Concetti Chiave
- Dante e Virgilio attraversano un bosco oscuro con piante contorte e Arpie che vi nidificano, percependo voci e lamenti misteriosi.
- Virgilio invita Dante a spezzare un ramo, rivelando che gli alberi del bosco sono anime umane trasformate.
- Pier delle Vigne, un dannato nel bosco, racconta la sua storia di tradimento e suicidio, ribadendo la sua lealtà a Federico II.
- Le anime dei suicidi si trasformano in piante e non riacquisteranno mai i loro corpi, subendo tormenti eterni causati dalle Arpie.
- Dante e Virgilio assistono a un altro dannato che viene dilaniato da cagne nere mentre cerca rifugio tra i cespugli.
Indice
L'arrivo nel bosco oscuro
Dante scende dal dorso del centauro, Nesso che non ha fatto altro che trasportarlo oltre il fiume di sangue bollente chiamato Flegetonte. Dante e Virgilio si ritrovano in un bosco costituito da piante di colore scuro, con rami e tronchi nodosi e contorti da cui spuntano spine velenose. Sui rami di questa selva hanno il loro nido le Arpie, mostri dal corpo di uccello e testa di donna, che emettono paurosi lamenti.
Lamenti e rivelazioni nel bosco
Virgilio avverte il suo discepolo che in questa orrida selva vedrà cose cui non crederebbe, a sentirle raccontare. Dante ode a questo punto del canto voci umane e lamenti, ma non capisce la direzione dalla quale provengano. Il maestro lo invita allora a rompere un ramo di un albero. Spezzandolo, Dante vede uscire sangue dal punto di rottura e ode una voce che lo accusa di non essere pietoso nel compiere quel gesto e che gli spiega come gli alberi della selva siano esseri umani trasformati.
La storia di Pier delle Vigne
Virgilio risponde al dannato che ha detto che è stato costretto a chiedere a Dante di compiere quel famoso gesto: in caso contrario non sarebbe stato creduto. Per risarcirlo del dolore che ciò gli ha causato, gli chiede di presentarsi e di raccontare tutta quella che era rappresentata dalla sua storia. Il dannato è Pier delle Vigne, celebre notaio, letterato, poeta e uomo di fiducia di Federico II. Divenuto il favorito dell'imperatore, destò l'invidia degli altri dignitari della corte, i quali convinsero Federico Il che Pier delle Vigne lo voleva tradire. Così questo, incarcerato e accecato, decise di suicidarsi per dimostrare la propria innocenza; ancora adesso, all'Inferno, ribadisce la sua lealtà all'imperatore.
Il destino delle anime-piante
Virgilio incoraggia Dante a porre a Pier delle Vigne tutte le domande che desiderava fargli e che da sempre aveva desiderato fargli. Il poeta chiede allora come si formano le anime-piante. Dopo il giudizio di Minosse, spiega Pier delle Vigne, le anime vengono precipitate in quel luogo; nel punto in cui cadono cominciano a germogliare come delle semplicissime piante. Il sangue e i lamenti provengono dalle ferite provocate dalle Arpie, che mangiano le loro foglie. Sarà così fino al giorno del Giudizio universale. A differenza delle altre anime, però, quelle dei suicidi non rientreranno più nei loro corpi, ai quali hanno volontariamente rinunciato; esse li trascineranno e li appenderanno il proprio alla pianta, come fossero impiccati in eterno.
L'incontro con le anime in fuga
Improvvisamente Dante e Virgilio, i due pellegrini protagonisti di tale viaggio spirituale, vedono due anime che non facevano altro che correre inseguite da un branco di cagne nere. Uno dei due dannati cerca rifugio in quello che era un cespuglio, ma le cagne lo braccano e lo dilaniano, facendo scempio anche della pianta. Avvicinatisi al cespuglio, Virgilio lo interroga, chiedendo di presentarsi semplicemente. Il dannato risponde di essere un cittadino di Firenze, che era morto quando era in vita da suicida in casa propria.
Domande da interrogazione
- Chi sono i protagonisti del viaggio spirituale descritto nel testo?
- Quali sono le caratteristiche principali del bosco descritto nel testo?
- Chi è il dannato che Dante e Virgilio incontrano nel bosco?
- Cosa succede alle anime dei suicidi nel bosco?
I protagonisti del viaggio spirituale sono Dante e Virgilio.
Il bosco è costituito da piante di colore scuro, con rami e tronchi nodosi e contorti da cui spuntano spine velenose. Sui rami del bosco hanno il loro nido le Arpie, mostri dal corpo di uccello e testa di donna, che emettono paurosi lamenti.
Il dannato che incontrano nel bosco è Pier delle Vigne, celebre notaio, letterato, poeta e uomo di fiducia di Federico II.
Le anime dei suicidi non rientreranno più nei loro corpi, ai quali hanno volontariamente rinunciato; esse li trascineranno e li appenderanno al proprio corpo-pianta, come fossero impiccati in eterno.