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Habilis
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Concetti Chiave

  • Dante inizia il suo viaggio nella selva oscura, simbolo delle difficoltà della vita, incontrando tre bestie che lo ostacolano, ma trova guida e conforto in Virgilio.
  • Virgilio rappresenta la ragione umana e funge da guida per Dante attraverso l'inferno e il purgatorio, mentre Beatrice lo guiderà in paradiso.
  • Il canto mescola simbolismo e realismo, rendendo il racconto accessibile e coinvolgente per i lettori medievali, che possono identificarsi con le situazioni descritte.
  • Dante alterna le sue due dimensioni, autore e personaggio, creando un racconto autobiografico che cattura l'attenzione del lettore con anticipazioni e cambiamenti di scena.
  • La dimensione politica emerge nel simbolo della lupa, che rappresenta la brama di potere e ricchezza, e contiene una profezia del prossimo intervento divino per salvare l'umanità.

Indice

  1. L'inizio del viaggio di Dante
  2. Simbolismo e realismo nella narrazione
  3. Dante tra autore e personaggio
  4. Dimensione politica e profezia

L'inizio del viaggio di Dante

All’età di 35 anni Dante si smarrisce in una «selva oscura» (v. 2): è notte, non sa orientarsi e viene preso da un grande spavento. All’improvviso scorge in lontananza un colle, con la cima illuminata dai raggi del sole. La salvezza potrebbe essere a portata di mano, ma tre bestie feroci (nell’ordine una «lonza», un leone e una lupa) respingono il viandante verso la selva: come uscirne allora? Proprio a questo punto gli appare una figura umana: è Virgilio, il più amato da Dante fra tutti gli antichi poeti.

A lui il protagonista chiede aiuto, ma Virgilio lo avverte: la lupa impedirà la salita al colle fino a quando un cane da caccia, un «veltro», non giungerà a ucciderla; a loro conviene fare un’altra strada. Nei versi non antologizzati scopriamo che questo cammino passa per il regno dei morti: l’antico poeta, se Dante vorrà, lo guiderà attraverso l’inferno e il purgatorio; poi, in paradiso, a guidarlo sarà un’altra anima più degna (Beatrice). Dante accetta e il viaggio nell’aldilà ha così inizio.

Simbolismo e realismo nella narrazione

Il primo canto si caratterizza per una forte dimensione simbolica, tipica dell’intera cultura medievale. Il testo è intessuto di immagini che rimandano a un significato ulteriore, sono cioè simboli. Vediamo i principali. La presenza di tanti simboli non rende però astratta la narrazione: il racconto di Dante sa essere, contemporaneamente, sia simbolico sia concreto. Per i lettori del Medioevo, per esempio, non è un’esperienza così insolita trovarsi da soli o perdersi in una foresta piena di animali selvaggi: la «selva oscura» di Dante parla direttamente alle emozioni dei suoi contemporanei. Quanto a Virgilio, che nella Commedia simboleggia la ragione umana «retta» (cioè non offuscata dal peccato), in questo primo canto egli è soprattutto un personaggio vivo e realistico, con una sua individualità ben definita. Dichiara infatti quando e dove visse, che cosa fece in vita e che cosa scrisse: prima che un simbolo, Virgilio è un personaggio storico, il grande maestro di poesia ammiratissimo in tutto il Medioevo. Nulla di strano, dunque, se Dante prima gli chieda aiuto, implorando pietà («Miserere di me», v. 65), e poi manifesti tutta la propria ammirazione verso quel «famoso saggio» (v. 89). La commozione di Dante scaturisce anche dall’umanissima reazione di sollievo nel non trovarsi più da solo nella spaventosa foresta. Grazie a questo realismo narrativo, i lettori cominciano a familiarizzare con la vicenda e con i suoi protagonisti, possono quindi credere alle parole dell’autore e accettare l’idea che il racconto di Dante corrisponda alla verità.

