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Concetti Chiave

  • Le tre fiere nella Divina Commedia rappresentano simbolicamente diversi peccati: la lonza, il leone e la lupa sono interpretate principalmente in chiave allegorica.
  • I commentatori antichi associavano le tre fiere rispettivamente a lussuria, superbia e avarizia, mentre quelli moderni spesso le collegano a superbia, invidia e avarizia.
  • Alcuni studiosi vedono nelle fiere la rappresentazione delle categorie del peccato di Aristotele: frode, violenza e incontinenza.
  • Esiste anche un'interpretazione politica in cui la lonza rappresenta Firenze, il leone la Casa di Francia e la lupa la Curia romana di Bonifacio VIII.
  • Le fonti dantesche includono riferimenti biblici e bestiari medievali, con una possibile esperienza diretta di Dante che avrebbe visto una lonza a Firenze nel 1285.

Indice

  1. Le Bestie Feroci di Dante
  2. Interpretazioni Allegoriche e Politiche
  3. Fonti Dantesche e Bestiari Medievali

Le Bestie Feroci di Dante

Le bestie feroci che si oppongono al cammino di Dante si differenziano per le loro peculiarità: la lonza agile ed elegante, il leone statuario che incute molta paura e la lupa inquietante per la sua magrezza, voracità e irrequietezza. Il significato prevalente però, è allegorico.

Interpretazioni Allegoriche e Politiche

I commentatori più antichi identificarono le tre fiere rispettivamente con la lussuria, la superbia e l'avarizia.

Alcuni commentatori moderni invece preferiscono identificare le fiere con "le tre faville che c'hanno i cuori accesi" (Inferno, VI, v. 75), cioè superbia, invidia e avarizia. Altri commentatori identificavano queste fiere con la frode, la violenza e l'incontinenza (vale a dire il non sapersi moderare) che sono le tre categorie del peccato proprie dell'etica di Aristotele, sulle quali Dante fonda i peccati nell'inferno. le tre fiere nella Divina CommediaAltri studiosi ancora hanno preferito un'interpretazione politica oltrechè morale. Nella lonza quindi sarebbe da vedere Firenze, nel leone la Casa di Francia e nella lupa la Curia romana di Bonifacio VIII.

Fonti Dantesche e Bestiari Medievali

Da ricordare infine le fonti dantesche a questo riguardo: in primo luogo un passo della Bibbia dove si parla di un leone, un lupo e un leopardo, poi i numerosi bestiari medievali dove le belve sono menzionate con le loro presunte caratteristiche: la lonza è stata identificata con un felino simile a un leopardo. A tal proposito c'è sicuramente un'esperienza diretta di Dante che avrebbe visto proprio una lonza tenuta in gabbia a Firenze nel 1285.

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