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Concetti Chiave

  • L'VIII cerchio dell'Inferno è diviso in dieci bolge concentriche, simili a fossati difensivi, attraversate da rupi che convergono verso un pozzo centrale.
  • Venedico Caccianemico, un bolognese, è riconosciuto da Dante tra i dannati e confessa di aver prostituito la sorella al marchese d'Este.
  • Giasone, mitico eroe degli Argonauti, è punito per aver sedotto Isifile e Medea, mantenendo comunque un'aria regale tra i seduttori.
  • Nella seconda bolgia, gli adulatori sono immersi nello sterco; tra loro, Dante riconosce Alessio Interminelli, che confessa le sue lusinghe.
  • Taide, una meretrice, è vista da Dante tra gli adulatori mentre si graffia con le unghie sporche di sterco, punita per le sue lusinghe amorose.

Indice

  1. Le malebolge
  2. Incontro con Venedico Caccianemico
  3. I seduttori: Giasone
  4. La seconda bolgia: adulatori
  5. Taide: la meretrice

Le malebolge

L'VIII cerchio è un'immensa zona circolare in declivio verso il centro costituito da un lungo e profondo pozzo; essa è solcata da dei fossi concentrici (bolge) simili ai fossati che circondano a difesa i castelli. Dall'estremità inferiore dell'altra ripa esterna si dipartono delle rupi che, a guisa di ponti, scavalcano le bolge da un argine all'altro e convergono tutte al pozzo centrale.

Le malebolge è il nome complessivo dell'VIII cerchio, distinto in dieci parti o bolge, mentre il IX avrà un nome specifico per ognuna delle quattro ripartizioni. Nel cerchio VIII ogni bolgia contiene una differente categoria di fraudolenti.

Scesi dalla schiena di Gerione, i due poeti volgendo a sinistra riprendono il cammino e Dante vede, nel fondo della bolgia, due schiere di peccatori che camminano in senso inverso, l'una nella direzione di marcia del poeta, l'altra in senso opposto. Le due schiere vengono paragonate ai pellegrini del Giubileo romani divisi in due file sul ponte del Tevere: quelli che andavano a S. Pietro e quelli che ne ritornavano. i dannati corrono percossi crudelmente da demoni armati di sferza: sono i ruffiani e i seduttori.

Incontro con Venedico Caccianemico

Dante guarda la schiera dei ruffiani e gli pare di riconoscere uno tra questi. Si ferma, anzi fa alcuni passi indietro per esserne più certo. Costui, accorgendosi di ciò, china gli occhi e abbassa il viso sperando di celarsi, ma Dante lo inchioda profferendone il nome e il cognome: Venedico Caccianemico. Egli allora è costretto a confessare la sua ignobile colpa di aver prostituito la sorella al marchese d'Este. Cerca di giustificarsi denunciando l'ingordigia e l'avidità dei Bolognesi, ma mentre parla un demonio lo colpisce con la sferza e lo obbliga ad allontanarsi.

Venedico Caccianemico dell'Orso, bolognese, figlio di Alberto, nacque intorno al 1228 e fu capo della fazione guelfa dei Gemerei di Bologna. Aiutò il padre nella lotta politica interna della città e riuscì nel 1274 a sconfiggere la fazione avversaria ghibellina dei Lambertazzi e ad esiliarne i capi. Ricoprì vari uffici politici e fu cacciato due volte in esilio per l'atteggiamento palesemente favorevole nei confronti delle mire ambiziose su Bologna dei marchesi di Ferrara.

Già vecchio, venne esiliato nel 1301 e pare morisse l'anno successivo. Le cronache dell'epoca non registrano il turpe mercato della sorella condotta a far la voglia del marchese d'Este per cui Dante lo colloca all'Inferno. Le notizie ci sono giunte dagli antichi commentatori. Il fatto va forse collegato al suo favoreggiamento delle mire politiche degli Estensi. Più difficile dire se il marchese che ebbe a che fare con la sorella di Venedico sia Obizzo o Azzo VIII: la maggior parte dei moderni, sulla scorta delle poche notizie d'archivio, propende per il primo.