Dante tra autore e personaggio

Dante inizia il racconto parlando subito di sé: è una scelta molto moderna e coraggiosa per un poeta del Medioevo. I poemi tradizionali (fra cui l’Eneide dell’amato Virgilio) iniziavano infatti invocando le Muse, cioè le divinità della poesia, e poi dichiaravano il contenuto generale dell’opera e, spesso, la persona a cui è dedicata. In realtà, anche se Dante presenta se stesso, raffigurandosi in una circostanza drammatica, fin dall’inizio sta parlando anche dell’umanità in generale: entrambe le dimensioni emergono già nei primi due versi dell’opera («nostra vita», v. 1; «mi ritrovai », v. 2). Fin qui è in scena il Dante personaggio, il viaggiatore che si è smarrito nella «selva oscura». La seconda terzina, però, ci mette davanti a un altro Dante (vv. 4-6).

Chi compie l’azione del “dire”? Chi, ripensando alla selva, si spaventa di nuovo? Non è più il Dante personaggio, ma il Dante autore. Questa alternanza tra le due dimensioni (autore e personaggio) rimarrà una costante nella Divina Commedia. Dante, quindi, conquista immediatamente l’attenzione dei suoi lettori, raccontando un’esperienza personale – anzi, l’esperienza autobiografica più forte che si possa immaginare –, e sa poi tenerla desta ricorrendo agli espedienti propri di un grande narratore. Per esempio, al verso 8 anticipa l’esito positivo dell’intera vicenda ; oppure introduce nel racconto intercalari che segnalano svolte e cambiamenti di scena, come «Ma poi ch’», v. 13; «Allor», v. 19; «Ed ecco», v. 31.

Dimensione politica e profezia

Un ultimo aspetto da analizzare riguarda la forte presenza, nel canto I, della dimensione politica e civile, evidente in particolare nella polemica contro la lupa, la fiera più temibile delle tre, della quale Dante personaggio dice che gli «fa tremar le vene e i polsi» (v. 90). La lupa, abbiamo visto, è simbolo della smodata brama di avere e di potere: molte volte, nella Commedia, ritornerà la polemica contro i mercanti e il loro desiderio di accumulare enormi ricchezze. A causa loro, secondo Dante, la vita sociale dei Comuni si è fatta sempre più violenta, trasformando l’Italia – e Firenze in particolare – in una sorta di inferno sulla Terra. L’unico rimedio che il poeta ritiene possibile consiste in un prossimo intervento divino: impietosito dai mali che dilaniano il mondo, Dio sta per scatenare contro la lupa il «veltro», ossia un suo (misterioso) inviato (v. 102). Accanto alla dimensione strettamente politica troviamo qui la profezia. Non bisogna dimenticare, infatti, che lo stesso Dante si presenta come un poeta-profeta, incaricato di preparare la strada a quel misterioso, ma provvidenziale intervento divino.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'inizio del viaggio di Dante nella "Divina Commedia"?
  2. Dante inizia il suo viaggio all'età di 35 anni, smarrito in una "selva oscura" e spaventato, finché non incontra Virgilio, che lo guiderà attraverso l'inferno e il purgatorio.

  3. Come si manifesta il simbolismo nel primo canto della "Divina Commedia"?
  4. Il primo canto è ricco di simboli, come la "selva oscura" e le tre bestie, che rappresentano ostacoli morali e spirituali, ma mantiene anche un realismo che rende la narrazione concreta e credibile.

  5. In che modo Dante si presenta sia come autore che come personaggio?
  6. Dante si presenta come personaggio smarrito nella "selva oscura" e come autore che riflette sulla sua esperienza, alternando queste due dimensioni per coinvolgere i lettori.

  7. Qual è la dimensione politica presente nel canto I della "Divina Commedia"?
  8. La dimensione politica si manifesta nella critica alla "lupa", simbolo della brama di potere e ricchezza, e nella profezia di un intervento divino per risolvere i mali sociali.

  9. Qual è il ruolo di Virgilio nel viaggio di Dante?
  10. Virgilio rappresenta la ragione umana e guida Dante attraverso l'inferno e il purgatorio, fungendo da mentore e simbolo di saggezza e conoscenza.

Domande e risposte

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