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Concetti Chiave

  • La Divina Commedia presenta una concezione della storia medievale, caratterizzata da due livelli temporali: l'eternità divina e il tempo storico umano.
  • Dante integra la cultura greco-romana con la fede cristiana, riconoscendo l'autorità di Aristotele come il filosofo più vicino alla teologia cristiana.
  • Il sincretismo dantesco riflette l'accettazione della filosofia classica come subordinata e funzionale alla dottrina cristiana.
  • La storia nella Divina Commedia è vista come una serie di figure, dove gli eventi storici rappresentano una realtà più profonda legata alla Salvezza eterna.
  • La concezione figurale, secondo Auerbach, evidenzia il doppio livello di lettura degli eventi, come nel caso di Catone Uticense nel Purgatorio.

Indice

  1. Concezione della storia nella Divina Commedia
  2. Dimensione dell'eternità e del tempo storico
  3. Dante e la filosofia greco-romana
  4. Interpretazione figurale degli avvenimenti

Concezione della storia nella Divina Commedia

In questo appunto di Letteratura Italiana si parla della concezione della storia nella Divina Commedia, del sincretismo in essa presente e della “rappresentazione o concezione figurale degli avvenimenti” secondo la definizione di Auerbach.

Divina Commedia - Concezione della storia e della cultura nella Commedia: il sincretismo articolo

Dimensione dell'eternità e del tempo storico

La Divina Commedia presenta una concezione della storia tipicamente medievale.

Nel Medioevo, infatti, la visione del mondo era basata sulle Sacre Scritture e pertanto la percezione del tempo e della storia ne era profondamente permeata. Ci sono infatti, nella cultura del tempo e nell’opera dantesca, due livelli temporali:

  • Quello dell’eternità: si tratta della dimensione di Dio che è eterno ma ha creato il mondo in maniera disinteressata come puro atto d’amore. Sebbene l’Altissimo sia eterno e rimanga tale anche dopo la creazione dell’universo, ha collocato le sue creature in un tempo e in uno spazio finiti, nei quali esse, attraverso le loro azioni, devono seguire la via del loro Creatore per ottenere la Salvezza eterna.
  • Quello del tempo storico: è la dimensione umana che è però concepita in maniera diversa rispetto al nostro sentire. Essa prevede infatti un inizio, costituito dalla Creazione del mondo, e una fine, costituita dal Giudizio Universale. Non si dà dunque molta importanza alla storia poiché non si considera la vita mortale come la vera vita ma quella eterna dell’anima.

Dante e la filosofia greco-romana

Il pensiero di Dante si colloca in quella posizione cristiana che, subentrata all’assoluto rifiuto di tutto ciò che era legato al pensiero greco-romano dei primi Padri della Chiesa, accetta tale cultura in una visione che la rende funzionale e subordinata alla fede cristiana. In particolare, seguendo in questo Alberto Magno e Tommaso D’Aquino, intende conciliare con la teologia cristiana la filosofia di Aristotele. Il riconoscimento dell’auctoritas di tale filosofo è palese ai versi 130-135 del quarto canto dell’Inferno dove leggiamo:

Poi che inalzai un poco più le ciglia,

seder tra la filosofica famiglia.

Tutti lo miran, tutti onor li fanno:

quivi vid’io Socrate e Platone,

che innanzi alli altri più presso li stanno.

Aristotele è dunque riconosciuto come il più grande filosofo di tutti i tempi: egli rappresenta l’apogeo del pensiero greco e l’autore del sistema filosofico più vicino all’impianto cristiano.

Divina Commedia - Concezione della storia e della cultura nella Commedia: il sincretismo articolo

Interpretazione figurale degli avvenimenti

La concezione medievale della storia non dà dunque importanza alla successione dei fatti né all’idea di futuro. La concatenazione degli eventi non è percepita come degna di nota mentre si dà molto risalto al concetto di figura, cioè del doppio livello di lettura che può essere applicato agli avvenimenti. Si tratta della cosiddetta “interpretazione o concezione figurale”, secondo la definizione del filologo tedesco Erich Auerbach. Un fatto storico è dunque reale ma è anche figura di una realtà più profonda, di una sua compiutezza, anch’essa reale che attiene alla sfera della Salvezza dell’eternità divina. Così, ad esempio, dice Auerbach (“Figura”, “Studi su Dante”, Feltrinelli), nel Purgatorio Catone Uticense è la “figura svelata e adempiuta” del Catone terreno. Un suicida posto come custode ai piedi del Purgatorio sarebbe infatti cosa ben strana se esso non rappresentasse in realtà la libertà cristiana a cui Dante aspira compiendo il suo viaggio.

Per approfondimenti sulla concezione figurale vedi anche qui

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione della storia nella Divina Commedia secondo il testo?
  2. La Divina Commedia presenta una concezione della storia tipicamente medievale, basata sulle Sacre Scritture, con due livelli temporali: l'eternità divina e il tempo storico umano.

  3. Come viene rappresentata la dimensione dell'eternità nella Divina Commedia?
  4. L'eternità è la dimensione di Dio, che è eterno e ha creato il mondo come atto d'amore, collocando le sue creature in un tempo finito per seguire la via della Salvezza eterna.

  5. In che modo Dante integra la filosofia greco-romana nella sua opera?
  6. Dante accetta la cultura greco-romana subordinandola alla fede cristiana, conciliando la filosofia di Aristotele con la teologia cristiana, riconoscendolo come il più grande filosofo.

  7. Cosa si intende per "interpretazione figurale degli avvenimenti"?
  8. L'interpretazione figurale è un doppio livello di lettura degli avvenimenti, dove un fatto storico è reale ma anche figura di una realtà più profonda legata alla Salvezza divina.

  9. Qual è l'esempio di interpretazione figurale fornito nel testo?
  10. Un esempio è Catone Uticense nel Purgatorio, che rappresenta la libertà cristiana, essendo la "figura svelata e adempiuta" del Catone terreno, secondo Auerbach.

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