I seduttori: Giasone

Saliti sul ponte che scavalca la soglia, Virgilio ferma Dante sulla sommità di esso invitandolo a guardare la schiena dei seduttori di cui Dante non aveva ancora visto il volto perché camminavano nella sua stessa direzione. Virgilio mostra un peccatore che conversa ancora l'aspetto regale e atteggiamenti magnanimi: è Giasone, il condottiero degli Argonauti qui punito per la seduzione di Isifile e di Medea. Infine Virgilio invita Dante a procedere oltre.

Giasone, il mitico eroe tessalo della spedizione degli Argonauti. Figlio di Esone, re di Iolco, fu costretto dallo zio Melia, usurpatore del trono, ad impossessarsi del vello d'oro, custodito nella Colchide del re Eeta e guardato da un drago. Giasone fece costruire la nave Argo, la prima che solcasse il mare, e cin una schiera di coraggiosi compagni, detti dal nome della nave Argonauti, salpò per la Colchide. Nella prima tappa all'isola di Lemmo sedusse ed abbandonò incinta Isifile. Giunto poi nella Colchide riuscì, con l'aiuto di Medea, figlia di Eeta, ad impossessarsi del vello d'oro. Anche Medea venne da lui ingannata con la promessa di nozze: ma essa si vendicò uccidendo sotto gli occhi del padre i figli che ella aveva generati a Giasone. L'intero muto è narrato da Ovidio e l'inganno di Isifile e di Medea anche in due episodi delle Heroides.

La seconda bolgia: adulatori

I poeti, giunti al termine del ponte, sono sull'argine della seconda bolgia e sentono uscire da essa il soffiare e il dibattersi dei dannati e un terribile tanfo. Per vedere meglio salgono sul ponte che sovrasta la nuova bolgia e, giunti nel punto più alto, vi scorgono i peccatori attuffati nello sterco.

Guardando nella bolgia Dante fissa lo sguardo su un dannato lordo di sterco, e questi irosamente gli chiede perché lo guardi più degli altri peccatori. Dante risponde di averlo già conosciuto e gli getta in faccia come, cognome e patria: Alessio Interminelli di Lucca. Il dannato percuotendosi il capo confessa di essere sommerso qui a causa delle sue lusinghe.

Alessio Interminelli, di nobile famiglia lucchese di parte Bianca, di cui abbiamo scarse notizie. L'ultimo documento che lo ricorda è del 1295: si può pensare perciò che sia morto poco dopo. Le chiose degli antichi commentatori, che parlano delle adulazioni di costui, non sono che amplificazioni o parafrasi del testo dantesco.

Taide: la meretrice

Virgilio invita Dante a guardare anche un'altra anima dannata, la meretrice Taide che ora s'accoscia ora sta in piedi, e si graffia con le unghie sporche di sterco: essa in vita blandì con le sue lusinghe d'amante. Poi i poeti si allontanano.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la struttura dell'VIII cerchio dell'Inferno descritto nel testo?
  2. L'VIII cerchio è un'area circolare in declivio verso il centro, con fossi concentrici chiamati bolge, attraversati da rupi simili a ponti che convergono al pozzo centrale.

  3. Chi è Venedico Caccianemico e quale colpa confessa?
  4. Venedico Caccianemico è un bolognese che confessa di aver prostituito la sorella al marchese d'Este, giustificandosi con l'avidità dei Bolognesi.

  5. Qual è il peccato di Giasone e come viene descritto nel testo?
  6. Giasone è punito per la seduzione di Isifile e Medea, mantenendo un aspetto regale e atteggiamenti magnanimi, come descritto da Virgilio a Dante.

  7. Chi è Alessio Interminelli e quale punizione subisce nella seconda bolgia?
  8. Alessio Interminelli è un adulator di Lucca, sommerso nello sterco nella seconda bolgia per le sue lusinghe.

  9. Chi è Taide e quale comportamento viene descritto nel testo?
  10. Taide è una meretrice che si graffia con le unghie sporche di sterco, punita per le sue lusinghe d'amante.

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