non c'è neppure un accenno alla sua personale vicenda: protagonisti del dramma non furono due fragili esseri in preda alla passione, ma questa passione stessa, che li soggiogò fino al punto di privarli di ogni difesa, di ogni capacità di reagire. Osserva il Sapegno che Francesca si sforza di spiegare e giustificare la sua colpa, "sottraendo l'impulso primo del peccato ad una precisa responsabilità individuale, per trasferirlo sul piano di una forza trascendente e irresistibile: Amore".

E' strano che il Momigliano abbia tacciato queste parole di eccessiva enfasi, mentre il Vossler si è, al contrario, meravigliato che una donna possa esprimere la propria passione in cadenze così nette e decise, oltre che in accenni di indubbia crudezza. In realtà questa prima parte del discorso di Francesca ha una funzione essenziale nell'episodio: sia perché in essa le illusioni del tempo felice, in cui la vita pareva destinata a scorrere come "letteratura", non meno raffinata che ignara delle esigenze del dovere, sono messe continuamente a raffronto con la realtà che da esse è scaturita, sia perché è proprio questa apologia di Amore che pone Dante di fronte alla necessità di valutare, sul piano delle loro conseguenze, le teorie di cui si era fatto in gioventù il propugnatore.

Udite quelle anime travagliate, abbassai io sguardo, e lo tenni abbassato tanto a lungo, che alla fine Virgilio mi chiese: "A cosa pensi? "

Quando risposi, cominciai: "Ohimè, quanti teneri pensieri, quanto reciproco desiderio condusse costoro a peccare (al doloroso passo)! "

[newpage]Poi, rivolto a loro, parlai, e dissi: "Francesca, le tue sofferenze mi rendono triste e pietoso fino alle lagrime.

Però dimmi: quando la vostra passione si manifestava soltanto attraverso dolci sospiri, con quale indizio e in che modo Amore permise che l’uno conoscesse i sentimenti dell’altra, fino allora incerti d’essere corrisposti ? "

Non è oziosa curiosità quella che ha spinto Dante a formulare questa domanda. Egli vuole chiarire, a sé e agli altri, il rapporto che corre tra nobiltà d'animo, delicatezza di sentimenti e peccato. L'uomo nuovo, da poco ridestatosi in lui, si erge a giudice dei giovanili entusiasmi che lo avevano portato ad identificare bellezza e bontà, finezza di animo e di modi e vita morale.


Il Racconto di Francesca

E Francesca "Nulla addolora maggiormente che ripensare ai momenti di gioia quando si è nel dolore; e di ciò è consapevole il tuo maestro.

Ma se un così affettuoso interesse ti spinge a interrogarmi sul modo in cui si manifestò per la prima volta il nostro amore, farò come chi parla tra le lagrime.

Noi leggevamo un giorno, per svago, la storia di Lancillotto e dell’amore che s’impadronì di lui: eravamo soli e non avevamo nulla da temere.


Lancillotto del Lago è l'eroe di uno dei più celebri romanzi francesi del ciclo brettone, che Dante ben conosceva. Nel romanzo si raccontano non solo le imprese militari di Lancillotto, ma anche il suo amore per Ginevra, moglie di re Artù.

Soli eravamo e sanza alcun sospetto: osserva il De Sanctis: "Chi mai fa quest'osservazione se non l'amore colpevole? Leggono una storia d'amore e non osano di guardarsi e temono che i loro sguardi tradiscano quello che l'uno sa dell'altro e l'uno nasconde all'altro; e quando in alcuni punti della lettura veggono un'allusione al loro stato... gli occhi immemori s'incontrano, né già osano di sostenerli e li riabbassano, e la coscienza di essersi traditi e il fremito della carne si rivela nel volto che si scolara".


Il Bacio di Paolo e Francesca

Più volte quella lettura fece incontrare i nostri sguardi, e ci fece impallidire; ma solo un passo ebbe ragione di ogni nostra resistenza.

Quando leggemmo come la bocca desiderata ( di Ginevra ) fu baciata da un così nobile innamorato, Paolo, che mai sarà separato da me,

mi baciò, trepidante, la bocca. Galeotto fu il libro e chi lo scrisse: quel giorno non proseguimmo oltre nella sua lettura".


Nel romanzo brettone il siniscalco Galehaut esorta i due innamorati a rivelarsi il loro amore, spingendo Ginevra a baciare Lancillotto. Il libro, dunque, svolge per Paolo e Francesca il ruolo che nella vicenda narrata è assegnato a Galehaut.

Che mai da me non fia diviso: sempre il De Sanctis ha saputo stupendamente cogliere il senso disperato di questo inciso in tutta la sua tragica bellezza: "tra l'amante e il peccato si gitta in mezzo l'inferno, e il tempo felice si congiunge con la miseria, e quel momento d'oblio,` il peccato, non si cancella più, diviene l'eternità".

Mentre una delle due anime diceva queste cose, l’altra (Paolo) piangeva, così che per la compassione perdetti i sensi non altrimenti che per morte:

e caddi come cade un corpo inanimato.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo di Minosse nel secondo cerchio dell'inferno?
  2. Minosse giudica le anime dei peccatori e le destina ai rispettivi luoghi di punizione avvolgendo la coda intorno al proprio corpo tante volte quanti sono i cerchi infernali in cui devono essere precipitate.

  3. Qual è il contrappasso per i lussuriosi nel secondo cerchio?
  4. I lussuriosi sono condannati a essere trascinati da una tempesta incessante, simbolo della passione che ha sottomesso la loro ragione, facendoli vorticare e cozzare tra loro.

  5. Chi sono alcune delle anime famose punite nel cerchio dei lussuriosi?
  6. Tra le anime famose ci sono Semiramide, Didone, Cleopatra, Elena, Achille, Paride e Tristano, tutti noti per le loro storie d'amore e passione.

  7. Qual è la storia di Francesca e Paolo?
  8. Francesca da Polenta e Paolo Malatesta si innamorarono nonostante Francesca fosse sposata con Gianciotto Malatesta. Furono sorpresi e uccisi da Gianciotto, e ora sono uniti nel tormento eterno.

  9. Come si manifesta l'amore tra Francesca e Paolo durante la lettura?
  10. L'amore tra Francesca e Paolo si manifesta mentre leggono la storia di Lancillotto e Ginevra; un passo del libro li spinge a baciarsi, segnando l'inizio della loro passione e del loro peccato.

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