anton3llina95
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Concetti Chiave

  • "De vulgari eloquentia" è un'opera linguistica di Dante che esplora l'idea di unificare la lingua volgare, scritta tra il 1304 e il 1307, ma lasciata incompleta.
  • Nel primo trattato, Dante sostiene che il volgare è una lingua naturale, distinta dal latino, e discute l'evoluzione linguistica partendo dalla Bibbia e dalla Torre di Babele.
  • Dante distingue le lingue romanze in tre rami: d'oil (Francese), d'oc (Provenzale) e sì (Italiano), con una preferenza per l'italiano grazie alla sua dolcezza poetica.
  • Nel secondo trattato, Dante cerca una lingua letteraria ideale per l'Italia, che deve essere illustre, cardinale e aulica, ma non riesce a identificarla.
  • Dante esplora diversi stili letterari e conclude che l'idioma ideale deve adattarsi al tragico, ma cambia idea sulla possibilità di scrivere poesia elevata in stili diversi, lasciando l'opera incompiuta.

Indice

  1. De vulgari eloquentia
  2. I Trattato
  3. II Trattato

De vulgari eloquentia

Il titolo "De vulgari eloquentia" significa "L'eloquenza del volgare". E' di argomento linguistico retorico, scritto più o meno in contemporanea con il Convivio, tra il 1304 e il 1307. Dante anticipa i tempi, ha una missione importante che è l'unità linguistica. Parte con l'intenzione di scrivere 4 libri, ma ne scrive 1 e mezzo perchè lascia l'opera interrotta, molto probabilmente perchè comincia a scrivere la Commedia e le sue idee riguardo a questa lingua (idioma) cambiano.
Dante per volgare non intendeva la lingua parlata, ma stava cercando di stabilire quale doveva essere la lingua letteraria in volgare, comune a tutti. Rispetto al Convivio c'è una grande novità: lo scrive in latino. Mentre nel Convivio voleva arrivare a tutti, e voleva farlo leggere a più persone, qui vuole arrivare soltanto agli uomini colti, proprio perchè sta cercando un idioma.

I Trattato

Nel I trattato ripercorre la storia del linguaggio. Rispetto al latino, che è una lingua scientifica, scolastica, il volgare è naturale. Infatti fin da piccoli si apprende il volgare, mentre il latino lo si apprende soltanto a scuola e dai libri. C'è un ribaltamento rispetto a quello che aveva detto nel Convivio. Dice che inizialmente veniva parlata una sola lingua (si rifà ad un avvenimento biblico), che molto probabilmente era l'ebraico, che sicuramente è la lingua più antica. Poi però fu costruita la torre di Babele, si creò una confusione enorme e si formarono 3 ceppi fondamentali delle varie lingue:
- Germanico
- Greco
- Romanzo, che è una lingua ripartita. Si divide in 3 rami:
1. d'oil (Francese)
2. d'oc (Provenzale)
3. si (Italiano). Dante ritiene che l'italiano sia superiore alle altre lingue, ma anche più importante perchè i poeti hanno scritto in modo più dolce e più fine. Dante è il primo che compie questa ricostruzione della lingua. Nota inoltre che la lingua volgare è in continua evoluzione, perchè parlata quotidianamente. E' perciò mobile, è ricca di vocaboli a differenza del latino che è statico. Nel linguaggio si riconosce una prerogativa tipica degli uomini. Infatti solo loro hanno il dono di poter parlare e di usare il linguaggio. Gli animali non hanno l'uso della parola, le schiere angeliche per comprendersi non hanno bisogno di parlare perchè sono spiriti puri. Il linguaggio è tipico dell' uomo.

II Trattato

Nel II trattato Dante dice che quello che gli sta più a cuore è cercare tra i vari idiomi che si parlano in Italia (almeno 14) quello che possa essere superiore agli altri e che possa essere una lingua letteraria. Ha grande difficoltà nello scegliere tra questi idiomi quello superiore agli altri. Secondo lui neanche il toscano fiorentino e il siciliano (della scuola siciliana) possono essere considerate le lingue letterarie per eccellenza, perché secondo lui la lingua deve avere 3 caratteristiche fondamentali. Deve essere:
- Illustre, cioè deve illuminare.
- Cardinale, cioè deve essere il cardine intorno al quale devono ruotare tutti gli altri idiomi.
- Aulica o curiale, cioè degna dell'aula o della curia. La curia era la sala più importante, più grande e più bella che c'era all'interno dei palazzi signorili e all'interno delle corti dove si facevano riunioni e assemblee.
Fa anche una differenza tra 3 stili (non è una sua invenzione perchè si rifà alla tripartizione classica dei generi):
- Tragico: è quello più importante (stile alto, sublime...)
- Mezzano (comico, abbastanza umile)
- Elegiaco (quello più umile)
Secondo Dante l'idioma letterario, che ancora non ha individuato, e che non individuerà perchè lascerà l'opera in sospeso, deve essere quello tragico. Come stile tragico intendeva anche il poema. Infatti l'Eneide era considerato il poema tragico per eccellenza. La canzone è il metro più elevato e detta anche i canoni precisi della canzone (secondo cui il metro della canzone deve essere endecasillabo alternato a settenari. Riteneva che quando si parlava di amore non bisognava usare lo stile tragico ma medio o elegiaco (lo dice anche nel Convivio). Nel De vulgari eloquentia però cambia idea e dice che si può parlare di amore anche in stile tragico. Secondo i commentatori quest'opera è stata interrotta soprattutto perchè Dante cambia idea, e non ha più senso che continui a scrivere questo trattato. Si rende conto che si può scrivere un'opera di altissima poesia pur usando uno stile ed un linguaggio più basso.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'obiettivo principale di Dante nel "De vulgari eloquentia"?
  2. L'obiettivo principale di Dante è stabilire quale dovrebbe essere la lingua letteraria volgare comune a tutti, cercando un idioma che possa unificare linguisticamente l'Italia.

  3. Quali sono i tre ceppi fondamentali delle lingue secondo Dante?
  4. Secondo Dante, i tre ceppi fondamentali delle lingue sono il Germanico, il Greco e il Romanzo, quest'ultimo suddiviso in d'oil (Francese), d'oc (Provenzale) e si (Italiano).

  5. Quali caratteristiche deve avere la lingua letteraria secondo Dante?
  6. La lingua letteraria deve essere illustre, cardinale e aulica o curiale, ovvero deve illuminare, essere il cardine degli altri idiomi e degna delle corti.

  7. Qual è la differenza tra i tre stili di scrittura menzionati da Dante?
  8. Dante distingue tra lo stile tragico (alto e sublime), mezzano (comico e abbastanza umile) ed elegiaco (il più umile), con il tragico considerato il più importante.

  9. Perché Dante interrompe la scrittura del "De vulgari eloquentia"?
  10. Dante interrompe la scrittura del trattato perché cambia idea riguardo alla lingua e allo stile, rendendosi conto che si può scrivere poesia di alta qualità anche con uno stile e un linguaggio più basso.

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