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Concetti Chiave

  • La concezione allegorica nella Divina Commedia rappresenta realtà fenomeniche come simboli di verità metafisiche, utilizzando la figura retorica dell'allegoria per esprimere concetti attraverso metafore.
  • Nella Divina Commedia, esempi di allegoria includono la "selva oscura" come simbolo del peccato, la lonza rappresentante la lussuria, il leone la superbia e la lupa la cupidigia.
  • L'interpretazione figurale, analizzata da Erich Auerbach, coinvolge due fatti storici dove uno prefigura l'altro, rappresentando il compimento del primo ma non escludendo l'allegoria simultanea.
  • Un esempio di concezione figurale è l'uso di Catone Uticense nel Purgatorio, dove il suo suicidio per la libertà è visto come un'ombra della libertà cristiana futura che Dante cerca nel suo viaggio.
  • Auerbach sottolinea che la storia di Catone viene isolata dal contesto politico e letterario per diventare una figura svelata e adempiuta nella Divina Commedia.

Questo appunto di Letteratura Italiana tratta della concezione allegorica e della concezione figurale nella Divina Commedia fornendo anche degli esempi.
Divina Commedia  - Concezione figurale e allegorica articolo

Indice

  1. Concezione Allegorica nella Divina Commedia
  2. Concezione Figurale e Auerbach
  3. Catone Uticense nel Purgatorio

Concezione Allegorica nella Divina Commedia

In una cultura come quella medievale, in cui la realtà fenomenica è percepita come simbolo di verità profonde e metafisiche, si fa naturalmente largo uso dell’allegoria.

Questa parola deriva dal latino allegoria che si legge con l’accento sulla /o/ (allegòria), mentre in italiano leggiamo allegorìa secondo l’accentazione della parola originaria greca ἀλληγορία. Tale termine deriva dal verbo ἀλληγορέω che è a sua volta un composto formato dalle radici di ἄλλος, “altro”, e ἀγορεύω, “parlare”. Sebbene l’allegoria sia presente anche nell’arte figurativa, come figura retorica essa consiste nell’introdurre nel discorso un senso letterale e uno traslato, che sono entrambi completi, per mezzo di una successione di metafore, al fine di intendere un concetto esprimendone uno diverso. Così nella Divina Commedia la “selva oscura” rappresenta lo smarrimento del peccato, la lonza è l’allegoria del peccato di lussuria, il leone di quello di superbia e la lupa di quello di cupidigia.

Per approfondimenti sull'allegoria vedi anche qui

Concezione Figurale e Auerbach

Il filologo tedesco Erich Auerbach analizza l’uso della figura dall’antichità fino al Medioevo e oltre, giungendo a coniare la definizione di “interpretazione o concezione figurale degli avvenimenti”. A differenza dell’allegoria, abbiamo due fatti storici di cui uno prefigura l’altro che rappresenta il compimento e il senso profondo del primo. L’interpretazione di un fatto come figura non ne esclude tuttavia la simultanea interpretazione allegorica.

Divina Commedia  - Concezione figurale e allegorica articolo

Catone Uticense nel Purgatorio

Nel suo saggio “Figura”, pubblicato da Feltrinelli nel volume “Studi su Dante”, il filologo tedesco Erich Auerbach presenta alcuni esempi di concezione figurale nella Divina Commedia, tra il quali si trova quello di Catone Uticense. Marco Porcio Catone, vissuto tra il 95 e il 46 a. C., si unì alla parte dei Pompeiani nella guerra civile tra Pompeo e Cesare. Dopo la sconfitta dei Pompeiani a Tapso, egli cercò di preparare una controffensiva a Utica ma il progetto fallì e, pertanto si suicidò. Fu per questo detto Uticense. Nel Purgatorio Dante pone Catone come custode ai piedi del Purgatorio operando una scelta che parve bizzarra già ai primi commentatori. Si tratta infatti di un pagano e avversario di Cesare che si era inoltre macchiato del terribile peccato del suicidio. Il motivo di tale scelta è disvelato però dalle parole di Virgilio che dice a Catone (siamo nel primo canto del Purgatorio ai versi 70-75):

Or ti piaccia gradir la sua venuta;

Libertà va cercando ch’è sì cara,

Come sa chi per lei vita rifiuta.

Tu ‘l sai, ché non ti fu per lei amara

In Utica la morte, ove lasciasti

La veste ch’al gran dì sarà sì chiara.

La parola chiave è dunque “la libertà”. Auerbach afferma che “la storia di Catone è isolata dal suo contesto politico-letterario […] ed è diventata figura futurorum”. Quindi il Catone terreno è la figura del Catone del Purgatorio che è invece la “figura svelata o adempiuta, la verità di quell’avvenimento figurale”. La libertà per cui Catone si è ucciso è dunque “umbra futurorum” della libertà cristiana che egli ora custodisce e che Dante persegue mediante il suo viaggio ultraterreno.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la concezione allegorica nella Divina Commedia?
  2. Nella Divina Commedia, la concezione allegorica utilizza simboli per rappresentare verità profonde e metafisiche, come la "selva oscura" che simboleggia lo smarrimento del peccato.

  3. Come Erich Auerbach interpreta la concezione figurale?
  4. Auerbach definisce la concezione figurale come l'interpretazione di due eventi storici in cui uno prefigura l'altro, rappresentando il compimento e il senso profondo del primo.

  5. Chi è Catone Uticense nel Purgatorio e perché è significativo?
  6. Catone Uticense è posto da Dante come custode ai piedi del Purgatorio, rappresentando la libertà per cui si è sacrificato, diventando figura della libertà cristiana.

  7. Qual è la differenza tra allegoria e concezione figurale secondo il testo?
  8. L'allegoria introduce un senso letterale e uno traslato attraverso metafore, mentre la concezione figurale coinvolge due eventi storici in cui uno prefigura l'altro.

  9. Perché la scelta di Catone come custode del Purgatorio è considerata bizzarra?
  10. La scelta è considerata bizzarra perché Catone era un pagano e avversario di Cesare, macchiato del peccato di suicidio, ma rappresenta la libertà cristiana nel contesto del Purgatorio.

Domande e risposte

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