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Habilis
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Concetti Chiave

  • Dante e Virgilio, nel secondo cerchio infernale, incontrano Francesca e Paolo, puniti per la loro passione amorosa, che li trascina in un vortice incessante.
  • Il tema centrale è l'amore irresistibile che unisce i due amanti, sfidando le regole dell'inferno, e la loro storia è raccontata con una forte componente emotiva.
  • Dante prova una profonda commozione e senso di colpa nei confronti dei due amanti, riconoscendo l'influenza della letteratura sulla loro dannazione.
  • La responsabilità personale è un tema chiave: Francesca attribuisce la colpa ai poeti, ma Dante ritiene che al cuore si debba comandare e che la volontà possa vincere la passione.
  • La vicenda di Francesca e Paolo sottolinea la potenza e i pericoli della letteratura, che può influenzare le anime e contribuire alla loro dannazione o salvezza.

Indice

  1. Lussuriosi nel secondo cerchio
  2. Incontro con Francesca e Paolo
  3. Interpretazioni del canto
  4. Dante e l'amor cortese
  5. Responsabilità e dannazione

Lussuriosi nel secondo cerchio

Dante e Virgilio, lasciato il Limbo, si dirigono nel secondo cerchio infernale, dove sono puniti i lussuriosi: dal momento che in vita si lasciarono trasportare dalla passione amorosa, ora essi sono trascinati senza sosta da un vortice infernale. Da questa schiera si staccano due anime, chiamate da Dante in nome di quell’amore che le unisce persino lì, nell’inferno. Sono i due innamorati più famosi della nostra letteratura: Francesca e Paolo.

● la forza irresistibile dell’amore

● l’emulazione letteraria

● la sofferenza di Dante

● Terzine di endecasillabi a rima incatenata (schema: ABA BCB CDC ecc.).

Incontro con Francesca e Paolo

Dopo che Virgilio, nella parte non antologizzata, ha elencato i dannati puniti nel secondo cerchio, l’attenzione di Dante si sofferma su due anime che si lasciano trasportare unite nella tempesta infernale. Approfittando di una breve interruzione del vortice, Dante le chiama a sé per farsi raccontare la loro storia. Uno dei due spiriti, dopo aver detto di essere di Ravenna, dichiara di aver vissuto un amore adulterino con l’anima che l’accompagna nel supplizio infernale. Dante riconosce allora che si tratta di Francesca da Rimini e, turbato, la interroga su come sia nata la passione per suo cognato Paolo. Scopriamo così che i due si baciarono mentre erano intenti a leggere la storia d’amor cortese tra Lancillotto e Ginevra. A quelle parole Dante per la troppa commozione sviene.

Interpretazioni del canto

Come tutti i grandi capolavori della letteratura, la Divina Commedia ha suscitato interpretazioni anche molto diverse. A una prima lettura il canto sembra esprimere una solidarietà di fondo da parte di Dante nei confronti di Francesca e Paolo. Un poeta che ha composto in gioventù numerose liriche ispirate all’amor cortese potrebbe capire e forse perdonare la passione illecita tra i due cognati. E in effetti alcuni elementi del canto sembrerebbero suffragare questa impressione: la condizione dei due amanti, infatti, pare sovvertire varie regole vigenti nel regno dei morti, dal momento che scontano insieme la pena. Inoltre, entrambi traditori (Francesca ha infranto la sua promessa matrimoniale verso Gianciotto; e anche Paolo ha tradito la fiducia del fratello), sono però puniti per un peccato più lieve, la lussuria, che si sconta in una zona iniziale dell’inferno. Dante invece condanna come traditore Gianciotto, che, dopo averli colti in flagrante, li ha atrocemente puniti. Adesso, nell’aldilà, i due amanti sono riuniti, mentre lui è atteso dall’inferno più nero. Oggi, però, gli studiosi ridimensionano la solidarietà da parte del poeta verso l’infelice Francesca. Preferiscono semmai sottolineare lo stato d’animo sofferente di Dante, che alla fine del canto sviene (v. 142), profondamente turbato da quanto ha visto e udito Tale turbamento si spiega con il fatto che l’incontro con i due sventurati amanti risveglia in Dante il ricordo vivissimo di quando anche lui è stato un poeta d’amore, con le Rime e con la Vita nuova. Dunque anche lui, forse, ha contribuito ad alimentare gli equivoci in cui Francesca è caduta: l’idea che l’amore è un sentimento sempre nobile, a cui si perdona tutto, e la convinzione che la passione non si può non ricambiare (vv. 100-105).

