Concetti Chiave
- Dante conclude il suo viaggio ultraterreno nel Paradiso, guidato da Beatrice che rappresenta la teologia, simboleggiando la necessità di un'intuizione divina oltre la ragione umana.
- La struttura del Paradiso è immateriale, divisa in nove cieli associati ai pianeti e culmina nell'Empireo, un decimo cielo di pura luce e amore divino.
- Il Paradiso di Dante segue la dottrina aristotelico-tolemaica, con la Terra al centro e nove cieli concentrici in movimento, con il nono cielo come il più veloce.
- Nel racconto di Dante, la luce è un tema centrale, rappresentando l'emanazione divina e variando in intensità a seconda della vicinanza all'Empireo.
- La poetica della luce include visioni di trasformazioni, con immagini che si metamorfizzano, come fiumi che diventano laghi e fiori in beati.
Il Viaggio di Dante nel Paradiso
Nella terza cantica Dante è all’ultima fase del suo viaggio ultraterreno. Non è più guidato da Virgilio che rappresenta la ragione bensì da Beatrice (teologia) con cui attraversa il Paradiso, luogo di beatitudine eterna per le anime giuste. Ciò simboleggia l'impossibilità per l'uomo di giungere a Dio per il solo mezzo della ragione umana: sono necessari uno scarto intuitivo e un diverso livello di "ragione divina", rappresentati appunto dalla teologia.
Prima di entrare nell'Empireo, Dante cambia di nuovo guida: Beatrice lo lascia per cedere il posto a San Bernardo di Chiaravalle in quanto per vedere Dio non basta soltanto la teologia bensì Dante ha bisogno di uno slancio mistico.La Struttura del Paradiso
Mentre l'Inferno ed il Purgatorio sono luoghi presenti sulla terra, il Paradiso è un mondo immateriale, etereo, diviso in nove cieli: i primi sette prendono il nome dai pianeti del sistema solare (nell'ordine Luna, Mercurio, Venere, Sole, Marte, Giove, Saturno), gli ultimi due sono costituiti dalla sfera delle stelle fisse e dal Primo mobile, il Paradiso infatti, non poteva essere posto da Dante se non dove lo colloca l’insegnamento cristiano ossia nell’alto dei cieli; secondo la dottrina aristotelico-tolemaica che il poeta segue, la Terra è immobile al centro dell’Universo ed intorno ruotano nove cieli concentrici che sono più veloci nel loro moto rotatorio quanto più sono alti. Il nono è il più veloce fra tutti, spinto dal desiderio di congiungersi in ogni sua parte ad ogni parte dell’Empireo che immediatamente lo sovrasta; c’è però per il pensiero dantesco e cristiano un decimo, immobile che tutti li circonda: l’Empireo che non è costituito da materia ma solo da luce intellettuale, pienezza d’intelligenza ma anche pienezza d’amore.
La Poetica della Luce
Dante più che raccontare uno spostamento, racconta una serie di diversi scenari che appaiono nei nove cieli, un susseguirsi di visioni. Ecco dunque la poetica della luce: attraversare tutta la cantica. La luce come testimonianza di Dio, come sua emanazione recepita più o meno fortemente secondo la vicinanza all’Empireo. Oltre che sull’apparizione di luce, la visione è basata sulla metamorfosi delle immagini; così Dante mostra fiumi che diventano laghi, fiori che si trasformano in beati.
Domande da interrogazione
- Qual è il significato del cambio di guida da Virgilio a Beatrice nel viaggio di Dante nel Paradiso?
- Come è strutturato il Paradiso secondo Dante?
- Qual è il ruolo della luce nella poetica di Dante nel Paradiso?
Il cambio di guida da Virgilio a Beatrice simboleggia l'impossibilità per l'uomo di giungere a Dio solo con la ragione umana; è necessaria la teologia, rappresentata da Beatrice, per attraversare il Paradiso.
Il Paradiso è un mondo immateriale diviso in nove cieli, con i primi sette associati ai pianeti del sistema solare e gli ultimi due alla sfera delle stelle fisse e al Primo mobile, culminando nell'Empireo, un decimo cielo immobile costituito da luce intellettuale.
La luce è una testimonianza di Dio e la sua emanazione, variando in intensità secondo la vicinanza all'Empireo, e accompagna le visioni di Dante nei nove cieli, mostrando la metamorfosi delle immagini come fiumi che diventano laghi e fiori che si trasformano in beati.