Autoref3874d
Genius
7 min. di lettura
Vota 3 / 5

Concetti Chiave

  • La "Divina Commedia" di Dante è caratterizzata dal plurilinguismo, utilizzando il fiorentino come base arricchita da dialetti, latino e provenzale.
  • Dante introduce neologismi per esprimere concetti inesprimibili, come "trasumanar", riflettendo la complessità della lingua dell'opera.
  • Lo stile della Commedia è pluristilistico, spaziando dai registri più elevati a quelli più bassi, con un lessico variegato che attinge a vari ambiti semantici.
  • Dante usa perifrasi per riferirsi a Dio e altre figure, arricchendo il testo di espressioni indirette e ornamentali.
  • La struttura metrica della Commedia si basa su 14233 endecasillabi e la terzina, con rime che aumentano l'intensità semantica e l'espressività del testo.
Questo appunto di Letteratura Italiana tratta la lingua, lo stile e la metrica utilizzati da Dante nella “Divina Commedia”, opera in cui ha sperimento soluzioni innovative sulla lingua volgare.
La struttura, il plurilinguismo e il pluristilismo della Commedia di Dante articolo

Indice

  1. I registri linguistici nella Divina Commedia: il plurilinguismo
  2. Le caratteristiche dello Stile: pluristilismo
  3. La struttura metrica della Commedia: terzine, rime, versi

I registri linguistici nella Divina Commedia: il plurilinguismo

Dal punto di vista linguistico, la Commedia di Dante (autore del celebre sonetto “Tanto gentile e tanto onesta pare”) è caratterizzata dal plurilinguismo.
L’uso del fiorentino, come lingua di base, non esclude l’uso:

  • Di altri dialetti, come il toscano e il non toscano;
  • Del latino;
  • Del provenzale, ripreso dalle parole dello sperimentalismo di Arnaut Daniel;
  • Di espressioni particolari, come ad esempio «Pape Satàn, pape Satàn aleppe», usato da Pluto; la favella di Nembrot.

All’interno della Commedia si raggruppa tutto un sostrato tradizionale e letterario, che va dal provenzale al siciliano e dallo stilnovo alla tradizione comico – realistica.
Quando il bagaglio linguistico non riesce a esprimere ciò che a volte è inesprimibile o che prima di allora non era mai stato espresso, entra in gioco la grande abilità dell’autore di creare neologismi che diventano sempre più frequenti, parallelamente al cammino che il pellegrino sta compiendo verso le rivelazioni finali del Paradiso.

Ad esempio, l’uso del termine trasumanar, che indica l’ascesa del pellegrino alle sfere celesti e che, appunto, «significar per era non si poria», vale a dire, non è possibile esprimere adeguatamente con parole umane.
La vitalità dello studio di Dante è confermata anche dalla proliferazione di commenti all’opera, mossi dall’intento di offrire ai lettori una guida per esprimere i significati allegorici e le caratteristiche retorico – grammaticali presenti. Tutti questi aspetti evidenziano la complessità del repertorio dantesco e la sua poliedricità. Alla base della lingua della Commedia c’è il volgare fiorentino. Tuttavia, abbondano i prestiti e i calchi dalle due maggiori lingue di cultura dell’epoca:

  • Il latino: infatti, è presente l’uso di latinismi («rubro» per «rosso») o l’uso diretto del latino (ad esempio il 93 del canto XII del Paradiso, «non decimas, quae sunt pauperum Deï»);
  • Il francese, attraverso l’uso di provenzalismi (derivanti dalla lingua d’oc) o di francesismi (derivanti dalla lingua d’oïl).

Non mancano tuttavia influenze di altri dialetti o di altre lingue tanto che Dante fa coesistere numerosi allotropi per lo stesso concetto: ad esempio usa, accanto a «vecchio», le forme «vetusto, vieto» (dal latino vetus) e «veglio» (dal provenzale vielh, francese vieil).
Per ulteriori approfondimenti su Danta Alighieri vedi anche qua

Le caratteristiche dello Stile: pluristilismo

Lo stile mostra una ricchezza e un'apertura straordinaria (pluristilismo), andando dal "parlato" più truce e plebeo alle sublimi dimostrazioni teologiche, nelle quali lo stile elevato dei classici si fonde con la tradizione teologica della filosofia scolastica. Dante adotta i registri stilistici più disparati, quali, ad esempio: il registro sublime, tragico, patetico, elegiaco, quotidiano e comico.
Un lessico che va dalle vette elevate della teologia e della filosofia (specialmente nelle numerose digressioni di carattere dottrinale) ai più osceni e bassi volgarismi. Gli ambiti semantici da cui Dante attinge per il lessico sono i più vari e includono l’ambito: astronomico; medico; zoologico; botanico; agricolo; giuridico e teologico-filosofico.
Sempre nel Paradiso, aumenta a dismisura l’uso delle perifrasi per indicare Dio, che Dante preferisce non nominare eccessivamente. Già nel canto I dell’InfernoVirgilio lo indica come «quello imperador che là sù regna» (124), e la perifrasi di Dio come sovrano è una delle più usate; il Paradiso si apre con il verso «la gloria di colui che tutto move» che indica Dio, come primo motore dell’universo. Oltre che per indicare Dio in modo indiretto, Dante usa la perifrasi anche in modo più ornamentale:

