Concetti Chiave
- Dante e Virgilio esplorano il secondo girone del settimo cerchio, un bosco dove sono puniti i suicidi.
- Il poeta è sorpreso nel sentire lamenti disincarnati, ma Virgilio lo istruisce su ciò che sta per affrontare.
- Strappando un ramo, Dante scopre Pier delle Vigne, che narra la sua storia di fedeltà e suicidio.
- Le anime dei suicidi diventano rami tormentati e nel giudizio universale saranno separate dai loro corpi.
- La scena è ulteriormente animata da due dannati inseguiti e uno divora da una cagna, simbolo di punizione eterna.
Indice
L'ingresso nel secondo girone
Dante e Virgilio si addentrano nel secondo girone del settimo cerchio dell’Inferno (in cui sono puniti coloro che furono violenti contro se stessi) attraversando un bosco selvaggio. Dante è informato da Virgilio sulla realtà incredibile davanti alla quale si troverà, e nel frattempo ode di lamenti e grida senza capire chi li emetta.
L'incontro con Pier delle Vigne
Poi Virgilio lo invita a strappare un ramoscello, e Dante scopre che ne fuoriescono sangue e parole: si tratta di Pier delle Vigne, il quale racconta la sua storia. Egli racconta che in vita era un fedele consigliere del re Federico II di Svevia, e che i cortigiani, a causa della loro invidia, lo avevano portato a suicidarsi per dimostrare la sua fedeltà al sovrano.
Il destino dei suicidi
Egli dice a Dante che chiunque sia violento con se stesso cade in questo girone dell’Inferno, e si trasformerà in un ramo dilaniato dalle Arpie. I corpi dei violenti contro se stessi verranno poi appesi ai rami degli alberi nel giorno del giudizio universale, e le loro anime non potranno ritornare nei loro corpi.
L'arrivo dei dannati inseguiti
All’improvviso arrivano due dannati pieni di graffi e ferite che sono rincorsi da una cagna affamata, e uno di loro viene divorato da essa. Dante e Virgilio giungono poi a un cespuglio, in cui è racchiusa l’anima di un fiorentino che si impiccò.