Dante e l'amor cortese

Anche Dante, da giovane, è stato affascinato dall’ideale del «cor gentil» e ha cantato nei suoi versi la passione amorosa nascondendone il carattere sensuale e peccaminoso. Benché l’autore della Commedia sembri aver preso le distanze da quella poesia, il suo ricordo non è ancora sopito e per questo Dante personaggio china il capo di fronte a chi gli parla con tanta intensità d’amore e di passione. L’esame di coscienza di Dante diviene più doloroso quando egli pone a Francesca una domanda particolare: come nacque in lei e in Paolo quella reciproca passione (vv. 118-120)? La risposta della donna è la più temibile, per Dante: tutto cominciò leggendo un libro che parlava d’amore. Francesca e Paolo non hanno fatto altro che imitare i protagonisti di un romanzo famoso, incentrato sugli amori adulterini di Lancillotto e Ginevra. È a questo punto che Dante sviene: si sente infatti anche lui responsabile, per la sua parte, di quanto è accaduto, comprendendo che la letteratura non è innocua, può contribuire alla dannazione eterna delle persone. Più avanti, nel corso delle due successive cantiche, Dante porterà a compimento una letteratura migliore, che può salvare le anime e condurle, oltre il livello delle passioni umane, fino a Dio. A quel punto sentirà di avere una nobile missione da compiere, quella del poeta-profeta. Ma per adesso (siamo ancora all’inizio dell’Inferno) prevalgono in lui smarrimento e senso di colpa.

Responsabilità e dannazione

Un amore adulterino è sufficiente per essere dannati? Nella cultura medievale la risposta è affermativa e probabilmente anche Dante ne è convinto. In realtà, le cause della dannazione di Francesca e Paolo sono più profonde: nessuno dei due amanti sembra assumersi la propria responsabilità. Francesca dà la colpa ai poeti, citandone i versi per scagionare se stessa; in realtà, se davvero avesse voluto farlo, avrebbe potuto – con l’aiuto della grazia divina – respingere la tentazione che le veniva dalle sue letture. Dante ritiene infatti che al cuore si possa e di debba comandare, che la nostra volontà può essere più forte di ogni passione. La colpa di Francesca è quella di essersi arresa senza combattere a una tentazione che avrebbe potuto vincere. Francesca e Paolo sono uniti per l’eternità da un nodo inestricabile. Lo vediamo anche a livello linguistico: Francesca, che è l’unica a parlare, si esprime sempre per entrambi.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il significato del secondo cerchio dell'Inferno nella Divina Commedia?
  2. Nel secondo cerchio dell'Inferno, Dante e Virgilio incontrano i lussuriosi, anime che in vita si lasciarono trasportare dalla passione amorosa e ora sono trascinate da un vortice infernale.

  3. Chi sono Francesca e Paolo e quale storia raccontano a Dante?
  4. Francesca da Rimini e Paolo sono due anime dannate che raccontano a Dante la loro storia d'amore adulterino, nata mentre leggevano la storia d'amor cortese tra Lancillotto e Ginevra.

  5. Come reagisce Dante all'incontro con Francesca e Paolo?
  6. Dante è profondamente turbato dall'incontro con Francesca e Paolo, tanto da svenire per la commozione, poiché l'incontro risveglia in lui ricordi della sua giovinezza come poeta d'amore.

  7. Qual è l'interpretazione moderna del canto di Francesca e Paolo?
  8. Gli studiosi moderni tendono a ridimensionare la solidarietà di Dante verso Francesca, sottolineando invece il suo stato d'animo sofferente e il senso di colpa per aver contribuito, attraverso la letteratura, agli equivoci sull'amore.

  9. Qual è la responsabilità di Francesca e Paolo nella loro dannazione secondo Dante?
  10. Dante ritiene che Francesca e Paolo non si assumano la responsabilità delle loro azioni, attribuendo la colpa ai poeti e alle letture, mentre avrebbero potuto resistere alla tentazione con l'aiuto della grazia divina.

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