  • I corpi celesti Venere è «lo bel pianeto che d’amar conforta»;
  • Il Sole è «colui che ’l mondo schiara» e «colui che tutto ’l mondo alluma»
  • Il personaggio del mondo classico Apollo è «la lieta / delfca deïtà»;
  • Giulio Cesare è «colui ch’a tutto ’l mondo fé paura».
La struttura, il plurilinguismo e il pluristilismo della Commedia di Dante articolo

La struttura metrica della Commedia: terzine, rime, versi

La Commedia conta 14233 endecasillabi. Se tale verso è il più usato della letteratura italiana dal Duecento a oggi, ciò deriva non solo dalla particolare versatilità di questo metro, ma anche dall'autorità dell'esempio dantesco (che sostenne la superiorità dell'endecasillabo anche a livello teorico). Dante lo aveva adottato dai poeti della Scuola siciliana, ma riuscì a conferirgli una straordinaria varietà ritmica. Anche la strofa usata da Dante, la terzina, era stata già usata nel sonetto. Nella Commedia, la terzina diventa un'unità ritmica e sintattica basilare. Si pensi che su 4711 terzine quasi la metà (2152) è formata da un unico periodo in sé concluso. È stato detto giustamente che Dante pensa per terzine. La capacità di argomentazione e di rigorosa dimostrazione di cui Dante dà prova (soprattutto nel Paradiso) è come sorretta e guidata da questa griglia strofica, che permette all'autore di procedere narrativamente e, nello stesso tempo, serra il discorso in un'impalcatura logica inesorabile. In questa struttura strofica Dante riesce a mantenere un prodigioso equilibrio fra narrazione romanzesca e rigore dimostrativo, sfruttandone così pienamente, e in direzioni diverse, le potenzialità espressive. Nella terzina dantesca (che segue lo schema ABA BCB CDC, ecc.) ha particolare importanza la rima. La sua imprevedibilità, che getta un ponte inaspettato tra parole lontane, ha così la funzione di accrescere lo spessore semantico del testo, aumentandone l'intensità. Inoltre, Dante riesce a comunicare l'atmosfera e, per così dire, il colore delle tre cantiche grazie anche alla rima, che, per esempio, tende a essere aspra e «chioccia» (come la chiama Dante stesso: cioè 'rauca, stridente') nell'Inferno, piana e dolce, invece, nel Purgatorio e nel Paradiso.
Per ulteriori approfondimenti sullo stile di Dante vedi anche qua

Domande da interrogazione

  1. Quali sono le caratteristiche linguistiche principali della "Divina Commedia" di Dante?
  2. La "Divina Commedia" è caratterizzata dal plurilinguismo, con l'uso del fiorentino come lingua di base, integrato da altri dialetti, latino, provenzale e neologismi creati da Dante per esprimere concetti inesprimibili con il linguaggio tradizionale.

  3. In che modo Dante utilizza lo stile nella sua opera?
  4. Dante adotta un pluristilismo, variando dal registro sublime a quello comico, e utilizza un lessico che spazia da termini teologici e filosofici a volgarismi, attingendo a diversi ambiti semantici.

  5. Come è strutturata la metrica della "Divina Commedia"?
  6. La "Divina Commedia" è composta da 14233 endecasillabi organizzati in terzine, che seguono lo schema ABA BCB CDC, ecc. Questa struttura permette un equilibrio tra narrazione e rigore dimostrativo.

  7. Qual è l'importanza della rima nella "Divina Commedia"?
  8. La rima nella "Divina Commedia" ha un ruolo cruciale nel creare collegamenti semantici inaspettati e nel comunicare l'atmosfera delle tre cantiche, variando da aspra nell'Inferno a dolce nel Paradiso.

  9. Quali influenze culturali e linguistiche si riflettono nell'opera di Dante?
  10. L'opera di Dante riflette influenze culturali e linguistiche del latino, del provenzale, del francese e di vari dialetti italiani, evidenziando la complessità e la poliedricità del suo repertorio linguistico.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community