Concetti Chiave
- Nel XIII canto, Dante e Virgilio attraversano un bosco cupo privo di vegetazione, simbolo della morte, dove i suicidi e gli scialacquatori sono puniti.
- I suicidi sono trasformati in piante che conservano intelletto e parola, ma soffrono quando le arpie si nutrono dei loro rami, esprimendo la loro umanità attraverso il dolore.
- Gli scialacquatori, che hanno sperperato i loro beni, sono inseguiti e sbranati da cagne fameliche, in un ciclo eterno di sofferenza.
- Il contrappasso per i suicidi è la trasformazione in piante, negando loro la dignità del corpo umano, riflettendo la perdita di razionalità nel suicidio.
- Pier delle Vigne è un esempio di suicida, la cui storia critica l'invidia e l'idolatria delle corti, con Dante che si riconosce nella sua innocenza e sofferenza.
Indice
Il Bosco dei Suicidi
Dante e Virgilio accompagnati da Nesso, superano il Flegetonte e si inoltrano in questo bosco, fitto cupo e terrificante, abitato dalle arpie. In realtà è un bosco ma è privo di qualsiasi forma vegetale, ci sono semplici cespugli spogli. È un riflesso della morte. In questo bosco sono puniti i violenti contro se stessi e gli scialacquatori, coloro che danno via il loro denaro senza una ragione. Dante sente dei lamenti ma non vede nessuna persona da cui possano venire questi lamenti, in quanto i suicidi sono trasformati in piante, che però conservano il loro intelletto, e quindi possono parlare. Le arpie, che sono creature infernali che hanno un viso di donna è un corpo di uccello, si nutrono dei rami degli alberi, e naturalmente provocano dolore nei dannati. Gli scialacquatori invece, sono inseguiti da cagne fameliche, che li raggiungono, li sbranano ma il loro corpo si ricrea nuovamente in eterno.
Il Contrappasso dei Suicidi
Il contrappasso è che i suicidi hanno negato la propria natura di uomini, quindi sono trasformati in piante a cespuglio con rami intrecciati. Intrecciati perché alludono alla perdita della razionalità nel momento del suicidio: la mente contorta.(questo provoca maggiore dolore ai cespugli) Gli scialacquatori invece, siccome hanno sprecato i loro beni sono sbranati da queste cagne fameliche, che potrebbero simboleggiare o la vergogna o i rimorsi o i creditori che li inseguono. Tutto questo ambiente e ricco di simboli. I suicidi hanno negato la propria natura di uomini, quindi ora sono recessi a una natura minore, quella delle piante. Per cui è negata loro la dignità di conservare il corpo fisico pur mantenendo la loro sensibilità. La pianta quindi presenta due nature. La natura vegetale nell’aspetto, però è umana nel sangue, visto che spezzando i rami esce fiato e sangue, nella parola, nel rimorso, nel dolore, nell’intelletto e nel ricordo. Le stesse piante non hanno una vegetazione sono solo rami, una sorta di anti piante, piante negate, richiamano l’anti vita dei suicidi. Questi dannati quindi possiedono l’intelletto e la parola. La parola però, è accompagnata dal dolore e dalla sofferenza, nello stesso modo possono sfogarsi ed esprimersi. Dante in questo modo vuole anche sottolineare come la loro umanità sia legata alla sofferenza, perché le loro parole sgorgano insieme al sangue come se fossero state ferite.
Pier delle Vigne e l'Invidia
Dante è curioso perché non vede nessun personaggio, nessuna figura, tranne che delle piante, così Virgilio lo invita a spezzare uno dei rami. Nel momento in cui si spezza un ramo Dante rimane impressionato perché vede appunto che dal ramo escono parole e sangue. Si tratta proprio di Pier Delle Vigne, un funzionario della corte di Federico II che raggiunse una tale importanza, che godeva della totale fiducia dell’imperatore. Così tanta fiducia che questo suscita l’invidia degli altri cortigiani, e quindi il sospetto di tutta la corte anche se basata su prove infondate.
La Critica di Dante alle Corti
Per la vergogna di questo sospetto Pier delle Vigne si suicida. Dante nel conoscere quale persona ci sia dietro quel cespuglio, rimane commosso e non riesce a trovare le parole. Però per mezzo di Pier delle Vigne che si proclama innocente, Dante critica l’ambiente delle corti, luoghi dove si coltiva l’idolatria dei beni terreni. In qualche modo si può stabilire un confronto con il canto V dove l’amore cortese conduce Paolo e Francesca alla morte, e l’invidia che porta Pier delle Vigne a un atto estremo, come il suicidio. Dante prova molta simpatia per Pier delle Vigne, proprio perché, si riflette in lui, visto che anche il suo esilio è avvenuto a causa dell’invidia della sua posizione. Ancora una volta ribadisce la sua posizione di esule senza colpa. Non dice questo esplicitamente ma si riferisce alla sua situazione. Un ulteriore punizione che colpisce i suicidi si attuerà nel momento del giudizio universale. In quanto anche loro, come tutte le anime riacquisteranno il loro corpo, ma loro non potranno indossarlo, potranno solo appenderlo a uno dei rami. Il corpo non si riunirà con l'anima, poiché Dante sostiene che non sia giusto che gli sia restituito qualcosa che loro stessi si sono privati.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del Bosco dei Suicidi nella Divina Commedia?
- Come si manifesta il contrappasso per i suicidi?
- Chi è Pier delle Vigne e quale ruolo ha nel Bosco dei Suicidi?
- Qual è la critica di Dante alle corti attraverso la figura di Pier delle Vigne?
- Cosa accadrà ai suicidi nel momento del giudizio universale secondo Dante?
Il Bosco dei Suicidi rappresenta un luogo di punizione per coloro che hanno commesso violenza contro se stessi, trasformati in piante che conservano il loro intelletto e soffrono per l'eternità.
I suicidi sono trasformati in piante, negando la loro natura umana, e soffrono quando i rami vengono spezzati, simboleggiando la perdita della razionalità e la loro condizione di anti-vita.
Pier delle Vigne è un personaggio che Dante incontra nel Bosco dei Suicidi; era un funzionario di corte che si suicidò a causa dell'invidia e del sospetto infondato, rappresentando la critica di Dante alle corti.
Dante critica l'ambiente delle corti, dove l'invidia e l'idolatria dei beni terreni portano a tragedie come il suicidio di Pier delle Vigne, riflettendo anche sulla propria esperienza di esilio.
Durante il giudizio universale, i suicidi riacquisteranno il loro corpo, ma non potranno indossarlo; potranno solo appenderlo a un ramo, poiché non è giusto che riacquistino ciò di cui si sono privati.